giovedì 12 aprile 2018

Film di Gangster - City Streets

City Streets di Rouben Mamoulian, sceneggiato da DashielI Hammett, è la storia dli un affiliato a una « gang ›› (Gary Cooper) che si innamora di una ragazza [Sylvia Sideny) e l'aiuta a sfuggire alla vendetta dei « gangsters ››. Ma questo film più che al filone nascente del film di «gangsters ›› si riallaccia al « gangster drama ›› del periodo del muto, il cui campione più famoso è Underworld. Non a caso frequenti effetti simbolici lo ricollegano agli stessi simbolismi del filone degli «spontaneous witnesses ››: gli uccelli attorno alla prigione in cui Sylvia Sidney è stata cacciata per non aver voluto denunciare suo padre, le statuine di gatti nella scena della gelosia, inoltre la parte di Sylvia Sidney era stata pensata per una grande diva del periodo del muto in declino a causa dell'avvento del sonoro, Clara Bow: di fatto City Streets si basava su uno dei suoi primi successi, Ladies of the Mob.  La figura centrale di Underworld è Bull Weed [George Bancroft, che ricorda più uno dei personaggi dell'« Opera da tre soldi» di Bertolt Brecht che un « mobster ›› americano, e il film si basa soprattutto sul triangolo che si sviluppa tra Bull Weed, la sua amica « Feathers ›› (Evelyn Brent] e un inglese alcoolizzato, « Rolls Royce ›› (Clive Brook). Soltanto con la sua sparatoria finale Underworld incominciava ad apparire come un film di « gangsters » e mostrava una certa rassomiglianza con il finale di Scarface, il che si spiega probabilmente con il fatto che Ben Hecht scrisse la sceneggiatura di entrambi i film. Ma al di là delle analogie esteriori è proprio la sparatoria finale a chiarire la differenza fondamentale tra i due film: la presenza o meno del suono. Infatti in Scarface lo spettatore viene investito da ogni genere di aggressione auditiva: raffiche di mitra, sfrigolare di pneumatici sull’asfalto, orge di esplosioni, in Underworld no. Mentre The Secret Six, Little Caesar, Public Enemy e Scarface giacciono sprofondati in rumorosi e assordanti inferni metropolitani, Underworld si svolge in un sottomondo felpato. Come dice Robert Warshow, nel suo saggio The Gangster As Tragic Hero, « il gangster è l’uomo della città, che parla la sua lingua e la conosce a menadito [...] perché per il gangster c'è solo la città; è qui che egli deve abitare per impersonificarla: non la città reale, ma quella fisica e pericolosa città dell’immaginazione che è molto più importante, e che è il mondo moderno ». Non solo i film di « gangsters ›› si svolgono soprattutto in ambienti urbani, strade buie, squallidi palazzi d'appartamenti, grigi « blocks ›› allineati uno dietro l'altro, bar, locali notturni, baracche che sporgono dai tetti con annessa una piccionaia, stazioni di polizia, sale da biliardo, albergucci, porti e angiporti, palestre che secernono mistero, tensione e violenza, ma sono infarciti di tutti gli orpelli che costituiscono l'equipaggiamento della civiltà urbana, automobili, telefoni, insegne al neon, armi, la metropolitana, la sopraelevata... (continua)
 Franco Ferrini, I GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾

mercoledì 11 aprile 2018

Moi et Edvard Grieg



Les pêcheurs norvégiens utilisent des ondes musicales comme filet.
Moi, c'est par cet air de Grieg que je me suis fait attraper.

I pescatori norvegesi usano le onde musicali come reti.
E’ a causa di questa melodia di Grieg che sono stato catturato
Denis Villeneuve, Maelström, 2000


lunedì 9 aprile 2018

Matter of style







There is a presence of something which I call God, but I don't want to show it too much I prefer to make people feel it."
Robert Bresson interviewed by Paul Schrader.

Per uno spettatore occidentale è più facile riconoscere gli elementi culturali di Bresson che quelli di Ozu: può trovare indistinguibili l’uno dall'altro i diversi stati d’animo del furyu, mentre non gli sarà difficile comprendere le varie sfaccettature della teologia e dell’estetica occidentali. In ogni caso Ozu e Bresson si servono delle caratteristiche specifiche della loro cultura di appartenenza, ma le riducono al loro elemento comune: la forma.
Paul Schrader, Il trascendente nel cinema, Donzelli, 2002



domenica 8 aprile 2018

Eight trillion tears



Paul Schrader, Adam Resurrected, 2009



Denis Villeneuve, Polytechnique, 2009

What about the eight trillion tears? Who is going to pay for those? The eight trillion teeth and soap suds?
Skin and bones? The unfertilized sperm, the unborn children, the unwritten books, the unrequited loves, the unslept-in beds, huh?

E che ne dite degli otto trilioni di lacrime, chi pagherà per quelle e per i denti e per il sapone, per la pelle, le ossa, per lo sperma non fertilizzato, per i bambini mai nati, per i libri non scritti, per gli amori non corrisposti, per i letti dove nessuno ha dormito… 
Paul SchraderAdam Resurrected, 2009

mercoledì 4 aprile 2018

Masters at working

the act of the composition




Sergio Leone, Ennio Morricone
from school desks to movie

martedì 3 aprile 2018

Rinascita


Video realizzato per la riapertura del cinema Aurora di Villafranca Tirrena (ME). Parte di esso è stato girato prima della demolizione del cinema Excelsior di Messina.

giovedì 29 marzo 2018

Billboard Pittaluga

La Società Anonima Stefano Pittaluga
presenta


Rouge et noir (Der geheime Kurier), 1928
Direzione artistica: Gennaro Righelli
interpreti: Ivan Mozžuchin, Lil Dagover

                                                 

Principessa Olalà (Prinzessin Olala), 1928
Direzione artistica: Robert Land
interpreti: Carmen Boni, Walter Rilla


L'aiutante dello zar  (Der Adjutant des Zaren), 1929
Direzione Artistica:Vladimir Strizhevsky
interpreti: Carmen Boni, Ivan Mozžuchin

                            

Nozze di Rivoluzione (Revolutionshochzeit), 1928
Direzione artistica: A. W. Sandberg
interpreti: Diomira Jacobini, Fritz Kortner