Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
lunedì 20 febbraio 2012
Non ricordo se ho visto prima il film o letta la novella, apparteneva a mia sorella Maria, di Colin Higgins.Da buttarsi per terra per le risate la novella, riuscito il film per mano di Hal Ashby e dei due interpreti separati da sessanta anni di età.
Merito anche di Cat Stevens con le cui canzoni colorò, ma davvero, il film.
Solo in italia si producevano titoli così e la Fida di Edmondo Amati era esperta in tal senso, non si poteva dire di no perché l'Amati ne era anche copoduttore!
Secondo film della collaborazione di Truffaut con il grande fotografo ispano-cubano Nestor Almendros ha pure un cameo dello stesso regista e di Jacques Tati sempre come Monsier Hulot.
In quell'epoca a Messina i film della Fida erano in esclusiva al Metropol in via Garibaldi e li lo vidi; il cinema Calabrò, lì accanto, rifiutò di inserirlo nella programmazione perché non accetto alla Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI, Conferenza Episcopale Italiana.
Antoine ha una relazione extra con una giapponesina che gli fa perdere la testa ma non la consorte.
Da lì a due anni Jean-Pierre Leaud sarebbe stato ingaggiato da Bertolucci per una parte tutta Nouvelle Vague in Ultimo Tango e non poteva essere che lui il volto ideale oltre che fidanzato alla Doinel di Maria Schneider.
Quello che doveva essere un omaggio si trasforma in un ricordo, ciò accade spesso con i grandi personaggi.
Terzo di una trilogia che comprendeva Ricostruzione di un delitto e I giorni del '36, questo Ο Θίασος è la storia di uno spettacolo teatrale da mettere in scena, i rapporti tra gli attori che lo devono recitare e gli eventi storici tra dittature, resistenza e liberazione.
La messa in scena è epica in senso assoluto ed ha bisogno di tempo e lentezza come se fosse Omero a dirigere il film.
Durante le proiezioni al cineforum Don Orione, gli abbonati scappavano spaventati, veniva richiesto loro solo un pò di pazienza, questo accade anche a chi non vuole leggere Proust, Joyce o Horcynus orca di Stefano D'Arrigo, perchè noiosi, l'ho sentito dire ad una ex docente universitaria per altro di storia dell'architettura!
La messa in scena è leoniana per affermazione stessa di Angelopoulos, non potrebbe essere altrimenti ma si contempla anche molto cinema russo, francese ed americano.
Se avete tempo gustatevi questi 15 minuti, un mirabile piano sequenza che all'epoca mi fece sballare.
quella Grecia è un paesaggio molto vicino a chi sta tra Platì e Ciurrame
questo l'inizio invece
guardate qui sopra, a sei minuti circa, se quella piazza non sembra piazza municipio o duomo di Bovalino Marina! è identica, manca Giuseppino Mittiga a dirigere il traffico.
Nel millenovecentottanta/ottantuno, l’anno di The River di Bruce Springsteen, ero arrivato al limite massimo per presentare domanda di rinvio, vidimata la cartolina alla stazione ferroviaria partii per il servizio di leva.
Un momento però, prima di continuare, obbligatoriamente devo licenziarmi con Gianni Parlagreco. “Siggnoggianni quannu u fa “Lo sgualo”.
Se ne andato in silenzio, una mattina, dentro la sua casa, il cinema. Come un personaggio di Sam Peckimpah, come Slim Pickens in Pat Garret & Billy the kid, knokin’ on heaven’s door.
I tempi lo avevano sorpassato, il suo sogno, avere una sala di cui non dare conto ad altri l’aveva realizzato. Anni prima lo incontrai alla Banca del Sud, aspettava di entrare per un colloquio con il dottor Vella, mi disse: “Luigi, niscia pacciu, vogghiu u mi ccattu l’Iris e ci fazzu na multisala”, e cosi è stato.
Ora, vi dico un mio pensiero: ha realizzato la multisala Iris, ma il Cinema era l’Orientale.
Un giorno mi telefonò che doveva proiettare per contratto C’era una volta il west, anche per un giorno. Scappai, allo spettacolo delle sedici ero solo in sala. Quel film non l’ho mai visto né prima né dopo come in quella proiezione. Aveva , come il Garden, lo schermo più bello di Messina, e come il Garden, ad una altezza tale, rispetto al pavimento, che al primo posto della prima fila di destra, al centro, mi sentivo dentro il film. Quella è stata la prima volta in cui percepii il dolly più copiato della storia del cinema, agganciato alla musica che nessun film aveva mai avuto e mai avrà.
Lasciando la periferia, andò a gestire dapprima il Garden e il Capitol ex Orfeo, poi l’Odeon e il Lux ed infine l’Aurora. In quelle sale l’avrei rivisto per alcuni anni, solo come spettatore, insieme a colei che avrebbe sparato al cuore del mio cinema.