Joel and Ethan Coen, The Ballad of Buster Scruggs, 2018
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
domenica 2 dicembre 2018
giovedì 29 novembre 2018
Film di Gangster - Force of Evil
ll
film di « gangster » riemergeva in due forme durante il periodo post-bellico.
In Dillinger [1945] venivano
soppiantati sia il «milieu ›› urbano sia la figura dell'immigrato cattolico. La
sua flgura centrale era John Dillinger, il lupo solitario americano e
protestante che aveva operato nel Middle West semi-rurale prima che fatidica telefonata
informasse gli agenti federali del cinema in cui era andato a mischiarsi tra la
frolla. Questo tipo di film di « gansters ›› non è molto diffuso: suoi rari
esempi sono dati da They Live by Night
(1948, La donna del bandito), Bonny and
Clyde (1967, Gangster Story] di
Arthur Penn, The Moonshine War [1970,
I contrabbandieri degli anni ruggenti)
di Richard Quine, ecc. Qui il « gangster ›› non muore per strada ma in campagna
o in un rifugio di montagna e il tratto di maggior interesse è dato
dall'accostamento traumatico tra la violenza urbana e lo scenario pastorale,
quale risulta da High Sierra (1941, Una pallottola per Roy] di Raoul Walsh e
dal suo « remake » Tutto finì alle sei
di Stuart Heisler.
La seconda forma è rappresentata da Kiss of Death [1947, Il bacio della morte) di Henry Hathaway
e Force of Evil (1949) di Abraham
Polonsky.
Entrambi i film si basano su un personaggio che deve compiere
una scelta morale e ideologica circa la sua posizione nei confronti del mondo
del crimine, né più né meno come succede nel più tardo Party Girl (1958, Il dominatore
di Chicago) di Nicholas Ray. Nel coraggioso Force of Evil, oltre alla presentazione del dilemma morale che
angustia un avvocato [John Garfield sul listino di paga di un capobanda [Roy
Roberts), si assiste alla inequivocabile denuncia della relazione necessaria
tra crimine e società capitalistica (la stessa denuncia di Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin e di The Honeymoon Killers di Leonard Kastlel. Assistiamo qui all'insorgenza
di un sotto-genere dal chiaro orientamento di sinistra, erede della tradizione
del romanzo « muckrake ›› {letteralmente: rastrello da fango), che aveva prosperato
in America tra il 1902 e la prima guerra mondiale e che mirava a denunciare la
corruzione esistente in ogni campo, dalla politica agli altari. Proverbiale era
la corruzione della Tammany Hall, il più importante circolo del Partito Democratico
a New York, e diffusissima era l’istituzione delle « lobbies ››, ricchissimi e
lussuosi focolai di intrighi e di provocazioni nelle capitali di ogni stato,
nella capitale federale e in ogni città del paese che si avvalevano di un
esercito di azzeccagarbugli e politicanti che avevano il compito di partecipare
ai comitati elettorali e alle assemblee di partito, circuire i giurati, subornare
i giudici, catturare voti, adoprarsi con tutte le loro forze ed ogni mezzo a
favore di un singolo gruppo. (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
mercoledì 28 novembre 2018
Cinema sui muri - Vittorio Cottafavi
Vittorio Cottafavi
1914 - 1998
La rivolta dei gladiatori, 1958
Messalina Venere Imperiale, 1959
Le legioni di Cleopatra, 1959
La vendetta di Ercole, 1960
Ercole alla conquista di Atlantide, 1961
Le vergini di Roma. 1961
I cento cavalieri, 1964
lunedì 26 novembre 2018
A brilliant Italian screenwriter named Luciano
Luciano Vincenzoni
1926 - 2013
What’s the big difference between Sergio
Leone’s A Fistful of
Dollars and the
sequel, For A Few Dollars
More? The sequel
is infinitely better because it has a lot of humor, missing in the first film,
which was a flat-out rip-off of Akira Kurosawa’s Eastern western, Jojimbo. And what makes Leone’s The Good, The Bad, and The Ugly the best of the three? It’s even funnier,
wittier. Now who was responsible for this much-needed comic vision? A brilliant
Italian screenwriter named Luciano Vincenzoni, who also contributed to a number
of Italian classics (like Seduced and Abandoned and The Birds, The Bees, and the Italians) directed by the great director-actor Pietro
Germi.
As a person, Luciano was an absolute delight. I
had the good fortune to work with him first back in 1969 when I was asked to
direct the Leone-produced Duck, You Sucker (which eventually became A Fistful of Dynamite, and directed by Leone). Luciano and I had a
great time together in Rome, trying to please Sergio, and laughing a lot. He
was a true original, with an incredibly fertile imagination, and plot-twists
poured out of him like water from a deep well. He had a superb sense of humor,
of course, and a rollicking grasp of the absurd.
It’s this trait that made it easier for him to work with Sergio, who was
most like a flamboyant ten-year-old playing at cowboys and Indians, endlessly
acting out a showdown, for example, between one outlaw and another: “Clink,
clink,” indicating spurs, then his hand spins out an imaginary six-gun, and,
“Bang, bang!” Following this, he might say that the character is, naturally, we
should understand, none other than Jesus Christ.
To function with Sergio, as Luciano did for a while (until they finally had
a violent split), the writer had to have patience and a privately held attitude
of splendid derision. He and I used to roar with laughter after a typical
session with Leone, which was nothing if not surreal. This humor of Luciano’s
is what makes Leone’s best films so entertaining: the writer didn’t take it all
seriously, and that made for a lack of pretense and a free-wheeling sardonic
attitude to the material he was turning out.
Luciano was like the perfect Italian: charming, humorous, amorous,
self-deprecating, handsome, and worldly. Sad to say, Luciano passed away last
month at the age of 87, and I will always miss him. He was one of a kind.
Peter Bogdanovich
Foto e testo qui:
domenica 25 novembre 2018
giovedì 22 novembre 2018
All unfortunates are unfortunate
To paraphrase
Tolstoy...
all unfortunates are
unfortunate in their own way.
And everyone faces
death differently.
Come dice Tolstoj …
Tutti gli sfortunati sono sfortunati a modo loro.
E ognuno affronta la morte diversamente.
Yoji Yamada, Ototo, 2010
mercoledì 21 novembre 2018
Iscriviti a:
Post (Atom)