Mikio Naruse, 限りなき舗道 (Kagirinaki Hodo), 1934
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
mercoledì 27 luglio 2016
lunedì 4 luglio 2016
Like a thunderbolt
Michael Cimino (1939 - 2016)
al tempo di Thunderbolt and Lightfoot -1974
Sette film, Seven masterpieces, come Andrej Arsen'evič Tarkovskij e Sergio Leone
martedì 28 giugno 2016
domenica 26 giugno 2016
mercoledì 22 giugno 2016
Cinecittà al Quadrato
La costruzione dei teatri è stata prevista, sotto I'aspetto tecnico, non con la comune intravatura metallica dei soliti studii cinematografici - e che trasmette le vibrazioni daIl'uno all'altro estremo -, ma con tre materiali costruttivi diversi, in maniera da isolare e spezzare ogni e qualsiasi vibrazione; mentre la struttura delle coperture, in base ai medesimo principio,risulterà di ben cinque diversi materiali antifonici: un aereo potrà passare rombando a soli 5 metri di distanza dal letto senza che la minima vibrazione sia avvertita all'interno. Tutti i teatri saranno provvisti di modernissimi servizi di ventilazione, raffreddamento e riscaldamento: servizi non solo centrali ma particolari ai singoli teatri; anche per evitare le costose dispersioni, inevitabili con lunghe condutture. Opportune passerelle entreranno in funzione per il completamento minuto del lavoro, divenendo – mercé speciali argani elettrici - più rapida, ed economica la parte più pesante, tanto per il trasporto e il montaggio del materiale scenico quanto per lo spostamento delle singoli lampade o dei complessi di lampade per l'illuminazione delle scene dall'alto.
Lungo i fianchi dei teatri corrono paralleli due caseggiati (12, 13) a
due piani: nell’inferiore si troveranno fondali e materiale standardizzato e i
laboratorii di allestimento scene; nel superiore i camerini degli attori,
suddivisi in reparto maschile e femminile. Così per via sotterranea o
livello-terra affluirà al teatro di posa tutto quanto deve esservi condotto per
arredamento, costruzioni sceniche, ecc.: dal di sopra affluiranno direttamente
ai teatri gli artisti principali.
Il teatro maggiore è aperto verso la campagna, dove vi sarà una larga
piscina capace di 2.500 mc. di acqua, così da permettere qualsiasi ripresa che
richieda uno specchio d'acqua notevole. La piscina rappresenta altresì un mezzo
ausiliario di sicurezza, consentendo l’uso immediato, mediante appositi
congegni, di una imponente massa d'acqua in caso di incendio. Tutti i servizii,
del resto, sono muniti di sistemi d’idranti comandabili con estrema agevolezza.
E giacché parliamo di elementi sussidiarii, val la pena di dare
un'occhiata alla serra [20), destinata ad accogliere le più svariate qualità di
piante nostrane ed esotiche; a una bella vasca d’acqua a cristallo per le prese
subacquee (23); anche, perché no, ad un angolo caratteristico del terreno,
lasciato selvaggio e arricchito di grandi grotte naturali di tufo e pozzolana.
Atte a servire per ogni figurazione di terreno, specialmente montagnoso.
Ma riprendiamo il giro degli edifici. Sulla destra, dei teatri, e in
prossimità dell'ingresso secondario, si scorgono i caseggiati (14) per
falegnameria, scenografi, formatori; e i magazzini generali. Attiguo ['I6) è il
reparto ingrandimenti fotografici.
Passando ora sulla sinistra degli studiì, cioè a dire dalla parte
opposta rispetto all'asse principale della Città, vediamo subìto innalzarsi
verso il cielo (17) una grande torre-pozzo, che per gli impianti di raffreddamento
e per ì casi d'incendio possa fornire la considerevole massa d'acqua necessaria
con una pressione di 3-4 atmosfere. Alla sommità della torre è una piattaforma
girante per grandiose prese dall’alto, verso il vasto terreno libero
circostante.
Retrocediamo verso l'ingresso principale; ecco apparirci, in posizione
appartata e protetta per le particolari condizioni ed esigenze di lavoro, cinti
da mura come una vera torre d'acciaio sottratta ad ogni curiosità e ad ogni
intervento di estranei, i fabbricati contenenti gli impianti di sviluppo e
stampa (18) e i laboratorii di montaggio [19], i più moderni c completi
d'Europa. Anche qui, come d’ovunque, separazione e coordinamento delle
lavorazioni, secondo un criterio logico e rigoroso.
Tornando verso il centro del parco-giardino, s'incontra l’edificio
tecnico del suono e della proiezione; la parte essenziale cioè, il cuore stesso
di tutto il complesso degli impianti, e che richiede in conseguenza lo studio
più attento e la cura più delicata. L'edificio (21) consiste di quattro studii,
con cabine ed impianti fissi Il più importante verrà eseguito con originale
struttura interna 'a campana', a perfetta tenuta acustica, e servirà per le registrazioni
sonore speciali ce per il missaggio. Altri due saranno adibiti alla
sincronizzazione (con pareti mobili onde permettere la variazione delle
riverberazioni e raggiungere le diverse tonalità richieste): e l'ultimo, il più vasto, sarà
dedicato alle grandi orchestre.
In prossimità di questo padiglione quadripartito si erge, costruito
secondo le più perfette regole dell'acustica, un bel fabbricato modernissimo
(22)., una sala di proiezione modello:
cioè un cinematografo non diverso sostanzialmente da quelli destinati al
pubblico, ma concepito e realizzato in guisa da consentire una riproduzione
sonora assolutamente perfetta e quindi da dar modo di giudicare con decisione
assoluta sul valore conclusivo del film realizzato, dal duplice punto di vista
del rendimento fotografico e sonoro.
Altri edifici degni di rilievo, e coi quali concluderemo il nostro
troppo rapido giro, quello (24) destinato alla Direzione Generale ed agli
uffici dei reparti costruzione, lavorazione, approvvigionamenti e personale; il
ristorante principale (25}; il fabbricato (26) per operatori, macchinario
speciale da presa, trucks sonori per
esterni, ecc.
A vantaggio dei curiosi si può aggiungere che sono inoltre previsti: un
reparto con teatro miniature-trucchi e cartoni animali, dotato di piattaforma
girevole per film a corto metraggio di propaganda e pubblicità; nonché un
teatro di ripresa speciale dei trucchi per la riproduzione senza scenografia.
Come si vede, lo strumento è pronto.
Auguriamo che altrettanto pronto ed adeguato sia lo spirito, a renderci
anche in questo campo un primato che fu nostro.
Frattanto dobbiamo segnalare, ad onore e ad auspicio della
grande iniziativa, il provvido ausilio della Direzione Generale della
Cinematografia, che mostra, ancora una volta, di essere all’altezza dei tempi e
del suo compito, e la salda intraprendenza dell’on. Roncoroni, che reca in
questo non facile e non semplice mondo cinematografico la presenza operante e
la garenzia di un industriale serio ed esperto. (Fine)
G. PAOLUCCI DI CALBOLI, in CINEMA, Anno I,Luglio Dicembre 1936, XV
lunedì 20 giugno 2016
Cinecittà al Quadrato
Sono ormai lontanissimi i tempi, da noi e altrove, nei quali il problema dell’impianto di uno stabilimento per riprese cinematografiche si esauriva nella semplice costruzione di uno o più studi con servizi annessi. Tutti ricordano l'epoca in cui nelle principali città italiane, a Roma, Milano, Torino. Firenze ecc. sorsero qua e là, senza un piano prestabilito, senza collegamento alcuno tra di loro, senza un esame accurato del terreno e dell’ubicazione, i tipici capannoni dell’età d'oro della nostra cinematografia tra l’anteguerra e il dopoguerra.
In Europa, gli stabilimenti dell’Ufa a Neubabelsberg; in America, i tantissimi di Hollywood e Los Angeles, vennero poi a dare il senso delle molteplici necessità d'ogni ordine che un centro di produzione cinematografica deve tenere presenti, se vuol conciliare - come è necessario - le ragioni sottili dell’arte con quelle imperiose ed estremamente complesse della vitalità industriale, nonché con le esigenze sempre crescenti della tecnica.
Mettendo mano ai nuovi grandiosi stabilimenti della Cines - ideati dall’architetto Peresutti - e che saranno pronti nel giorno del Natale di Roma dell'Anno XV - l' Italia può dirsi certa di aver soddisfatto con visione organica e totalitaria all'insieme di codeste esigenze. E' lecito anzi dire che il progetto è stato concepito con tale larghezza di vedute e modernità di criteri da porre la Città del Cinema, dal lato dell’attrezzatura industriale, all’avanguardia degli stabilimenti maggiori del mondo.
Pensiamo che possa riuscire interessante per il vasto pubblico amante dello schermo, ma ignaro generalmente dei formidabili quesiti d'ogni genere connessi alla produzione filmistica, compiere in nostra compagnia un rapido giro per il sonante cantiere del Quadrato.
Ma ecco subito la prima domanda del lettore: “ Perché il Quadrato? “ E un secondo chiederà: « Non sarebbe stata più comoda una località più prossima al centro? ›› Ma un terzo: Non era meglio, allora, andare anche più lontani, staccarsi completamente dal traffico e dal rumore di Roma? “
A questi interrogativi conviene rispondere con un interrogativo: “Perché è stata scelta una zona proprio al limite del piano regolatore? “
Bisogna tenere presente che ben ideato e ben situato e prima di tutto quel centro cinematografico che può provvedere senza il minimo impaccio a|l'approvvigionamento rapido, semplice, economico di mezzi e di uomini. Coloro che hanno qualche pratica della lavorazione e ne conoscono i mille continui svariati bisogni, ci possono dire come sia essenziale potersi procurare nel più breve tempo ce senza soverchia spesa di trasporto i materiali occorrenti, e far giungere fresco e riposalo sul posto il “ materiale umano “ (attori, tecnici, maestranze. ecc.). Se questo punto di vista, consiglierebbe la scelta di un luogo centrale in una grande città, la gente del mestiere sa d'altra parte tutti gli inconvenienti insormontabili di una simile scelta (i vecchi stabilimenti Cines di via Vejo, benché non centralissimi, soffrivano molto di questo difetto). La Città del Cinema al Quadrato, posta proprio al limite del piano regolatore della Grande Roma, consente i più agevoli e fulminei trasporti di masse dal centro in pochi minuti e con dispendio minimo. E si capisce cosa significa avere alle spalle una grande città come Roma: serbatoio inesauribile per tutto ciò che possa occorrere, da un contorsionista a un pappagallo ammaestrato, da una colubrina a un competente di storia del Rinascimento, da uno strabico a un cassone intagliato: per tutto quanto riguarda, in due parole, arredamento, tipi, masse, artigiani specializzati, mezzi tecnici, ausiliari e via dicendo. Non ultimo vantaggio. quello di consentire ad artisti, tecnici, comparse, operai, di raggiungere immediatamente, e in qualunque ora del giorno e della notte, il posto di lavoro senza per questo restar estraniati totalmente dall’ambiente familiare, come accade fatalmente là dove la distanza dalla città sia di 30, 40 o 50 chilometri. Si pensi infine, per fare un esempio significativo, alle possibilità che offre una Città come la Capitale, nel campo musicale, d'impiego collettivo e singolo per lavori cinematografici, senza che i vari esecutori debbano interrompere od annullare i loro contratti o le loro posizioni di impiego. In due ore essi possono raggiungere la località, compiere la parte, tornar liberi per le loro normali attività. Concludendo, i nuovi stabilimenti Cines sono dentro la città, e in pari tempo totalmente isolati da essa; sono alle porte di Roma, ed hanno intorno un immenso respiro di terreni, cosi da consentire qualunque possibilità in fatto di “esterni“.
Il centro sorge sulla via Tuscolana al settimo chilometro e copre un'area di circa 600.000 metri quadrati. ll complesso degli stabilimenti ed edifici collegati e giardini occuperà a sua volta un'area di circa 120.000 mq., rimanendo cosi circa 480.000 mq. di terreno a disposizione per costruzioni di esterni e movimento di grandi masse. Queste semplici cifre bastano a suggerire la grandiosità dell'opera. (continua)
In Europa, gli stabilimenti dell’Ufa a Neubabelsberg; in America, i tantissimi di Hollywood e Los Angeles, vennero poi a dare il senso delle molteplici necessità d'ogni ordine che un centro di produzione cinematografica deve tenere presenti, se vuol conciliare - come è necessario - le ragioni sottili dell’arte con quelle imperiose ed estremamente complesse della vitalità industriale, nonché con le esigenze sempre crescenti della tecnica.
Mettendo mano ai nuovi grandiosi stabilimenti della Cines - ideati dall’architetto Peresutti - e che saranno pronti nel giorno del Natale di Roma dell'Anno XV - l' Italia può dirsi certa di aver soddisfatto con visione organica e totalitaria all'insieme di codeste esigenze. E' lecito anzi dire che il progetto è stato concepito con tale larghezza di vedute e modernità di criteri da porre la Città del Cinema, dal lato dell’attrezzatura industriale, all’avanguardia degli stabilimenti maggiori del mondo.
Pensiamo che possa riuscire interessante per il vasto pubblico amante dello schermo, ma ignaro generalmente dei formidabili quesiti d'ogni genere connessi alla produzione filmistica, compiere in nostra compagnia un rapido giro per il sonante cantiere del Quadrato.
Ma ecco subito la prima domanda del lettore: “ Perché il Quadrato? “ E un secondo chiederà: « Non sarebbe stata più comoda una località più prossima al centro? ›› Ma un terzo: Non era meglio, allora, andare anche più lontani, staccarsi completamente dal traffico e dal rumore di Roma? “
A questi interrogativi conviene rispondere con un interrogativo: “Perché è stata scelta una zona proprio al limite del piano regolatore? “
Bisogna tenere presente che ben ideato e ben situato e prima di tutto quel centro cinematografico che può provvedere senza il minimo impaccio a|l'approvvigionamento rapido, semplice, economico di mezzi e di uomini. Coloro che hanno qualche pratica della lavorazione e ne conoscono i mille continui svariati bisogni, ci possono dire come sia essenziale potersi procurare nel più breve tempo ce senza soverchia spesa di trasporto i materiali occorrenti, e far giungere fresco e riposalo sul posto il “ materiale umano “ (attori, tecnici, maestranze. ecc.). Se questo punto di vista, consiglierebbe la scelta di un luogo centrale in una grande città, la gente del mestiere sa d'altra parte tutti gli inconvenienti insormontabili di una simile scelta (i vecchi stabilimenti Cines di via Vejo, benché non centralissimi, soffrivano molto di questo difetto). La Città del Cinema al Quadrato, posta proprio al limite del piano regolatore della Grande Roma, consente i più agevoli e fulminei trasporti di masse dal centro in pochi minuti e con dispendio minimo. E si capisce cosa significa avere alle spalle una grande città come Roma: serbatoio inesauribile per tutto ciò che possa occorrere, da un contorsionista a un pappagallo ammaestrato, da una colubrina a un competente di storia del Rinascimento, da uno strabico a un cassone intagliato: per tutto quanto riguarda, in due parole, arredamento, tipi, masse, artigiani specializzati, mezzi tecnici, ausiliari e via dicendo. Non ultimo vantaggio. quello di consentire ad artisti, tecnici, comparse, operai, di raggiungere immediatamente, e in qualunque ora del giorno e della notte, il posto di lavoro senza per questo restar estraniati totalmente dall’ambiente familiare, come accade fatalmente là dove la distanza dalla città sia di 30, 40 o 50 chilometri. Si pensi infine, per fare un esempio significativo, alle possibilità che offre una Città come la Capitale, nel campo musicale, d'impiego collettivo e singolo per lavori cinematografici, senza che i vari esecutori debbano interrompere od annullare i loro contratti o le loro posizioni di impiego. In due ore essi possono raggiungere la località, compiere la parte, tornar liberi per le loro normali attività. Concludendo, i nuovi stabilimenti Cines sono dentro la città, e in pari tempo totalmente isolati da essa; sono alle porte di Roma, ed hanno intorno un immenso respiro di terreni, cosi da consentire qualunque possibilità in fatto di “esterni“.
Il centro sorge sulla via Tuscolana al settimo chilometro e copre un'area di circa 600.000 metri quadrati. ll complesso degli stabilimenti ed edifici collegati e giardini occuperà a sua volta un'area di circa 120.000 mq., rimanendo cosi circa 480.000 mq. di terreno a disposizione per costruzioni di esterni e movimento di grandi masse. Queste semplici cifre bastano a suggerire la grandiosità dell'opera. (continua)
G. PAOLUCCI
DI CALBOLI, in CINEMA, Anno I,Luglio Dicembre 1936, XV
mercoledì 15 giugno 2016
FRONTE CALABRO- SICULO DEL CINEMA
CIRCOLI DEL CINEMA
F.I.C.C.
Il giorno 21ottobre 1954 si è svolto a Messina il primo Convegno dei
Circoli del Cinema calabresi e siciliani.
Erano presenti i Circoli del Cinema di Reggio Calabria (promotore del
Convegno) di Palermo, di Bagheria, di Siracusa, di Milazzo, di Messina, dl
Catania, di Caltanissetta.
I lavori si sono svolti sulla base del seguente ordine del giorno:
1) Reperimento film: scambio di notizie sulle varie fonti (case di
noleggio, privati, ecc.) e aggiornamento reciproco degli elenchi di film a
disposizione di ciascun Circolo.
2) Programma: studio delle possibilità concrete di organizzare
programmi comuni al fine di diminuire le spese di noleggio, trasporto. ecc.
3) Organizzazione di programmi, scambio di conferenze e dibattiti (in
occasione di proiezioni e no) tenute o presiedute da dirigenti degli stessi
Circoli calabresi e siciliani.
4) Illustrazione dei film: scambi di proposte sulla redazione di una
scheda – tipo. Studio della possibilità di redigere uniche per le proiezioni
organizzate in comune.
5) Creazioni di sezioni circolistiche aventi scopo di sviluppare
energie culturali collaterali.
6) Pubblicazione di un periodico su cui dibattere i problemi dei
Circoli calabresi e siciliani (e meridionali in genere).
7) Rapporti tra Circoli e SIAE.
8) Manifestazione riguardante “ II Mezzogiorno nel cinema "; suggerimenti
e proposte per l’organizzazione di proiezioni e dibattiti con carattere di
organicità su tale argomento.
9) Rapporti tra Circoli Meridionali e F.I.C.C.
10) Rapporti tra Circoli alla F.I.C.C.. e associazioni cinematografiche
aderenti ad altri organismi nazionali.
11) Pubblicazione di saggi, studi, ecc.
Essi hanno portato i seguenti risultati:
Punto 1. - La Commissione all'uopo incaricata ha presentato un elenco
provvisorio di film, redatto in base agli elenchi particolari presentati dai
singoli Circoli. Il Circolo di Reggio Calabria, incaricato di raccogliere gli
ulteriori dati, curerà di compilare l’elenco definitivo generale da inviare ai
Circoli interessati.
Punto 2. - Ogni Circolo comunicherà a tutti gli altri proprio programma
di massima per il prossimo anno sociale, al fine di stabilire il numero di
eventuali passaggi di uno stesso film e di condurre così trattative in comune con
il noleggio. Ciò renderà possibile una riduzione delle spese di trasporto, ecc.
Punto 3. - La Commissione all’uopo incaricata ha presentato un elenco
provvisorio di conferenze e
dibattiti-scambio, redatto sulla base delle proposte avanzate dal singoli Circoli. Il programma e
il seguente: “ ll Mezzogiorno nel cinema italiano dal dopo-guerra “ (reI. F. Zannino); “Rapporti tra la
letteratura siciliana calabrese e la visione cinematografica nel Mezzogiorno
(rel. F. Piscitello del C. di Palermo); “ La musica nel
film (rel. N. Cacia del C. di Milazzo);
“ Visconti e Zavattini “ (rel. E.Fidora del C. di Palermo); “ Rapporti
tra cinema italiano e storia del costume “ (rel. N. Salanitro del C.U.C. di
Catania.
Punto 4. – Ogni circolo si atterrà ai criteri che riterrà più opportuni
nella redazione delle proprie schede illustrative. Per le manifestazioni in
comune verrà presa in considerazione opportunità di redigere un opuscolo
illustrativo unico.
Punto 5. - Ogni Circolo curerà la collaborazione con gli altri organismi
culturali operanti nel proprio ambito, istituendo all'uopo sezioni circolistlche
composte di soci dello stesso Circolo del Cinema, i quali facciano anche parte
delle altre organizzazioni. Ciò naturalmente tenuto conto delle particolari
condizioni in cui opera ogni Circolo.
Puma 6. – Stabilisce di dare
vita ad un bollettino possibilmente mensile, comprendente una parte documentativa
dell’attività dei Circoli ed una parte a carattere monografico dedicata prevalentemente
ai problemi cinematografici riguardanti il Mezzogiorno. La Direzione e la
Redazione avranno sede presso il Circolo dal Cinema di Reggio Calabria. Il
Comitato di Redazione sarà composto dai responsabili dei singoli Circoli. La
stampa e la dissuasione saranno curate dal Circolo del Cinema di Palermo.
Punto 7. – Si stabilisce che nella mozione conclusiva del Convegno sia
dato mandato alla F.I.C.C. di trovare al più presto una soluzione definitiva
dell’importante problema dei rapporti tra Circoli e la SIAE. Tale soluzione
dovrebbe essere preceduta da un’inchiesta su scala nazionale, intesa ad
accertare i singoli accordi esistenti localmente tra i Circoli e la SIAE.
Nell’accordo comunque non dovrebbe più figurare la suddivisione in categorie
perché dannosa per i Circoli economicamente più deboli.
Punta 8. – Ogni Circolo organizzerà una mostra comprendente i seguenti
film, tutti reperibili in comune mercato: 1860
di Blasetti, Anni difficili di
Zampa, La terra trema di Visconti,Il cammino della speranza di Germi, Due soldi di speranza di Castellani, Un marito per Anna Zaccheo di De Santis, oltre ai seguenti
documentari: Cristo non si è fermato ad
Eboli di Gandin, Viaggio nel sud
e Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato
di Lizzani. La manifestazione sarà completata dalla compilazione dl un opuscolo
dedicata all’argomento e corredato da filmografia e bibliografia.
Punta 9. - Viene auspicata una sempre più stretta collaborazione tra I
Circoli calabresi e siciliani e la F.I.C.C.
Punto 10. – Ogni farà il possibile per stabilire contatti di carattere
organizzativo e culturale con le associazioni cinematografiche aderenti agli
altri organismi circolistici nazionali.
Puto 11. - Di dare vita ad un Centro di Coordinamento calabro-siculo
con sede presso il Circolo del Cinema di Reggio Calabria e con i seguenti
compiti: rapporti tra i Circoli calabresi e siciliani e di questi con la
F.I.C.C.
Punto 12. – Verrà curata una pubblicazione comprendente : 1) una
Introduzione riguardante il movimento circolistico nel Mezzogiorno (origini,
sviluppi, prospettive); 2) cenni illustrativi dell’attività svolta e da svolgere
dei singoli Circoli Meridionali; 3) resoconto delle iniziative più importanti
prese dai Circoli dal Cinema meridionali; 4) nota sul cinema del Mezzogiorno (film,
pubblicazioni, mostre, ecc); 5) inchiesta sul pubblico cinematografico
meridionale (città e provincia) 6) inchiesta sulla stampa cinematografica nel
Mezzogiorno; 7) rapporti tra cinema e scuola nel Mezzogiorno; 8) rapporti tra
cultura cinematografica e cultura generale nel Mezzogiorno.
A chiusura dei lavori si è deciso di tenere ogni anno un Convegno dei
Circoli del Cinema calabresi e siciliani abbinandolo possibilmente ad una
manifestazione di particolare rilievo.
I Circoli presenti al Convegno
hanno infine approvata la seguente mozione:
”Premesso che
l’approvvigionamento del film nel Mezzogiorno è particolarmente difficile, a
causa, soprattutto, dello scarso numero di Agenzie di distribuzione e di fonti
di reperimento in genere; che la preparazione del materiale critico
illustrativo dei film presenta gravi difficoltà a causa dell’insufficienza
economica dei Circoli del Cinema calabresi e siciliani (e meridionali in
genere), causata soprattutto dall’alto costo dei film, rende estremamente
gravoso il pagamento dei diritti erariali;
raccomandano al nuovo Consiglio Direttivo
della F.I.C.C.: 1) di allestire, per il corrente anno sociale, un congruo
numero di programmi ai quali i Circoli Meridionali possano largamente
attingere, sopperendo così alle deficienze di reperimento sul piano locale e di
distribuire comunque, al più presto, un ampio catalogo di film reperibili anche
su normale mercato; 2) di fornire ai Circoli un adeguato materiale documentario
sul quale essi possano basarsi per la preparazione dal materiale
critico-illustrativo dei film; 3) di promuovere una inchiesta sui rapporti
intercorrenti tra i singoli Circoli e le Agenzie della SIAE che serva da piano
nazionale alle condizioni più favorevoli;
raccomandano inoltre che il
nuovo Consiglio Direttivo dedichi particolare attenzione ai Circoli del
Cinema Meridionali e applichi nei loro
confronti tutti quei provvedimenti che ne possano facilitare il funzionamento;
si impegnano, da parte loro,
ad una collaborazione sempre più stretta con gli organi direttivi della
F.I.C.C., così come a promuovere, ciascuno nel proprio ambito di attività,
intese di carattere organizzativo e culturale con le associazioni cinematografiche aderenti ad altri organismi
nazionali, al fine di contribuire al superamento dell’attuale stato li
divisione e in armonia con quanto auspicato al VII Congresso di Venezia ".
Pubblicato su CINEMA n. 144
del 10 novembre 1954
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