giovedì 26 marzo 2015

Western Siddharta




La visione di Zachariah (1971) di George Englund fa ergersi nella mente del mangiatore di film tutta una serie di accostamenti con altre opere cinematografiche  sue contemporanee o anteriori. Esse abbracciano lavori di autori intellettuali europei come di abili commercianti hollywoodiani. Ma questo dato è comune a tutti i film della counterculture  sia che venissero realizzati nella coste west o  east  statunitensi.  Zachariah è pressoché inedito in Italia. Non attirò dapprima i distributori italici come successivamente i canali televisivi. Per fortuna c’è il “ vostro/nostro tubo “.
Per alzare il tono gli autori fanno ricorso a Herman Hesse, scrittore molto in voga tra i giovani di allora. Zachariah cerca l’avventura e il rischio per colpa della sua pistola comprata per corrispondenza, finendo col meditare sulla vacuità e vanità degli uomini.
Oggi a noi interessa l’aspetto musicale del film che si amalgama bene col progressivo svolgimento delle immagini, facendo  uso ora di partiture originali di Jimmie Haskel, ora di musica roots alla maniera di Dug Kershaw, ora di un arrangiamento velocizzato dell’overture del Guglielmo rossiniano, ora della folk-psichedelia di Country Joe and the Fish, dell’acid rock della James Gang e, infine, data la presenza del bronzeo Elvin Jones  esecutore  di un tellurico assolo di tamburi, del jazz d’annata. Non poteva essere altrimenti data la mole di contaminazioni dissipate nell’opera da parte di chi ha scritto e sceneggiato Zachariah.

Nessun commento:

Posta un commento