Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
martedì 26 aprile 2016
giovedì 21 aprile 2016
Plastica audace
La qualità dello scenario, l’importanza preponderante accordata alle
scene così come la partecipazione dell’operatore nei minimi dettagli, era
compito suo di creare, insieme agli elettricisti e a mezzo del chiaroscuro,
quell’atmosfera particolare (…) ormai ritenuta indispensabile.
… una certa profondità … loro conferita dalle false prospettive e dalle
stradette in sbieco che si intersecano bruscamente ad angoli imprevisti …
Plastica audace rafforzata dai cubi inclinati delle case sbrecciate.
… queste curve, queste linee sghembe, portano in loro stesse … un
significato nettamente metafisico.
Quel che conta è creare l’inquietudine, il terrore.
Lotte H. Eisner, Lo schermo demoniaco, Bianco e Nero ed.
mercoledì 20 aprile 2016
lunedì 18 aprile 2016
Gemme in colliquazione
Gemma di Sant'Eremo (Itala Film, 1918) from Cineteca MNC on Vimeo.
Il breve frammento è tutto ciò che rimane di un rullo
nitrato in grave stato di colliquazione. Dai ricami creati dall'emulsione
sciolta occhieggia una struggente Pina Menichelli, tra le dive più amate del
cinema muto italiano. Il film è stato identificato grazie a un'iscrizione sulla
pellicola come "Gemma di Sant'Eremo". Nel film la Menichelli
interpreta una sposa fedele vessata da un marito fedigrafo. Secondo Vittorio
Martinelli il film potrebbe essere la riedizione di un titolo di due anni prima
"La colpa", all'epoca bloccato dalla censura.
Il video è un riversamento dalla copia in pellicola preservata dal Museo Nazionale del Cinema nel 2012: 35mm, poliestere, positivo, colore (Desmetcolor da originale imbibito e virato), 35 m, didascalie italiane. A sua volta la copia è stata stampata da un positivo nitrato con gravi problemi di colliquazione.
Il video è un riversamento dalla copia in pellicola preservata dal Museo Nazionale del Cinema nel 2012: 35mm, poliestere, positivo, colore (Desmetcolor da originale imbibito e virato), 35 m, didascalie italiane. A sua volta la copia è stata stampata da un positivo nitrato con gravi problemi di colliquazione.
Sin qui il materiale illustrativo
da parte del Museo Nazionale del Cinema
di Torino che permette la fruizione di questo segmento nel suo canale ospitato
su Vimeo. (https://vimeo.com/album/3409239/video/128769439)
Ora, dopo un attento esame,
ognuno può andare oltre, a piacimento personale.
Qui si vuole condurre lo
spettatore ad una visione separata che include tre strati di un unico corpo.
Il primo è il supporto che in
origine conteneva le immagini e consentiva, in proiezione, la visione. Per
farla breve, il suo deterioramento permette oggi un ulteriore azione, se
volete, movimento, all’interno delle scene cui si assiste.
Il secondo sta nel viraggio che
salda il primo strato con il terzo: l’irruente presenza scenica di Pina
Menichelli. Dire che la Menichelli recita è come schernirla. Essa vive in
eterno per mezzo dello schermo.
Ora il cinema dopo un lasso di
tempo molto più breve rispetto alle altre forme visive apparse prima è
diventato terreno archeologico e molto ancora c’è da rinvenire nel buio e sotto
la polvere delle cineteche nazionali e personali.
domenica 17 aprile 2016
Vivere e morire con Lardani
Inutile dire che per questo film del 1972, sia il buon Lardani come il buon Valerii si siano rifatti ai buoni, brutti e cattivi del Leone d'oro del 1966. Il lavoro di Lardani è di qualità anche pur dovendo incamerare quel fusto di kerosene, a terra o sul cavallo, che era Bud Pedersoli. Fate presto a vederlo, visto che molti filmati mi vengono reclamati per violazione e di conseguenza bannati.
giovedì 14 aprile 2016
Hitchcockiana seconda
- Il mio amore per il cinema è più forte per me di qualsiasi
morale.
- Sogno una macchina IBM nella quale inserire la sceneggiatura
da una parte e vedere uscire il film dall’altra. Finito e a colori.
- Mi hanno chiesto recentemente se ero democratico o
repubblicano; ho risposto che ero democratico, ma quando si tratta del denaro
divento repubblicano. Non sono un ipocrita.
- Ho dunque l’impressione di essere un direttore d’orchestra;
uno squillo di tromba corrisponde a un primissimo piano e un campo lungo evoca
tutta un’orchestra che suona in sordina. Di fronte a dei bei paesaggi, usando
luci e colori, sono come un pittore. Diffido invece della letteratura: da un
buon libro non si ottiene necessariamente un buon film.
mercoledì 13 aprile 2016
Senza sipario
Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina non ha sempre avuto i fasti odierni, come neanche i direttori artistici. Fino ai primi anni ottanta del XX secolo si presentava sotto queste forme:
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