lunedì 27 agosto 2012

Where Do I Go from here


In questo articolo molto eloquente potete trovare quant'altro sul primo film di Michael Cimino


Una calibro 20 per lo specialista è il titolo di un piccolo capolavoro di M. Cimino, un film forse lasciato un po' ai margini della critica internazionale, forse per via della microstoria che narra, lontana da un fulcro storico preciso, al di là di luoghi personaggi eventi importanti, vicina però come non mai ai sentimenti che ruotano attorno ai quattro punti cardinali della narrazione: Caribù (Jeff Bridges), un giovane americano scapestrato che vive cogliendo l' attimo e che pagherà la sua sete di conoscenza morendo da 'eroe' (saranno parole sue), l' Artigliere (Clint Eastwood) e Leary 'il Rosso' (George Kennedy), due facce della stessa medaglia, entrambi pluridecorati eroi di guerra, qui antieroi che campando d' espedienti minano dal basso l' idea stessa del 'self-made-man', e Goody Geoffrey Lewis), spettatore impotente e capro espiatorio delle ire sterili dell'amico Leary. Non mi voglio soffermare sulla trama del film in questione, sarebbe troppo riduttivo e semplicistico tracciarne i lineamenti fondamentali, essendo, questa, un' opera che deve rubare qualcosa all' animo dello spettatore, non deve solo essere analizzata, deve essere amata emotivamente e seguita per la sua dimensione onirica. In fin dei conti, i quattro personaggi vivono dall' inizio alla fine un solo grande sogno: trovare un nuovo Eldorado, dopo le delusioni che la Storia ha riservato all' Artigliere e al Rosso, di qui l' escogitazione di assaltare una banca e fare soldi, progetto che sfumerà prima dell' alba, in un' escalation di piccolissimi e fragili errori che risulteranno fatali all' operazione, a cui conseguirà il ferimento e l' abbandono sulla strada di Goody, la morte di Leary sbranato dai cani del grande magazzino in cui aveva lavorato per finanziarsi la rapina, la prossima morte di Caribù per un colpo alla testa infertogli dallo stesso Rosso che voleva fuggire per tenersi il malloppo tutto per sé.
L' unico superstite sarà l' Artigliere che, proprio nell' ultima sequenza della pellicola, vediamo a bordo di una Cadillac tutta bianca, assieme al morente Caribù, uomo a cui l' ironia della sorte aveva tenuto in serbo di ritrovare il sito di una piccola scuola ove tanti anni prima aveva nascosto, dietro la lavagna, un bottino ingente. La finale fuga a folle velocità sull' autostrada a bordo della fuoriserie con accanto l'amico morto rappresenta l' inizio della nuova, rinnovata 'vita al massimo', questa volta, dell' Artigliere, che farà proseguire in se stesso l' ideale di libertà di Caribù.
Questa frammentaria introduzione al lavoro in questione ci permette ora di trovare simmetrie asimmetriche nell' evoluzione dei rapporti affettivi fra i quattro citati protagonisti, meglio fra il 'figlio' Caribù e il 'padre' Artigliere, il 'patrigno' Leary e Goody, lo dice il nome stesso, un uomo tutto sommato corretto, buono, trasparente e prevedibile. In opposizione, si può intendere l' atteggiamento fin d'apprincipio ingordo di Leary il Rosso, rosso di capelli come di sangue caldo, personaggio che sogna appunto un Eldorado che gli sarà vano, uomo infantile nel suo rapporto con l'altro sesso, voyeur ma facile a sparare come nessuno, insomma, un tipico esempio di parodia. Quando, nella prima sequenza, Caribù ci viene presentato come sorto dal nulla, pantaloni di pelle nera, aria sbruffona e simpatica, ridanciana, capiamo che sta inscenando un handicap alla gamba destra per gabbare un venditore d' auto usate onde rubargliene una senza targa. Notare che alla fine del film Caribù morirà in seguito, come detto, ad un colpo alla testa datogli da Leary, emorragia che gli paralizzerà non a caso gamba e parte destra del corpo. L' incontro con l' Artigliere avverrà per puro caso, questi travestito da prete mentre fuggiva da un complice di Leary che lo aveva scovato nella chiesetta dove si era imboscato, ma una sbandata del giovane grazie a cui ucciderà, investendolo, Larsen, sarà il punto di non ritorno per cui le vite dei due diverranno indissolubili, da quel preciso istante.
Ecco che la stessa disarticolazione della sceneggiatura non prevede la probabilità di calcolo, ma lascia all'imprevisto, totalmente all'imprevisto, ogni successiva articolazione del narrato. Tanto per citare qualche 'occasionalità', pensiamo alla bella scena dell' inseguimento delle due vetture, una quella rubata dal Artigliere, l' altra quella del Rosso, ad un certo punto il salto nel vuoto intenzionale di Caribù salva i due dagli inseguitori che, non altrettanto pronti, cadranno male e romperanno l' auto. Ancora, molto più avanti, dopo il furto alla banca, all' ingresso al Drive-In, sarà la cassiera stessa ad accorgersi del lembo della camicia di Leary penzolare al di fuori del baule della vettura di Goody, sospetto corroborato dall' accidentale starnuto del Rosso, che spingerà a chiamare la polizia, già peraltro sulle tracce dei ladri. Lo stesso colpo alla testa a Caribù avrà conseguenze disastrose, colluttazione che non avrebbe avuto luogo se Goody non fosse rimasto ferito mortalmente da una pallottola dei poliziotti, scatenando le ire di Leary. Al termine, il ritrovamento della scuoletta dismessa avverrà casualmente, l' Artigliere la riconoscerà come sbucata dal nulla, quando l' avevano cercata razionalmente in quel luogo per tempo. Insomma, Cimino pare dirci: gli eventi accadono di per se stessi e a nulla serve l' impegno degli eroi per modificare il loro corso.
Ma esiste un corso, o la storia si inventa istante per istante? Caribù agonizzante, sorridendo, chiederà all' amico, sulla Cadillac decapottabile, se allora sarebbero stati in salvo, e l' altro gli risponde: "Per adesso, credo di sì". Proprio da questa semplicissima frase dubitativa si evince il succo di tutto il film. L' affetto che lega i due compagni è diverso da quello che lega gli altri due, fra Leary e Goody non c'è protezione, non c'è condiscendenza, non c'è amicizia tanto che, quando Goody diverrà un peso morto, Rosso non ci metterà due volte a scaricarlo, dandogli il colpo di grazia. Uno psicopatico che, nella sua immediatezza da bruto, giura vendetta a tutti i costi, ma mentre l' odio per l' Artigliere è odio finto, serie di scaramucce che alla fin fine celano un' amicizia complicata, contorta a tratti, l' odio per Caribù è reale, iniziato anche questo casualmente, solo perché il ragazzo si era dimostrato un po' troppo ricco di battute, e queste a Leary non piacevano, il sentirsi deriso significava per lui essere messo in discussione, non essere più temuto da qualcuno, non importa da chi, ma esser pur sempre temuto e allora rispettato. Paradossale, l' unico istante in cui Rosso e il giovane paiono in assonanza è quello in cui quest' ultimo riassume un bell' episodio capitatogli la mattina stessa al lavoro da manovale, quando una bella ragazza nuda gli si è parata innanzi, da dietro una porta a vetri, in una villetta per cui l' impresa ristrutturava. L'atteggiamento morboso del cinquantenne lo rende ancor più infantile, riassodato quando, durante la rapina, legherà in posizione da coito un uomo e una donna, dopo averne guardati ad occhi spalancati i due sessi, addirittura scoprendosi il volto rendendosi riconoscibile. Tante piccole sfaccettature di un odio per i giovani, per la sessualità, da notare soprattutto quando il colpo mortale a Caribù gli sarà inferto essendo il ragazzo travestito da donna, idea che serviva per un aspetto del piano d' assalto alla banca; tanto per citare un ultimo esempio a mo' di rafforzamento, l' urinare di Goody verrà interrotto da uno sparo di fucile di Leary, durante l' inseguimento degli altri due. Diciamo che tutti questi episodi, in cui viene ad articolarsi Una calibro 20 per lo specialista, sanno di improvvisazione, da un alto, ma anche di estrema fissazione per quel che concerne i rapporti interpersonali: non esiste la benché minima trasformazione degli affetti fra i quattro, se non un certo amore paternalistico dell' Artigliere per Caribù, ma anche questo sa di predica, è tutto sommato falsamente esternato, se il giovane morrà, allora 'pace all' anima sua' sembra dire l' Artigliere quando spezza il sigaro nel portacenere e fugge in macchina, sull' auto che Caribù aveva sognato, una Cadillac tutta bianca. Solo quest' ultimo era sincero ed immediato, e avrebbe pagata la sua voglia di conoscenza con la morte, una conoscenza che non si addiceva all' eroe americano finito che voleva far ruotare il mondo attorno a sé. Vivrà solo l' Artigliere, ma il sogno dell' auto bianca non era più tale, la stava già guidando quando l' amico se ne era andato per sempre...
Autore  critica:  M.Crovella (da IAC)
Fonte:centraldocinema.it

L'originale invece si trova qui:
http://www.comune.re.it/cinema/catfilm.nsf/PES_PerTitolo/36F501EFEE00ABEEC1256EFD0032F6F5?opendocument

questa è la canzone per il film di PaulWilliams


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