mercoledì 25 maggio 2016

Nel segno di Marguerite

Margherita de la Motte
 È nota in Italia da parecchi anni. L’abbiamo vista, graziosissima, attraente, in due films di Douglas  nel Segno di Zorro e in Douglas inventore per burla. E’ nata a Duluth negli Stati Uniti nel 1903 da genitori di orgine francese e giovanissima si dedicò alla danza. Douglas apprezzò presto le sue qualità e l’ingaggiò per alune films; successivamente vedendo in lei un’artista di grande avvenire, le affidò parti di maggiore importanza ed eccola a fianco di Zorro nel film famoso che diede, anche a lei, fama ed onori. Bionda, intelligente, alta, amante della musica e compositrice, Margherita de la Motte ha un sicuro avvenire innanzi a sé. Per la storia diciamo pure che non è maritata.

Cine-Cinema Anno II -N. 7, Aprile 1926

domenica 22 maggio 2016

Piccoli maestri contaminanti

OGGI

Nell’industria cinematografica la contaminazione è una consuetudine o per meglio dire una soluzione. Che ne dite della contaminazione più estrema: la cineteca italiana per stornare il pubblico anziano dalla televisione e quello più giovanile dal web fa salire in cattedra accanto ad un critico d’assalto o un pantofolaio alla Canova gli italici registi del B Movie se non dell’ultra b movie. Uno di questi fu Antonio Margheriti alias Anthony Dawson alias Antony M. Dawson. Altresì ad omaggiarlo ci pensano Tarantino ed i suoi “ bastardi senza gloria”. Per la verità dapprima, ed in vita, aveva provveduto il Maestro dei Piccoli Maestri quando, nel 1972, gli affidò la seconda unità e gli effetti speciali di Giù la Testa.
Nelle contaminazioni cinematografiche Antonio Margheriti era un gentlman garbato, prova ne è Ursus il terrore dei kirghisi del 1964. Per farla breve, capita spesso che un genere, o se preferite un filone, quando va ad esaurirsi lo si innesta con altro più fresco. In questo caso il mitologico, il peplum,  Margheriti lo riattiva con l’horror alla Edgar Allan Poe e la suspence hitchcockiana; ancora, il maestro della suspence viene derubato anche delle sue incursioni nella psicanalisi presenti in Io ti salverò. Ecco, Ursus per mezzo delle sue trasformazioni orrorifiche vuole salvare la fanciulla che lo ama facendole riacquistare la memoria perduta, causa un delitto quando non era che una infante.
 Per confezionare questa ragguardevole messa in scena Antonio Margheriti ricorre alla sapienza nelle luci di Gabor Pogany e per dare un lustro più intellettuale alle azioni ad Ettore Manni che in quegli anni si destreggiava tra Antonioni, Cottafavi e Tony Richardson. Vi partecipa anche il cattivone Furio Meniconi che a tratti ci ricorda Livio Lorenzon a tratti Orson Welles.FINE
Antonio Margheriti
1930 - 2002

Furio Meniconi
1924 - 1981



lunedì 16 maggio 2016

Il cinema è emulsione




Dorothy Arzner, Get your man, 1927

Clara Bow attrice del parlante

Le disavventure amorose di Claretta

Il fidanzamento di Clara Bow, l’attrice dalle curve molli, radiante l’ " It ” che l‘ha resa famosa, con l'attore Harry Bichman, é stato rotto, a quanto si asserisce in ambienti bene informati.
La stessa rottura fu minacciata tempo fa e Clara al pensiero di dover perdere il son Harry, inscenò a quanto si disse, un vero suicidio fuori scena.
Poi la faccenda si accomodò. Clara portò a New York il suo “ It “ e Harry recandosi a riceverla, le offri come pegno di pace, una meravigliosa “ lsotta Fraschini “ nella quale si proponevano di compiere l’imminente viaggio di nozze.
L’attrice posò col suo Harry per mille e una fotografia non lesinando il suo famoso sorriso travolgente e le incitanti fossette delle guance e delle ginocchia.
La felicità della stella fu di breve durata, poiché, ripetiamo, a quanto si dice, il suo Harry sta per metterla definitivamente da parte.
Sembra che l’attore, spinto da uno scetticismo mostruoso ad onta delle tante dimostrazioni d’amore e del presunto tentato suicidio dell’amante, le abbia messo alle costole due “ detectives “ privati i cui segreti rapporti lo indurrebbero a rompere il fidanzamento.
Richman nega d’aver incaricato dei “ detectives “di spiare l’irresistibile Clara; ma ammette d’aver data tale incarico alla cameriera di lei.
Secondo un'altra versione, il fidanzamento sarebbe stato rotto perché una nuova scrittura dell‘attrice con la Paramount porta la clausola ch’ella non deve maritarsi. (1).

(1) Secondo corrispondenze da Hollywood, invece, la Paramount non avrebbe più rinnovato il contratto con l’attrice per il semplice motivo ch’ella non possiede le qualità occorrenti per essere attrice del “ parlante “.
Cine sorriso illustrato, 13 Aprile 1930, ANNO VI – N. 15


domenica 15 maggio 2016

Sartana, Sabata e ... Lardani



Per approntare questo "prossimamente qui" per il film del 1970 di Giuliano Carmineo noto anche come Anthony Ascot, Iginio Lardani ha saccheggiato tutto il suo curiculum, pardon, la sua filmografia, accreditata e non, per chi riesce a individuarlo vi compare anche Giuliano Gemma. La Panta Cinematografica a Messina era un'esclusività del cinema Odeon sul viale San Martino, le proiezioni cominciavano alle 10,30 antimeridiane e costavano 500 lire di quel tempo.

giovedì 12 maggio 2016

Ragazze in uniforme


Qui ormai è arrivato il freddo.
E parecchio anche.
Siamo contenti di sapere
che almeno tu stai bene.
Ti scrivo questa lettera
per farti sapere che tua madre
ha preso l'influenza.
Per diversi giorni
ha avuto la febbre
e questo l'ha molto indebolita.
Avevo pensato di chiamarti
per chiederti di venire a casa
almeno per qualche giorno,
per prenderti cura di tua madre.
Ma lei non ha voluto. Si è
preoccupata per il fatto che questo
è un periodo particolare
per tutte voi.
Dal momento
che state lavorando molto,
per aumentare la produzione.
E inoltre, tu hai delle
responsabilità come caposquadra.
Per questo,
nonostante le sue condizioni,
tua madre si ostina a dire
che non devi tornare a casa.
Che non devi lasciarti condizionare
dal sentimento
ma ti devi impegnare esclusivamente
nella tua missione.
E anch'io sono d'accordo con lei.
Così ti ho scritto,
giusto per metterti al corrente.
Ti siamo vicino con il pensiero,
con il nostro cuore,
con tutto il nostro affetto,
e vorremmo farti sentire
tutto il nostro incoraggiamento.
Sicuramente farà freddo anche lì,
mi raccomando, misura le tue forze,
e copriti bene.
Stai attenta alla salute.

Akira Kurosawa, Spirito più elevato (Ichiban utsukushiku) (1944)


mercoledì 11 maggio 2016

Registi in libertà



ANCHE PER I REGISTI ITALIANI UN ANNO DI LAVORO IN LIBERTA’

L’ESTATE VIOLENTA

Parlare dell'« Estate violenta ››, mi precipita in un grave imbarazzo. Un po' sono contrario a parlare dei films, allorché sono ancora ad uno stato, seppure avanzatissimo, di progetto. C'e chi dice che porta male. (Delia « ragazza con la valigia» ho parlato tanto, hanno parlato tanto e il copione e ancora nel mio cassetto).
C'è però una considerazione interessante da fare, circa il film La Titanus lo ha accettato così come è, senza forzarmi la mano in nulla, disposta a correre certi rischi che non sono poi tanto lievi.
E' un sintomo molto importante, perché significa un ritorno alla fiducia nelle idee contro le formule e un tentativo di battere strade nuove lontane dalla sicurezza del conformismo. E' importante perché questo coraggio non è mecenatismo, ma disegno industriale: finalmente anche i produttori sembrano aver capito che senza un rischio o una decisione audace non sarebbero nati i missili, i reattori, e i manoscritti di James Joyce ammuffirebbero in un cassetto.
Questo discorso è generale perché so di non essere l'eccezione fortunata: quest’anno, alla Titanus e altrove, i registi saranno liberi di esprimersi; sono tutti impegnati in opere ideate da loro, volute da loro, difese e imposte da loro. Una «nouvelle vogue» non legata a miracolismi, a età, a scandali.
Ovviamente le nostre responsabilità sono aumentate in proporzione geometrica. Guai se a questa posizione produttiva dovesse corrispondere un insuccesso, o un successo solamente parziale, o un riconoscimento di élites. 
Non arrivo a dire che presupposto della validità di un film sia il suo risultato commerciale, ma sostengo
che un'opera pensata e realizzata con sincerità ed amore trova sempre il suo pubblico e i suoi riconoscimenti.
Potrà non avvenire in patria, poiché «nemo est propheta ››; potra non avvenire subito, poiché spesso il valore di un film sta proprio nella ma forza di anticipo sui tempi; potrà avvenire con lenta e sottile penetrazione e non di schianto, poiché il pubblico è restio, recalcitrante, va un po' preso e guidato a riconoscere i valori meno evidenti... Ma avviene. Avviene sempre.
Cosi tocca a noi. Dato però che riconosciamo sempre cosi scarsi meriti al nostri produttori mi sembra giusto
sottolineare come questa volta non abbiano contrastato questo sforzo di rinnovamento ma si siano allineati anche ai tentativi più nuovi e coraggiosi.
VALERIO ZURUNI
LA FIERA DEL CINEMA, giugno 1959, numero unico

Valerio Zurlini
1926 - 1982