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Per gli intellettuali
europei chiusi tra Proust e Joyce nella breve pace tra le due guerre mondiale,
il messaggio di Hollywood ha avuto soprattutto un significato di energia: Fazione
contrapposta alle conversazioni di caffè, il pericolo che annulla la pacifica
vita borghese, i sentimenti esposti
nella loro nudità primitiva, così lontani dalle supreme analisi
del parigino- e dell'irlandese. Per codesti intellettuali il cinema americano
era dunque una grande risorsa, ma non una risorsa indiscriminata; era necessaria
una scelta. La scelta fu il << gangster >>. Prima, c'eran state tre
false piste: il << cow-boy >› stava esaurendosi. Gli intellettuali
sapevano già che la << vera >› America non era Hollywood, troppo snob, né Nuova York, troppo cosmopolita; sapevano, attraverso Carl
Sandburg e Sherwood Anderson, Armstrong e Bessie Smith, che Chicago è la vera
capitale degli Stati Uniti. L'occasione a un rapido riepilogo del film
<<gangster ›> può essere forse offerta da una testimonianza minore,
quel film di Curtiz che si chiama Angels
with Dirty Faces (Gli angeli con la
faccia sporca, 1938). La pellicola di Curtiz, salvo qualche episodio della
prima parte, offre sbiadite immagini di una realtà incondita, ma rappresenta la
chiusura di un <<genere ›>, e per questo è importante. Nella selva
ardente delle origini (a non voler tener conto dei <<primitivi ›>
degli anni precedenti la guerra del '14) mi è caro il ricordo di quel negletto
capolavoro, che in italiano si chiamò La
volpe argentata, e nel quale è forse da ricordare, attraverso buone
congetture, una Girl from Chicago che
cade negli anni della presentazione italiana. La volpe è, con tutta probabilità, del '27, come dello stesso anno
è il primo celebre archetipo Underworld di Josef von Sternberg (Les nuits de Chicago nell`edizione
francese; in Italia non venne, forse per ragioni di censura; come non venne The Little Caesar di Mervyn Le Roy, del
'30). Per La volpe e per Underworld erano a ogni modo gli anni dell'abbondanza:
erano lontani la crisi di Wall-Street e Hitler; Mussolini non era <<
articolo da esportazione>› e Stalin non era ancora << interessante
>>. Tutto era liscio e tranquillo e la Madame Bovary che sonnecchia nel
cuore di ognuno non fece nessuna fatica a scoprire nel << gangster ›› ciò
che la patetica Emma scoprì nello << hobereau >› di provincia e,
ricadendovi, in << monsieur Léon >>. La gente riconosce l’emblema
del nuovo << gusto ›› nella canna corta del mitra come si riconoscerà più
tardi nelle gambe di Marlene.
1950
Pietro Bianchi, Maestri del cinema