Storicamente, nella tradizione degli « yakuza ››,
soprattutto nell'epoca feudale, sono numerosi gli episodi che hanno visto dei
criminali e degli sradicati alla testa di insurrezioni popolari contro le
classi dominanti.
Verso il 1930 i cineasti di sinistra, cui era stato
proibito dalla censura di raffigurare la resistenza e la lotta del popolo,
spesso si servivano di questa tradizione di « yakuza › per rappresentare
insurrezioni popolari. È per questa ragione che attorno al 1930 erano
particolarmente numerose opere del genere. Chuji
Tabi Nikki [1928, Cronaca del viaggio
di Chuji] di Daisuke ltô è tradizionalmente considerato un capolavoro,
anche se ne rimangono soltanto dei frammenti. La maggior parte degli uomini costretti a entrare nel
sottomondo degli « yakuza ›› erano sottoproletari, il gradino più basso delle
classi sociali.
La modernizzazione della società giapponese (che fu
molto più traumatica di quella americana, in Giappone senza alcuna mediazione
si passò dal feudalesimo all'imperialismo) trasformò larghi strati di
popolazione rurale in proletari e sotto-proletari. Negli anni trenta registi
come Teinosuke Kinugasa, Sadao Vamanaka e Hiroshi lnagaki realizzarono opere notevoli
che raffiguravano la vita errabonda e avventurosa degli « yakuza ». Negli anni
quaranta e cinquanta il genere decadde, ad eccezione della serie di Jirocho
Sangokushi del regista Masahiro Makinô. Nella seconda metà degli anni sessanta
il film di « yakuza » è ritornato a nuova vita. Contrariamente ai film di «
yakuza ›› degli anni trenta, ambientati prevalentemente in epoche feudali, e
cioè nel diciottesimo secolo o agli inizi del diciannovesimo, la caratteristica
dei fiIm di « yakuza ›› più recenti è quella di essere collocati sullo sfondo
del periodo che va dalla fine del secolo scorso ai giorni nostri. l nuovi film
di «yakuza ›› presentano una varietà di filoni: tra questi i film che trattano
la corruzione nelle città e i rapporti tra mondo politico e mondo del crimine:
tale era il caso di uno dei primi film di Akira Kurosawa, Yoidore Tenshi (1948, L'angelo
ubriaco). Ma il filone più popolare è quello che ha adottato lo stile del
teatro « kabuki » e ha dato luogo a film molto suggestivi, provvisti di
notevoli effetti di astrazione, in cui gli « yakuza ›› appaiono finemente
vestiti di bellissimi costumi e osservano tutta una serie di cerimoniali
raffinati [come i cosiddetti «jinji », omaggi o saluti formali). Gli eroi sono
molto sensibili ai favori ricevuti e al fine di dar prova della loro gratitudine
non badano nemmeno al sacrificio personale o a quello del loro amore. Il
regista che ha introdotto lo stile del teatro « kabuki ›› nel film di «yakuza »
è Tai Katô, nei cui film i sogni e le speranze, cosi come la rabbia delle
classi più basse della società, vengono espressi magnificamente, in Hibotan Bakuto: Oryü Saniô (1969, La giocatrice dalla -peonia rossa - Arriva Oryü), per esempio, una
giocatrice che si sposta di città in città deve fronteggiare bande di «yakuza››
associate al « leader › di un’organizzazione di destra. FINE
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾