Questo collage di scene era stato creato come apertura di filmini di matrimonio. Molti di quei filmini resistono, molti sono andati nella spazzatura.
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
mercoledì 23 maggio 2018
lunedì 21 maggio 2018
Stile trascendentale e sua rappresentazione
Non c’è nessuna definizione di «trascendentale» o di «stile»
che possa monopolizzare il dibattito su un'opera d’arte. E quei film che
utilizzano lo stile trascendentale possono essere anche analizzati, come spesso
accade, all’interno della cultura o della personalità creatrice che li hanno
prodotti. Sebbene il metodo critico che associo al termine «stile
trascendentale» non possa vantare l’esclusiva nell’analisi di registi come Ozu
e Bresson, ritengo tuttavia che esso abbia una priorità. Nella maggior parte
delle pellicole l’abilità del regista nell’esprimere la propria
cultura o la propria personalità è più importante della sua incapacità di
trascenderle, ma quando un film sembra possedere un autentico valore trascendente,
una qualità «Altra» - come avviene per Tardo
autunno di Ozu o per Diario di un
curato di campagna di Bresson, allora una prospettiva culturale o
individuale, anche se incisiva e penetrante, risulta insufficiente perché
finisce giocoforza per trascurare la qualità unica dello stile trascendentale,
ossia la sua capacità di trascendere appunto cultura e personalità. C’è una
verità spirituale che può essere raggiunta solo disponendo in modo neutro
oggetti e immagini gli uni a fianco alle altre, e a questa verità non è
possibile arrivare con un approccio soggettivo, individuale o culturale.
Lo studio dello stile trascendentale rivela «una forma
universale di rappresentazione». Le differenze tra i film di Ozu, Bresson e
Dreyer sono perciò di tipo culturale e personale, mentre le loro affinità sono di
tipo stilistico, e costituiscono un modo comune di esprimere il trascendente
nel cinema.
Paul Schrader, IL TRASCENDENTE NEL CINEMA, donzelli editore, 2010
domenica 20 maggio 2018
Cinema sui muri - Alida Vs Amedeo
LUCIANO SERRA PILOTA
di Goffredo Alessandrini, 1938
PICCOLO MONDO ANTICO
di Mario Soldati, 1941
EUGENIA GRANDET
di Mario Soldati, 1947
L'INTRUSA
di Raffaello Matarazzo, 1956
mercoledì 16 maggio 2018
Offer the cinema...
Isn't the aim of
cinema... To connect you with other people's lives?
It helps me to live
other people's experience by proxy.
The vocal
explanations...
Offer the cinema... To
people who can't see and help them connect too.
Non è forse lo scopo del cinema... quello di connetterci con le vite
altrui?
Mi aiuta a vivere su delega le esperienze del prossimo.
Le spiegazioni vocali...
Offrire il cinema... alle persone non vedenti e aiutarle a connettersi.
Naomi Kawase, Radiance (光, Hikari), 2017
lunedì 14 maggio 2018
L'uomo ha bisogno dell'uomo
Solaris
La scienza? Sciocchezze!
In questa situazione sono ugualmente inutili sia la mediocrità sia il
genio!
Noi non vogliamo affatto conquistare il Cosmo.
Noi vogliamo allargare la Terra alle sue dimensioni.
Non abbiamo bisogno di altri mondi.
Abbiamo bisogno di uno specchio.
Ci affanniamo per trovare un contatto, e non lo troveremo mai.
Ci troviamo nella sciocca posizione di chi anela a una meta di cui ha
paura
E di cui non ha bisogno.
L’uomo ha bisogno solo dell’uomo.
Andrej Tarkovskij, Solaris, 1972
giovedì 10 maggio 2018
Cinema sui muri
CAVALLERIA RUSTICANA
Amleto Palermi, 1939
I PROMESSI SPOSI
Mario Camerini, 1941
Il LUPO della SILA
Duilio Coletti, 1949
MESSALINA
Carmine Gallone, 1951
mercoledì 9 maggio 2018
The world is the summation of Others
It seems life is constructed in a way that no one can
fulfill it alone.
Just as it's not
enough for flowers to have pistils and stamens.
An insect or a breeze must
introduce a pistil to a stamen.
Life contains its own
absence, which only an Other can fulfill.
It seems the world is
the summation of Others
And yet,
We neither know nor
are told that we will fulfill each other.
We lead our scattered
lives, perfectly unaware of each other...
Sembra che la vita sia fatta in modo tale da non poterla portare avanti
da soli.
Proprio come non è sufficiente per i fiori avere pistilli e stami.
Un insetto o la brezza devono inserire un pistillo in uno stame.
La vita, da sola, cerca di compensare a quelle carenze che solo un
altro è in grado di colmare.
Sembra che il mondo sia una somma di altri.
E ancora,
non sappiamo né ci viene detto che ci compenseremo l'un l'altro.
Portiamo avanti le nostre vite perdute ignorandoci completamente l'uno
con l'altro.
Hirokazu Kore-eda, Air Doll (空気人形 Kūki Ningyō), 2009
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