Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
lunedì 8 ottobre 2018
domenica 7 ottobre 2018
0.5ミリ
When man is pushed to
extremes his spirit shines and overcomes the extremity.
And he will awaken as
an individual.
And he will move a
mighty mountain.
The mountain is our collective
spirit.
One spirit can move it
up to 0.5 millimeters.
But if everyone pushed
0.5 mm together even a mountain could be moved marking the start of a
revolution
Quando un uomo viene spinto agli estremi il suo spirito s’illumina e supera
i momenti più difficili.
E si desta come un individuo.
E smuoverà una possente montagna.
La montagna è il nostro spirito collettivo.
Uno spirito può smuoverla di 0.5 millimetri. Ma se tutti spingono per
0.5 millimetri anche una montagna
può essere spostata indicando l'inizio di una rivoluzione.
Momoko Andō, 0.5
mm (0.5ミリ) 2014
giovedì 4 ottobre 2018
Film di Gangster - Rise & Fall
Oltre
a prestarsi al trapianto di ogni genere di misfatto il mondo cattolico dei
«gangsters », secondo l`ottica sessuofoba del calvinismo puritano, si pone come
luogo di insediamento delle più torbide relazioni sessuali: Rico Bandello in Little Caesar schiva le donne e il film
abbonda di cospicui suggerimenti di un rapporto omosessuale con il suo amico ballerino;
in Scarface Tony Camonte ha
chiaramente una relazione incestuosa con la sorella Cesca; in Public Enemy
l'irlandese Tom Powers (James Cagney) ha un'attrazione così irresistibile verso
le donne da evocare una compulsione di tipo aberrante; in Christmas Holiday (1944) di Robert Siodmak (che però più di un film
di « gangsters ›› è un in gangster drama ) la relazione tra Gene Kelly e la
madre è di tipo incestuoso e il suo comportamento tradisce tendenze
omosessuali; in White Heat (1950, La furia umana) di Raoul Walsh, il
dinamismo epilettico di James Cagney raggiunge il suo acme nel grande
refettorio del carcere, alla notizia, passatagli di recluso in recluso, della
morte della madre; in The Big Heat
[1953, Il grande caldo) di Fritz
Lang, alle spalle del « gangster ›› Lagana (Alexander Scourby), sul caminetto
del suo studio, ricavato nel retro del locale notturno che gli fa da copertura,
troneggia un grande ritratto della madre; ecc.
E ogni film non è che il precipitato di un’ascesa e di
una caduta, il cui meccanismo iterativo viene illustrato dalla logica
completamente simbolica ed astratta che domina [sin dallo stesso titolo] The Rise and Fall of Jack Diamond [Jack Diamond gangster) di Budd
Boetticher. Di fatto ogni film di «gangster ›› non fa che celebrare una
sanguinosa scalata al successo e al potere, connotando sinistramente l'individualismo
che sorregge la società americana, durante la quale i vari «mobstens›› che si
succedono sullo schermo sgranano il rosario delle loro vittime, rivali,
pericoli ed ostacoli frapposti al loro « self-fulfilment ››; in un secondo momento,
immancabilmente, si assiste al loro fragoroso tonfo finale. Così li vediamo morire
di morte violenta per le strade, senza risparmi di tratti spesso beffardi e
canzonatori: in Little Caesar Rico
Bandello muore crivellato di colpi sotto il gigantesco cartellone pubblicitario
che annuncia la conquista del successo nel non meno elettrizzante mondo del
varietà da parte dell'amico ballerino; in Scarface
Gaffney (Boris Karloff) viene colto nel gesto di lanciare una biglia verso i
birilli in un « bowling »; mentre la macchina da presa segue il percorso di essa
si sentono alcune esplosioni che ci avvertono che è stato ucciso, poi vediamo
la biglia abbattere i birilli uno dietro l'altro, anche se Galfney non potrà mai sapere che il suo era un tiro fortunato;
ecc. Ma, a parte questi tratti ironici, la figura del « gangster ›› rimane
quella di un eroe tragico (come suona ll titolo del già citato studio di Robert
Warshow] e la parabola della sua ascesa e della sua caduta quella di una «
morarlity play ›› secolarizzata, in cui alla tradizionale maschera di «
Everyman ›› succedono i connotati del più complesso plebeo in rivolta.
Secolarizzazione che avviene anche nei confronti della tradizione del romanzo
gotico (le cui affinità con il genere in questione sono state illustrate): così
come nel film di « gangsters ›› l’orrore è l'orrore sociale,
nell'immagine finale di Public Enemy
la figura della Mummia, propria di quella tradizione, viene sostituita dal
cadavere di Tom Powers, interamente ricoperto di bende e sorretto in posizione
verticale dalla porta di casa sua, contro la quale lo hanno appoggiato i suoi
anonimi carnefici. Altro caso di secolarizzazione della « ghost-story » in
nome di un « noir ›› tutto da cogliere sul versante del sociale è quello di Point Blank (1967, Senza un attimo di tregua] di John Boorman, in cui si assiste alla
resurrezione e alla spietata persecuzione di tutti coloro che l'avevano tradito
del lupo solitario Walker (Lee Marvin), che, come dice il nome non è che il
rimpolpamento di ogni « Ombra che Cammina ›› [in inglese « to walk ›› =
camminare; senza dimenticare che Walker è lo pseudonimo dell'Uomo
Mascherato, che in America non si chiama così ma Phantom, e cioè fantasma).
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
mercoledì 3 ottobre 2018
BALLATA DELLE FIGURINE DEL TEMPO CHE FU
Per un`antica depravata disposizione ad amare i destini più spenti, o forse perché nel baratto di una diva
o divo contro quattro comparse mi sentivo di far mercato,
non collezionai Greta, Marlene, Ramon Novarro, ma Una Merkel, Eric Blore, Elsa
Lancaster. Ancora oggi, se mi piace immalinconirmi, non mi chiedo dov’è sepolta
la «famiglia reale» di Broadway, dove sono Gloria, Norma, Pola, né dov'è Flora
la bella Romana, Archipiade, Taide; ma penso all’erba che copre l’amabile naso di
Jimmy Durante, alla cassa di quercia dove s’allunga in divisa di gala Aubrey
Smith; immagino Donald Meek che offre whisky, timidamente, sopra un traghetto
del Lete; Misha Auer che urla in russoski d'avere freddo, di non capire come d'un
tratto tanta terra gli sia entrata negli occhi. Talvolta, d'estate, li rivedo
in tv. Già dai titoli di testa mi salutano fiocamente: il postiglione Andy Devine,
il gangster Lloyd Nolan, il maggiordomo Edward Everett Horton, il poliziotto
Nat Pendleton. E ancora gli svaniti, le svanite, quel bambolotto di ciccia che
invita sempre a ballare la Hepburn... Tutti con modi e facce di totale
innocenza, benché, quando cominciano a muovere le labbra, sia subito chiaro che
sanno d'esser morti, e non una, ma due volte. Sanno di vivere ormai solo la
vita fuggiasca della mia mente, e che quanto prima usciranno di scena una terza
volta, e per sempre.
Gesualdo Bufalino, Museo d’ombre, Sellerio editore, Palermo
1982
lunedì 1 ottobre 2018
Kirin-san
"She practices small movements again and again so she can play someone who’s lived in the same place for tens of years.” Hirokazu Kore-eda
"Actresses these days, have stopped revealing themselves; revealing what’s inside them. They tend to hide what possibly may be ugly about them. And because of that, naturally, a lot of roles end up coming towards my way". Kirin-san
Kirin Kiki (樹木 希林 Kiki Kirin?)
1943 - 2018
Hand Printing Ceremony
Pusan, also Busan, South Korea
12th International Film Festival
Oct 4 (Thu) 2007 - 22:30 - Ennio MORRICONE Hand Print.
domenica 30 settembre 2018
The Roads
Rough roads teach you
more.
Obscure roads give you
clarity.
Punishing roads expose
life for what it is.
Nothing in life is
wasted.
Le strade difficili sono migliori maestre.
Le strade oscure rendono le cose più chiare.
Le strade più dure dipingono la vita per com’è davvero.
Nulla nella vita è sprecato.
Momoko Andō, 0.5 mm (0.5ミリ) 2014
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