domenica 13 novembre 2016

Letteratura come Cinema come Letteratura


Васи́лий Мака́рович Шукши́н
Vasily Makarovich Shukshin
25 luglio 1929 – 2 ottobre 1974
Fu tra gli artisti di maggior talento che lottarono per descrivere il presente. Ebbe il coraggio e la forza di mostrare sullo schermo il vero muzhik sovietico e il suo mondo, e non la sua consueta falsa immaginazione. Gli spettatori sovietici gli furono riconoscenti per questi frammenti di vita vera, e Vostro figlio e fratello (1966), come pure il suo episodio inserito nel film Strana Gente (1971) divennero dei grandi successi. Scrittore, attore oltre che regista, Shukshin si lasciava solitamente coinvolgere da ogni aspetto dei film che dirigeva. Ottenne il suo più grande successo con Il Viburno Rosso (1973), il racconto veramente inconsueto di un ex carcerato e dei bassifondi sovietici da cui emanava la sensazione che la vita urbana moderna è una fonte corruttrice di malvagità e che è possibile ritrovare una sana moralità soltanto ritornando alle proprie radici nella campagna eticamente pura. In ogni caso, il meglio del suo genio fu espresso nel campo della letteratura, cosa che ebbe ovviamente a influenzare anche la sua concezione di cinema.

Mira e Antonin J. Liehm in Il cinema nell’Europa dell’Est 1960 – 1977, La Biennale di Venezia/Marsilio Editori, 1977

giovedì 10 novembre 2016

Dall' EIAR a Hitchcock


Vittorio Cramer cominciò come speaker dell'EIAR, e in quel ruolo anche nel cinema molto sovente veniva utilizzato  quando serviva una voce proveniente da un apparecchio radiofonico. Lo si può ascoltare anche in Intrigo Internazionale (North by Northwest) del 1959.


mercoledì 9 novembre 2016

Lardani DOC



In quel tempo molti registi e i loro fidati scrittori saccheggiavamo di tutto per adattare storie al western, come nel caso di questo Johnny Hamlet meglio noto come Quella sporca storia nel West del 1967 firmato Enzo G. Castellari. Enzo, che di cognome andava Girolami, era un tipo tosto, come i suoi film, e si serviva spesso delle note di Francesco De Mai e dell'arte grafica del buon Iginio, come per questo Prossimamente Qui

lunedì 7 novembre 2016

Devdas

       
                      

Il primo cinema di quel genere che sarà definito bollywood dalle nostre parti è poco frequentato, praticamente sconosciuto. Uno dei primi successi è stato Devdas del 1936 realizzato da  Pramathesh Chandra Barua. Il compagno Sadoul definì le vicende del film, ma è una compressione del tutto occidentale, “ amletiche “. A ben guardarlo la narrazione e la vita di Devdas sembrano attingere a Dostojevskij. Ma c’è anche del cinema puro come nell’ultimo quarto d’ora quando a protagonista si fa assurgere il treno che porta Devdas di qua e di là, alla morte! Bimal Roy il vero fondatore del bollywood nel 1936 dette le luci. Nel 1955 ne realizzò una nuova versione dilatando i tempi ed una cinematografia ad ampio respiro col danno della fruizione, causa lunghi dialoghi, per chi la deve visionare senza l’ausilio dei sottotitoli che ancora non sono disponibili in nessun idioma, e qui bisogna ricorrere all’edizione del 1936 se si vuole carpire almeno quanto accade in quella del 1955.






      

                                         Pramathesh Chandra Barua                                  Bimal Roy
                                                    1903 - 1951                                                1909 - 1966

domenica 6 novembre 2016

Risanamento e disciplina, pane e lavoro

IL CINEMA ITALIANO OGGI E DOMANI

Il grande e complesso meccanismo della cinematografia nazionale è in moto. Infiniti sono i suoi ingranaggi, e così strettamente connessi l`uno all'altro che sarebbe vano pensare di modificare il movimento di qualcuno di essi senza agire su tutti contemporaneamente.
E  questa azione di insieme, intesa a riordinare e riequilibrare tutti i settori della nostra produzione cinematografica, e proprio quella che è stata svolta in un anno c mezzo di attività dalla Direzione Generale per la Cinematografia del Ministero per la Stampa e la Propaganda. Un anno e mezzo di cui buona parte s'è dovuta spendere a sgombrare il campo dai residui inutili, dai fattori dannosi ed infecondi, provvedendo in pari tempo ad iniziare quell'opera, lenta, metodica e faticosa, di ricostruzione e di riorganizzazione che ha condotto ai risultati attuali. Più di 30 film realizzati e presentati nelle saie italiane, quasi tutti con ottimo successo artistico e finanziario; 6 film già pronti per la programmazione nella stagione prossima: 3 film al montaggio, al missaggio od alla sincronizzazione; 6 film in lavorazione; 12 film in preparazione, già molto avanzati verso la fase realizzativa; 12 film in progetto: 6 film allo studio; 6 versioni straniere realizzate; 6 versioni straniere in preparazione. Un complesso di settantacinque film, considerando a parte le  dodici versioni straniere. Ecco, nella nuda espressione delle cifre, il bilancio di questa attività.
Ma questi dati, per assumere pieno ed intero il loro valore,debbono essere confortati da altri elementi non meno importanti e significativi: il numero dei film, preso in sè, avulso dalla loro entità, non dice abbastanza. Occorre aggiungere che tra i film realizzati uno supera i 5.000.000 di costo e moltissimi raggiungono i 2.000.000. Tra i film che sono attualmente in preparazione, tre sono preventivati per 5.000.000: sono, questi, tra i maggiori, se non addirittura, i maggiori film che si realizzeranno in Europa durante la stagione in corso, non solo per la loro entità finanziaria ma anche e sopratutto per la loro entità artistica, per il concorso di elementi eccezionali che vi parteciperanno, per l’altissimo loro valore etico ed estetico. SCIPIONE L'AFR1CANO per la regia di Carmine Gallone; LE BANDE NERE, per la regia di Luigi Trenker; IL FU MATTIA PASCAL per 1a regia di Pierre Chenal.
Tuttavia questo tre opere, se rappresentano indubbiamente il punto culminante dello sforzo organizzativo durante la stagione in corso, non costituiscono che una parte della nostra produzione; attorno ad esse, a fianco ad esse, è tutta una serie di altri film, ognuno dei quali si presenta fin dall’inizio con valori artistici ed industriali di notevole importanza e tali da assicurare al film italiano nell'inverno prossimo una preminenza certa sul mercato interno ed una larga attenzione da parte dei mercati esteri.
Carattere ed importanza internazionale hanno anche alcune tra le opere già pronte: BALLERINE, ad esempio, che è stato diretto da Gustavo Machaty; UNA DONNA TRA DUE MONDI, la cui versione tedesca ha già ottenuto notevoli successi in Austria ed in Germania; NOZZE VAGABONDE, il primo film di cui sia stata realizzata un'edizione interamente stereoscopica, fatto nuovo nella cinematografia mondiale. E sulla stessa linea si trovano opere come SQUADRONE BIANCO, che Augusto Genina ha realizzato a Sinauen, in Libia, e CAVALLERIA di Goffredo Alessandrini, film che costituiscono non solo una esaltazione delle alte qualità guerriere della nostra splendida razza, ma anche delle opere di un interesse drammatico e spettacolare non limitato al pubblico italiano.
Accanto a queste, numerose opere, come IL CORSARO NERO, il cui soggetto è tratto dall'avventuroso romanzo di Salgari, LA DAMIGELLA DI BARD, DOVE ROMOLO EDIFICO’, soggetto originale di Luigi Pirandello, LA  MALIBRAN, ed altre ed altre ancora che sarebbe troppo lungo enumerare, completano una produzione importantissima dal punto di vista industriale, interessante e non solo copiosa ma diversissima nei suoi elementi. Anche questo è carattere da non trascurarsi della nostra cinematografia attuale: la gamma dei generi, la diversità delle opere, che consente alla nostra produzione una grandissima varietà di aspetti tale da renderla atta ai differenti gusti del pubblico e da farle trovare sempre i suoi spettatori. Dai grandi film storici, ai film di esaltazione delle più grandi figure della tradizione italiana, ai film drammatici, ai film avventurosi, ai film comici (alcuni dei quali avranno interpreti carissimi al nostro pubblico, come Musco, la Merlini e Falconi), la produzione italiana si presenta con un panorama equilibratissimo nei suo complesso.
Ecco il risultato finale degli sforzi compiuti dal Regime in favore della nostra cinematografia sforzi che hanno portato su tutti i campi della complessissima industria, con una azione paziente di modificazione e di risanamento.
Risanamento industriale: eliminazione degli elementi dubbii e inquadramento di tutti gli elementi sani, accentramento della loro attività, potenziamento delle loro capacità in tutti i sensi e in tutti i campi. Sono parole, queste, che lasciano intravedere quello che si è fatto. Si trattava, in definitiva, di trasformare fin dalla basi tutta una mentalità: si trattava di portare la nostra industria da una fase di volonteroso artigianato, come ha scritto Luigi Freddi, ad una fase veramente industriale, organica e capace di svolgere il suo lavoro secondo determinate linee convergenti ad un solo scopo, l’elevazione della nostra cinematografia. Sostituire questa mèta comune alle meschine mète individuali dei guadagni commerciali immediati, far intendere ai nostri produttori il vantaggio, anche materiale, di un più alto modo di concepire la loro attività, ecco quello che si doveva fare e che si è fatto.
Creare alla cinematografia una solida struttura legislativa, tale da renderle possibile la riconquista del mercato interno che le era completamente sfuggito e l'introduzione sui mercati esteri era opera che doveva, con saggia tempestività, affiancare l'altra. E i numerosi provvedimenti in favore della nostra industria presi successivamente in questi ultimi diciotto mesi, testimoniano del modo con cui l’opera è stata compiuta.
Epurato il campo del commercio cinematografico, disciplinato il mercato, ampliate le possibilità di sfruttamento dei nostri film, la parte quantitativa era oramai assicurata. E per la parte qualitativa, si è svolto un lavoro non meno vasto ed importante che sarebbe troppo lungo seguire in tutto il suo sviluppo.
Basterà dire che l’azione del Ministero nel settore artistico si è svolta non solo nei senso di un ausilio continuo e prezioso dato ad ognuno degli elementi capaci della nostra cinematografia ma anche nel senso di una immissione di elementi nuovi, di già provato valere artistico, in 'culti i rami della lavorazione, da quello dei registi a quello musicale, da quello scenografico a quello interpretativo.
50.000 famiglie trovano pane e lavoro nella nostra cinematografia; quasi 30.000 persone sono impiegate solo nei settori più strettamente industriali; quasi 20.000 concorrono ai settori artistici. Lo Stato coopera alla nuova cinematografia nazionale con una cifra di 5o milioni, la Banca del Lavoro con una cifra di 40 milioni. 2.ooo.ooo di premi sono distribuiti annualmente, oltre alle 90.000 lire di premio in buoni di doppiaggio che competono ad ogni film di produzione nazionale. Oltre 100 milioni sono impiegati nella produzione cinematografica della stagione in corso.
E tutto questo è sorto quasi dal nulla, per il miracolo di una Volontà che non conosce soste e che, in tutti i campi e per tutte le più diverse attività della Nazione, non tende che ad una meta: il potenziamento dell'Italia. La. volontà del Duce che ha trovato un agile strumento nella vigile e sensibile azione del Ministero per la Stampa e la Propaganda.
JACOPO COMIN
CINEMA Anno I – Volume I – 10 Luglio 1936 - XIV


giovedì 3 novembre 2016

Maestro in motorik


Capita, a volte, di scoprire delle pregevoli reinterpretazioni di brani del Maestro che, accostati all'originale, rivelano zone che dopo frequenti ascolti erano sfuggiti. E' il caso di questo Matto, caldo, soldi, morto...girotondo incluso nelle immagini del film di Mauro Severino del 1968 che solcava i temi della contestazione di quegli anni.





Il ritmo è un motorik su cui mulinano saliscendi orchestrali, scampanellii orgiastici e un basso tachicardico che pure è l’unico appiglio che impedisce al brano di schizzare in aria, preso com’è da questo vortice a spirale dalle circonferenze variabili e, man mano che passano i minuti, sempre più fuori asse. … l’effetto è sul serio un capogiro dapprima divertito e poi irreale, non si sa bene quanto opprimente o dionisiaco
Valerio Mattioli, Superonda Storia segreta della musica italiana ,Baldini & Castoldi 2016




mercoledì 2 novembre 2016