È la pacata tabella dei logaritmi della morte. In esso il mistero riposa sulla chiarezza e l’indeterminazione su un modo pacato di guardare le cose
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
domenica 13 maggio 2012
martedì 8 maggio 2012
lunedì 7 maggio 2012
La guerra non è finita
Su questo film sarebbero tante le cose da dire, unico in tutti i sensi: il debutto come regista di Dalton Trumbo a 66 anni suonati, che rimarrà il suo unico film. Il soggetto, la guerra come neanche Kubrick, che si avvalse in altre occasioni delle sceneggiature di Trumbo, la affronterà e descriverà. L’antimilitarismo,il libro del 1939 aspetterà anni per essere pubblicato definitivamente e mal digerito dai militari di carriera.
Infine la religione, attraverso i sogni di Joe, Gesù sembra avere bisogno del lettino di uno psicanalista.
La sua visione al Don Orione fu un trauma che mi accompagnò nei primi giorni in cui misi piede, da recluta,nella caserma di Sulmona e all’arrivo alla caserma Pasquali di L’Aquila, in una serata d’inverno, con tanta neve mai vista in vita mia, col pensiero andavo sempre a quelle immagini.
Qualche volta, anche desso, continuo a sognare che qualcuno mi voglia uccidere. Sento il rumore dei soldati che mi rincorrono, le loro urla, anch’io urlo, e le mie urla mi svegliano. Gesù
Non voglio più sentir dire che dio è amore, perché se no finirò per odiarlo. Joe
domenica 6 maggio 2012
Di tutto di più
Gabriele Lavia a Taormina ( polaroid Mittiga)
prestò pure, gentilmente, la voce per una mia segreteria telefonica
giovedì 3 maggio 2012
OGGI
Vittorio Cottafavi fu un regista italico molto più ben voluto in Francia, dove chi voleva fare del cinema, si affaticava dapprima in un apprendistato da critico, scrivendo su riviste battagliere, a volte in netto contrasto tra loro, che avevano i loro personali autori innalzati su un piedistallo.
Luc Moullet fu tra quelli che difendevano a spada tratta il nostro Cottafavi, il quale nel suo paese era considerato come un discreto artigiano da affidare alla recensione di quell’onnipresente firma sotto il nome di Vice.
La rivolta dei gladiatori non è certo il suo maggiore lavoro. Pensando alla destinazione finale di questo genere di pellicole, la sala parrocchiale, l’unica nei piccoli centri di montagna, specie nel sud, come il cinema Loreto di Platì, era un capolavoro per gli occhi dei bambini in cerca di avventure, risse e cattivi da uccidere, che nulla sapevano di critica a qualsivoglia livello. Chissà quanti bambini, in quei tempi di berlinese muro, sapevano dell’Armenia, quella reale e non quella imperiale.
Ettore Manni e George Marchal reggevano molto bene i loro incarichi, per merito anche, quest’ultimo , del suo doppiatore Emilio Cigoli, la voce del primo era di Nando Gazzolo; Gianna Maria Canale era sempre la perfida strega assetata di sangue e potere.
mercoledì 2 maggio 2012
Non ci resta che ricordare
Saprete già che la sequenza è tratta da La valigia dei sogni di Luigi Comencini, io lo rimaneggiato inserendovi il tema de Le mepris di George Delerue nella prima parte.
E' doveroso ricordare Umberto Melnati come portavoce di tutti quelli che amano il cinema vecchio.
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