OGGI
Al suo primo apparire il cinema o, per intenderci, i film, dal mondo
cristiano in generale furono identificati con il Diavolo. Era inevitabile però che
chi metteva in scena i lavori visionati dai pubblici più disparati facesse
ricorso a storie bibliche, alla vita del Salvatore ed a qualche casta
fanciulla. A deprimere i sospetti delle alte gerarchie ecclesiastiche
intervennero da subito Enrico Guazzoni e
David W. Griffith. In Italia videro la
luce la censura e il Centro Cattolico Cinematografico. Quest’ ultimo non erano
altro che la versione aggiornata del tribunale della Santa Inquisizione che
apponeva i suoi sigilli sulle opere che venivano date in pasto ad un pubblico
sempre più numeroso: E – escluso per
tutti -, A – adulti, T – tutti. Col tempo le gerarchie vennero a patti con i
produttori concedendo abbondanti
scollature, vestiti aderenti, approcci amorosi espliciti con dissolvenza in
chiusura. A patto che tutto venisse suggellato da un’enorme Croce - vera o in
trasparenza, di legno o incandescente – finale: in hoc signo vinces. Tra i primi beneficiari ci furono, tra i
registi, Mario Bonnard e la nota ditta Ponti-De Laurentis i cui dirigenti in
mattinata visionavano i giornalieri nelle sale messe a disposizione dagli studi di Cinecittà, di
notte frequentavano i bordelli della capitale, per scoprire nuovi talenti.
Nessun commento:
Posta un commento