Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
mercoledì 30 maggio 2018
Film di Gangster - Rico Bandello
Se i
magnati di Wall Street, l'esercito della salvezza, le leghe per la decenza
pubblica, il movimento proibizionista e ogni predicatore della superiorità e
supremazia W.A.S.P. (« White Anglosaxon Protestant ››) volevano l'incremento
della produzione e il « regime secco», «bootleggers»,«gangsters››, mestatori, mallevadori, lavoratori le
sfaccendati, « ginzos ››, « dagoes », ebrei «hunkies ›› e irlandesi volevano
profluvi di spreco di energie e fiotti di dispendio improduttivo. È nel quadro
di questo passaggio turbolento dall'economia rurale a quella industriale, della
supremazia della città sulla campagna e dell'ipocrisia della classe dominante
(vedi per esempio la scena di Some Like
It Hot di Billy Wilder in cui la polizia fa irruzione in uno « speak-easy
›› affollato di uomini d’affari, giudici, matrone, gente del bel mondo, ognuno
con la cosiddetta « plash », la caratteristica bottiglia piatta da indossare
sotto il panciotto o da infilzare nelle giarrettiere o tra i legacci del busto)
che si situa la nascita del film di «gangsters ››. In Little Caesar Rico Bandello e iI suo amico Joe Massara (Douglas
Fairbanks jr.), prima della loro ascesa nel mondo del crimine, non sono che «tramps
» inurbati, cacciati da qualche piaga del Middle West ,spazzata dalle spire della
Grande Depressione sotto il coperchio del vasto calderone ribollente della
metropoli, dove, come aveva promesso lo sciagurato Presidente Hoover, la
prosperità era dietro l’angolo. ln Public
Enemy il « gangster ›› irlandese (con conseguente passaggio, rispetto al
film precedente, dalla cupa e volpina volontà di potenza del « gangster ›› italiano
a quella più chiassosa e vitalistica dell’irlandese) stende con una raffica di
mitra anche un cavallo rinchiuso nel suo « box ››, epitome della caduta, sulla
biada insanguinata, del mito di una America agreste e campagnola [anche nel Padrino tra le vittime della versione
più smaccata del « business system ›› e dell'« american way of life » va annoverato uno stallone, ma qui la morte del
purosangue non si associa a un macabro sberleffo nei confronti dell'America
delle praterie e della Frontiera quanto all'aristocrazia del denaro e allo «
sport dei ricchi ››). ln Hide Out
[1934, Il rifugio) di W.S. « Woody»
van Dike, dopo un colpo riuscito solo a metà, perché la polizia lo ha
individuato, il « gangster» protagonista, Robert Montgomery, si rifugia in
campagna; ospite di brava gente conosce il sapore del latte fresco, si commuove
al canto degli uccellini, cede al fascino delle piccole gioie della vita
georgica e bucolica. ln Asphalt Jungle
(1950, Giungla d'asfalto) di John
Huston (da un romanzo di William Riley Burnett, autore anche della storia originale
di Little Caesar), Dix (Sterling
Hayden) conclude la propria fuga disperata in mezzo ai cavalli ai pascolo nella
Hickory Wood Farm, nel Kentucky, dove aveva vissuto l'innocenza pastorale
dell’infanzia. (continua)
sabato 26 maggio 2018
mercoledì 23 maggio 2018
Little movies for marriage
Questo collage di scene era stato creato come apertura di filmini di matrimonio. Molti di quei filmini resistono, molti sono andati nella spazzatura.
lunedì 21 maggio 2018
Stile trascendentale e sua rappresentazione
Non c’è nessuna definizione di «trascendentale» o di «stile»
che possa monopolizzare il dibattito su un'opera d’arte. E quei film che
utilizzano lo stile trascendentale possono essere anche analizzati, come spesso
accade, all’interno della cultura o della personalità creatrice che li hanno
prodotti. Sebbene il metodo critico che associo al termine «stile
trascendentale» non possa vantare l’esclusiva nell’analisi di registi come Ozu
e Bresson, ritengo tuttavia che esso abbia una priorità. Nella maggior parte
delle pellicole l’abilità del regista nell’esprimere la propria
cultura o la propria personalità è più importante della sua incapacità di
trascenderle, ma quando un film sembra possedere un autentico valore trascendente,
una qualità «Altra» - come avviene per Tardo
autunno di Ozu o per Diario di un
curato di campagna di Bresson, allora una prospettiva culturale o
individuale, anche se incisiva e penetrante, risulta insufficiente perché
finisce giocoforza per trascurare la qualità unica dello stile trascendentale,
ossia la sua capacità di trascendere appunto cultura e personalità. C’è una
verità spirituale che può essere raggiunta solo disponendo in modo neutro
oggetti e immagini gli uni a fianco alle altre, e a questa verità non è
possibile arrivare con un approccio soggettivo, individuale o culturale.
Lo studio dello stile trascendentale rivela «una forma
universale di rappresentazione». Le differenze tra i film di Ozu, Bresson e
Dreyer sono perciò di tipo culturale e personale, mentre le loro affinità sono di
tipo stilistico, e costituiscono un modo comune di esprimere il trascendente
nel cinema.
Paul Schrader, IL TRASCENDENTE NEL CINEMA, donzelli editore, 2010
domenica 20 maggio 2018
Cinema sui muri - Alida Vs Amedeo
LUCIANO SERRA PILOTA
di Goffredo Alessandrini, 1938
PICCOLO MONDO ANTICO
di Mario Soldati, 1941
EUGENIA GRANDET
di Mario Soldati, 1947
L'INTRUSA
di Raffaello Matarazzo, 1956
mercoledì 16 maggio 2018
Offer the cinema...
Isn't the aim of
cinema... To connect you with other people's lives?
It helps me to live
other people's experience by proxy.
The vocal
explanations...
Offer the cinema... To
people who can't see and help them connect too.
Non è forse lo scopo del cinema... quello di connetterci con le vite
altrui?
Mi aiuta a vivere su delega le esperienze del prossimo.
Le spiegazioni vocali...
Offrire il cinema... alle persone non vedenti e aiutarle a connettersi.
Naomi Kawase, Radiance (光, Hikari), 2017
lunedì 14 maggio 2018
L'uomo ha bisogno dell'uomo
Solaris
La scienza? Sciocchezze!
In questa situazione sono ugualmente inutili sia la mediocrità sia il
genio!
Noi non vogliamo affatto conquistare il Cosmo.
Noi vogliamo allargare la Terra alle sue dimensioni.
Non abbiamo bisogno di altri mondi.
Abbiamo bisogno di uno specchio.
Ci affanniamo per trovare un contatto, e non lo troveremo mai.
Ci troviamo nella sciocca posizione di chi anela a una meta di cui ha
paura
E di cui non ha bisogno.
L’uomo ha bisogno solo dell’uomo.
Andrej Tarkovskij, Solaris, 1972
giovedì 10 maggio 2018
Cinema sui muri
CAVALLERIA RUSTICANA
Amleto Palermi, 1939
I PROMESSI SPOSI
Mario Camerini, 1941
Il LUPO della SILA
Duilio Coletti, 1949
MESSALINA
Carmine Gallone, 1951
mercoledì 9 maggio 2018
The world is the summation of Others
It seems life is constructed in a way that no one can
fulfill it alone.
Just as it's not
enough for flowers to have pistils and stamens.
An insect or a breeze must
introduce a pistil to a stamen.
Life contains its own
absence, which only an Other can fulfill.
It seems the world is
the summation of Others
And yet,
We neither know nor
are told that we will fulfill each other.
We lead our scattered
lives, perfectly unaware of each other...
Sembra che la vita sia fatta in modo tale da non poterla portare avanti
da soli.
Proprio come non è sufficiente per i fiori avere pistilli e stami.
Un insetto o la brezza devono inserire un pistillo in uno stame.
La vita, da sola, cerca di compensare a quelle carenze che solo un
altro è in grado di colmare.
Sembra che il mondo sia una somma di altri.
E ancora,
non sappiamo né ci viene detto che ci compenseremo l'un l'altro.
Portiamo avanti le nostre vite perdute ignorandoci completamente l'uno
con l'altro.
Hirokazu Kore-eda, Air Doll (空気人形 Kūki Ningyō), 2009
domenica 6 maggio 2018
Film di Gangster - Whisky or Beer
Di
fatto, in America, dove la violenza era radicata in ogni settore, il «gangsterismo» prosperò man mano che il paese cresceva e si affermava il regime municipale.
Oltre alle tradizionali bande di «gangsters ›› americani come i famigerati «
Five Pointers » di Manhattan, incominciavano a farsi sotto uomini formati nella
mentalità protettiva della Mafia, irlandesi ed ebrei che avevano dovuto
affrontare durante la loro storia ogni genere di persecuzione, tutta gente non
abituata a chinare la testa davanti al monito arrogante della legge e allo
strapotere dell’invasore, dell'occupante e dello smembratore della propria
terra. Ma che venendo in America avevano fatto la scoperta che qui era
praticamente impossibile rubare ai ricchi, protetti da un numero inverosimile
di guardie private. Alle prime forme di crimine organizzato, non potendo
spogliare i ricchi e i prepotenti, non rimaneva che proteggere e organizzare il
divertimento della povera gente, dei più sfortunati, dei diseredati, anche
perché ai poveri si può portar vi poco con il terrore (la tanto strombazzata
«Mano Nera » che ricorre in film come Pay
or Die di Richand Wilson non era che una forma di estorsione ai danni dei
poveri immigrati italiani, cui venivano spedite lettere minatorie ventilando
terribili rappresaglia contro chi si fosse rifiutato di pagare, e queste
lettere non provenivano da un gruppo solidamente organizzato ma esprimevano
soltanto l’iniziativa di persone isolate: di qui il suo insuccesso). E così
fiorirono mercati di donne, bische, lotterie clandestine. Ma fu soltanto
durante il Proibizionismo, durante il cosiddetto «regime secco » voluto dal
produttivismo ad oltranza del capitalismo puritano, che il « gangsterismo ››
riportò un successo di portata nazionale, dal momento che il male fiorisce più
rigoglioso durante le repressioni [cinicamente Alfonso Capone definì la
Proibizione « una lunga e serena luna di miele per la malavita ››]. «Il Proibizionismo››
infatti, come dice Richard Condon, « fuse i sistemi dilettanteschi dei primi
tempi della repubblica con una brama di violenza e di rapidi guadagni più
moderna e altamente organizzata, fuse la necessità di massacrare migliaia di
pellirosse e milioni di bisonti, fuse i linciaggi, i tumulti, i disordini, le
guerre, il pugilato, la musica più chiassosa, la stampa più stridula con
l’intera meravigliosa promessa del domani ». Il che si riassume nella scena
finale di Scarface, in cui, mentre si
scatena la disperata resistenza di Tony [Paul Muni) e Cesca [Ann Dvorak), all'esterno
della casa in cui si sono asserragliati, un'insegna al neon di un'agenzia Cook
stampiglia sullo sfondo della notte la promessa: « The World ls Yours ›› [il
mondo è vostro). Inoltre il movimento proibizionista va inteso come momento di
crisi acuta nella tradizionale lotta tra l'America urbana e l'America rurale.
Il rum, per esempio, era la valuta del commercio degli schiavi, durante la
seconda metà del diciottesimo secolo, periodo in cui gli americani si diedero
al bere più che in ogni altra epoca della loro storia, e il rum divenne uno dei
fattori più importanti dell'economia coloniale. Numerosi sono i film che
illustrano il rapporto di necessità che intercorre tra economia rurale e
distillazione di liquori: Un uomo senza
scampo di John Frankenheimer, Un
tranquillo week-end di paura di John Boorman e soprattutto I contrabbandieri degli anni ruggenti di
Richard Quine. Se la Proibizione fu un durissimo colpo per l'America rurale, lo
fu anche per i lavoratori immigrati dall'Europa per i quali era molto difficile rinunciare al
whisky, al vino e alla birra. E poi la povera gente non aveva nulla da spartire
con il progetto di incremento della produzione e di un più razionale impiego
delle risorse lavorative che aveva spinto il capitalismo puritano a mettere in
vigore il 18° emendamento della Costituzione Federale, il cosiddetto Volstead
Act, dal nome del rappresentante repubblicano che l`aveva introdotto alla
Camera. Il diciottesimo emendamento entrò in vigore il 17 gennaio 1920, alle
ore 12,01. La legge Volstead non era ancora entrata in vigore che la gente, invece di chiamarla il
diciottesimo emendamento, la chiamava il «trentunesimo» (in inglese
«thirty-first», che suona pressappoco come « thirsty ››, e cioè « assetato ».
Né la reazione popolare si arrestava all'irrisione paronomastica: di lì a poco
ci furono imponenti manifestazioni di massa che inalberavano cartelli con la
scritta: « We want beer ›› (vogliamo la birra). lnoltre le apparizioni dei più
famosi « bootleggers » in pubblico, Al Capone, Dion O'Banion, Hymie Weiss,
Louis Alterie, i ratelli Genna, ecc., venivano salutata da ali di folla, in segno
di ringraziamento per il fatto di venire loro incontro assicurando l'offerta di
beni e servizi che il regime puritano si rifiutava di soddisfare. (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
giovedì 3 maggio 2018
Fai un film
Sono così triste. Io odio tutto della vita!
Vero! È perfetto!
Un finale di film ideale.
Tu monti sul treno e parti per la costa.
Chi ha parlato di andare lì in treno? Prenderò la navetta per
l'aeroporto.
Oh, lascia perdere.
Questo è la parte che odio.
Tu dici qualcosa come: ''Mi piaci tanto'', e io, qualcosa come: ''Mi
piaci tanto''.
Ma poi, vai via e io me ne vado.
Come essere sicuri che sia successo?
Fai un film.
Eric Mendelsohn, Judy Berlin, 1999mercoledì 2 maggio 2018
martedì 1 maggio 2018
Cinema ... Musica
1989. Maestro Morricone arrived in Palermo with Giuseppe Tornatore to give a lecture on the connections between music and cinema. In the opening the Maeatro read a text addressed to him by Pier Paolo Pasolini.
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