Continuai a svolgere compiti logistico-amministrativi e… ebbi una sala cinematografica tutta per me: io programmavo, io proiettavo, il pubblico era quasi tutto di giovani. La sala non aveva un nome, era all’interno dell’E.. Il direttore in questo, e fu l’unica volta, mi diede libertà assoluta, un po’ ascoltavo il povero Antonio Marzotti, docente di materie umanistiche.
I cataloghi erano quelli del cinema Loreto di Platì: l’Angelicum di Messina e la San Paolo Film di Catania, non poteva essere altrimenti. Il proiettore era un sedici mm. Fumeo, acquistato presso il negozio di foto-cine di Angelino Panzera. Lo schermo della sala, a parete, era stato predisposto involontariamente dai proprietari dell’appartamento sede dei corsi, ed incredibilmente in una cornice in gesso, in CinemaScope. Già al momento del sopralluogo per prendere in locazione l’appartamento, come entrai in quel salone e vedendo quella cornice pensai subito a quell’utilizzo finale.
E finalmente, come in una metamorfosi di Ovidio divenni Mimmo Addabbo.
Poco distante dalla sede di lavoro c’era la casa dell’avvocato Mongiardo, agente dell’Angelicum in Sicilia, in via Citarella, a monte del viale San Martino, poco più sopra l’edicola di Santino Privitera.
Mettendo piede nello stanzone dove erano depositati e catalogati sia le pellicole che i manifesti ebbi un attimo di esitazione, perché accanto alla porta c’era un lettino dove dormiva la mamma del padrone di casa. Vedendola mi spaventai, lei mi tranquillizzò e mi spiegò che pur essendo la casa grande, suo figlio aveva ritenuto opportuno adagiarla nel suo luogo di lavoro. Qualche tempo dopo la signora mi rivelò che suo figlio l’aveva posta lì per tacitare la moglie brontolona.
A parte ciò appena cominciai a guardarmi attorno ebbi una specie di seconda visione, velocissima, di tutti i film che avevo visto al cinema Loreto, un gran numero erano appesi alle pareti di quello stanzone. Chiesi all’avvocato Mongiardo se aveva noleggiato in passato i film per quel cinema, lui mi rispose: “ Si, certo, conoscevo benissimo l’arciprete Minniti e Mimmo Addabbo, di cui sono stato spesso ospite a pranzo e lui è stato qui da me.”
Ai miei spettatori potevo far vedere qualsiasi cosa, ancora dovevano fare la comparsa videoregistratori e videocassette, loro gradivano tutto pur di non fare lezione. In pratica molti venivano perché avevano al scusa di uscire da casa, in modo particolare le ragazze provenienti dalla periferia.