Keisuke Kinoshita, Port of Flowers (花咲く港 Hana saku minato), 1943
Il fascino di frequentare assiduamente le sale cinematografiche di ultima e ultimissima visione stava anche nell'assistere a proiezioni di film deteriorati (colliquated) dai molti passaggi di mano in mano, di proiezionista in proiezionista, dai primi proiettori Victoria agli ultimi Cinemeccanica. Fascino ancora riscontrabile in tempi di digitale.
"Non ci sono differenze sentimentali tra l'occidente e il Giappone. Questa canzone mi ricorda la mia infanzia".
Questo film, seppur diretto da un altro, lascia trasparire il profondo amore verso il cinema americano di Akira Kurosawa, con la presenza di tre dei suoi attori, vicini a lui in quegli anni.
Clip from Snow Trail(銀嶺の果て Ginrei no hate ),1947 by Senkichi Taniguchi , starring Toshiro Mifune, Takashi Shimura, Yoshio Kosugi. Screenplay Akira Kurosawa, music Akira Ifukube.
“Hearing, ye shall hear
and not understand, seeing, shall see and not perceive for the people’s heart
is waxed gross and their hears are dull of hearing and their eyes they have
closed lest they should see with their eyes and hears with their ears”.
“Voi udrete con le orecchie ma non intenderete e vedrete con gli occhi
ma non comprenderete, poiché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile e
hanno indurito le orecchie e hanno chiuso gli occhi per non vedere con gli
occhi e per non sentire con le orecchie”.
Pier Paolo Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo, 1964
"Il silenzio di Pier Paolo era particolare, bizzarro. Popolato di ritmi
segreti, racconti di vita, vita, vita. Che invadevano il suo corpo immobile e
mai fermo.
Vivere con lui, nel suo silenzio, significava vivere di attese, di
meravigliose rivelazioni che lampeggiavano sugli occhiali neri e sulle sottili
labbra serrate, quali certi spaghetti alla panna o una mano affondala nella
tasca dei pantaloni o un piede di bimbo che scalcia le conchiglie e le ributta
in mare o le rondini stupide che mulinellano dentro e fuori i merli della torre
di Chia. E ogni attesa, ogni rivelazione suonava una musica ben precisa, mai casuale.
Quella musica e non quell altra.
Direi quasi che il suo vivere in silenzio altro non era se non una
necessità, per non perdere nessuna nota nessun violino nessun flauto magari
nascosti dietro ad un camion, in un prato in mezzo alle pecore o davanti ad una
scrivania pulita con mucchi di bella corta bianca da riempire o nella macchina
ferma davanti ad un passaggio a livello.
Lo musico lo intimoriva, lo possedeva completamente. Spesso la chiamava
"Sua Maestà!”.
E perché tutto fosse musica, ero riuscito o convincere Mozort e anche
Bach che Amado mio ero una bellissima
canzone e anche Con ventiquattromila baci e anche, e anche..."
Laura Betti Nota allegata all’album GM del 1983 Morricone – La musica nel cinema
di Pasolini
Esibizione di Nino Frassica alla premiazione dei Nastri d'Argento, di fronte un pubblico festante, al Teatro Greco di Taormina nel luglio 1985. Riprese e foto Crisafulli & Mittiga.
Fin dal prologo abbiamo l'iscrizione dell'emblematica dell'opera successiva: Salvation Hunters. Delie mani frugano nel fango e quindi vediamo il giovane Mc Teague, figlio di un minatorie alcoolizzato, salvare un uccellino caduto dal nido. Così come Salvation Hunters si apre sull'immagine di un gabbiano (una delle tante incarnazioni di una stessa metafora aviatoria e ornitologica cara a Sternberg: The Sea Gull, l'Angelo Azzurro, L'agente X 27, Jet Pilot] appollaiato su un relitto che galleggia nella baia di San Pedro, mentre il «leitmotiv » del film è dato dall'immagine di una draga che continua a sollevare il fango dal fondo del mare per depositario su una chiatta [né è casuale che l'ultimo film di Sternberg, Saga of Anatahan, si chiuda sull'immagine di un aeroporto giapponese]. Così che queste due immagini complementari del fango [vedremo in seguito l'incidenza della letteratura deI « «muckrake ›› o rastrello da fango nella cultura americana del periodo] e dell'uccello [si ricordi l'Edwin Strabton Porter di Rescued from an Eagle Nest in cui nel 1907 esordi Griffith] si sovradeterminano retrospettivamente di un valore simbolico e del fascino della favola senza età intessuta da uno stesso mito « escapista ›› [« Escape ›› è il titolo originale dei romanzo di Alden Binooks da cui lo stesso anno di Salvation Hunters Sternberg trasse la sceneggiatura di The Exquisite Sinner, che poi realizzò, ma il film non piacque alla M.G.M. che lo fece rifare da un certo Phil Rosen). Cos'è l’umanità che abita in questi film se non la feccia, « le gros orteil ›› della terra? E gli uccelli che ritroviamo lungo l'intero arco di Greed (« leitmotiv ›› di tipo griffithiano) non si involeranno forse alla fine, ma destinati a una morte certa? Un gatto viene sorpreso a spiare di continuo gli uccellini di Mc Teague e sua moglie Trina {Zaisu Pitss], e l'immagine dei suoi occhi accesi dalla bramosia cede il passo a quello del volto del rivale Marcus [Jean Hersholt). Arriva una lettera: viene avvertito che non potrà più continuare a fare il dentista, in quanto non dispone di regolare diploma. Di colpo l'esistenza di Mc Teague diventa quella di un miserabile che precipita sempre più nel gorgo melmoso della vita. Si vedrà in seguito come tutti questi simbolismi ricorrano anche nel film di «gangster» e nel «detective thriller ››. A corroborare l’ipotesi di un legame di questi con opere ispirate dalla lezione naturalistica si prenda poi Kiss Tomorrow Goodbye [1951) di Gordon Douglas, in cui James Cagney impersona un «gangster›› che cerca di eliminare la figlia del suo più caro amico per poter liberamente sposare la figlia di un magnate al fine di consumare l'unificazione tra terrore e potere economico, potere e corruzione. Ma il progetto non riuscirà: esso viene sventato dalla gelosia dell'amica del gangster. L'intreccio del film si pone come esatto parallelo di «Una tragedia americana ›› di Theodore Dreiser, e ciò dimostra come ogni successivo sviluppo del film « noir ›› derivi dalla critica sociale del naturalismo e dei « testimoni spontanei ››.
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
Premiazione Nastri d'argento - Carlo Simi, Tonino Delli Colli, Ennio Morricone, Sergio Leone per C'era un volta in America. Riprese e Foto Crisafulli & Mittiga