Come è risaputo nel 1951 la provincia
di Reggio Calabria subì una delle sue periodiche alluvioni, forse la più
devastatrice, certamente la più ricordata. A seguito di quel disastro circa
trecento fanciulli partirono per il nord,per una volta non come emigranti.
Furono ospitati in una colonia sul Lago Maggiore che apparteneva alla Edison,
gigante dell’elettricità pre Enel. In quel periodo Ermanno Olmi faceva il suo
apprendistato registico girando dei cortometraggi per conto di quella fabbrica.
I bambini calabresi vennero ospitati a Suna, sul
Golfo Borromeo e furono i protagonisti del film che oggi apre la filmografia
del regista bergamasco: Piccoli calabresi
sul Lago Maggiore… Nuovi ospiti della Colonia di Suna (1953). Bastano otto
minuti e passa ad Olmi per essere già il
regista de L’albero degli zoccoli . Dopo le prime tragiche immagini di una terra
devastata, dalla colonia Vincenzino scrive ai genitori le sue impressioni di
un altro mondo molto meglio organizzato … un ‘altra bambina canta del ciucciu
mortu … il piccolo Carmelo malfermo dalla nascita dopo un intervento chirurgico
muove i primi passi e sogna di diventare capo stazione, magari a Bovalino.
Girato ancor prima dei
documentari di Vittorio De seta editati qualche post fa, quello di Ermanno Olmi
ci presenta una Calabria, che seppure vista da lontano, è una terra incitata a
sollevarsi dalle restrizioni e camminare con i propri piedi e sono i bambini a
spronarla e per questo incitamento Olmi è da ringraziare; nel suo, a tratti
facile entusiasmo, è un film che commuove: verrà De Seta e metterà un altro
punto e a capo che è ancora lì, fermo, nonostante i vari lifting di
ammodernamento attuati, per altro con i finanziamenti CEE che si spendono senza
nessuna ragione visto che ancora i giovani prendono la via dell’esodo, e non
solo loro, e il capo stazione è ormai una figura soppiantata dall’elaboratore
che mediante un programma fa andare e tornare i treni.