lunedì 6 febbraio 2012

Theo il greco

OGGI
AL CINEFORUM "PEPPUCCIO TORNATORE"
THEO ANGELOPOULOS
27/04/1937 - 24/01/2012
Quello che doveva essere un omaggio si trasforma in un ricordo, ciò accade spesso con i grandi personaggi.
Terzo di una trilogia che comprendeva Ricostruzione di un delittoI giorni del '36, questo Ο Θίασος è la storia di uno spettacolo teatrale da mettere in scena, i rapporti tra gli attori che lo devono recitare e gli eventi storici tra dittature, resistenza e liberazione.
La messa in scena è epica in senso assoluto ed ha bisogno di tempo e lentezza come se fosse Omero a dirigere il film.
Durante le proiezioni al cineforum Don Orione, gli abbonati scappavano spaventati, veniva richiesto loro solo un pò di pazienza,  questo accade anche a chi non vuole leggere Proust, Joyce o Horcynus orca di Stefano D'Arrigo, perchè noiosi, l'ho sentito dire ad una ex docente universitaria per altro di storia dell'architettura!
La messa in scena è leoniana per affermazione stessa di Angelopoulos, non potrebbe essere altrimenti ma si contempla anche molto cinema russo, francese ed americano.
Se avete tempo gustatevi questi 15 minuti, un mirabile piano sequenza che  all'epoca mi fece sballare.




quella Grecia è un paesaggio molto vicino a chi sta tra Platì e Ciurrame

questo l'inizio invece



guardate qui sopra, a sei minuti circa, se quella piazza non sembra piazza municipio o duomo di Bovalino Marina! è identica, manca Giuseppino Mittiga a dirigere il traffico.

domenica 5 febbraio 2012

Harvest

Nel millenovecentottanta/ottantuno, l’anno di The River di Bruce Springsteen, ero arrivato al limite massimo per presentare domanda di rinvio, vidimata la cartolina alla stazione ferroviaria partii per il servizio di leva.
Un momento però, prima di continuare, obbligatoriamente devo licenziarmi con Gianni Parlagreco. “Siggnoggianni quannu u fa “Lo sgualo”.
Se ne andato in silenzio, una mattina, dentro la sua casa, il cinema. Come un personaggio di Sam Peckimpah, come Slim Pickens in Pat Garret & Billy the kid, knokin’ on heaven’s door.
I tempi lo avevano sorpassato, il suo sogno, avere una sala di cui non dare conto ad altri l’aveva realizzato. Anni prima lo incontrai alla Banca del Sud, aspettava di entrare per un colloquio con il dottor Vella, mi disse: “Luigi, niscia pacciu, vogghiu u mi ccattu l’Iris e ci fazzu na multisala”, e cosi è stato.
Ora, vi dico un mio pensiero: ha realizzato la multisala Iris, ma il Cinema era l’Orientale.
Un giorno mi telefonò che doveva proiettare per contratto C’era una volta il west, anche per un giorno. Scappai, allo spettacolo delle sedici ero solo in sala. Quel film non l’ho mai visto né prima né dopo come in quella proiezione. Aveva , come il Garden, lo schermo più bello di Messina, e come il Garden, ad una altezza tale, rispetto al pavimento, che al primo posto della prima fila di destra, al centro, mi sentivo dentro il film. Quella è stata la prima volta in cui percepii il dolly più copiato della storia del cinema, agganciato alla musica che nessun film aveva mai avuto e mai avrà.
Lasciando la periferia, andò a gestire dapprima il Garden e il Capitol ex Orfeo, poi l’Odeon e il Lux ed infine l’Aurora. In quelle sale l’avrei rivisto per alcuni anni, solo come spettatore, insieme a colei che avrebbe sparato al cuore del mio cinema.


giovedì 2 febbraio 2012

Don Fanucci

Gastone Moschin a Taormina (foto Mittiga)

mercoledì 1 febbraio 2012

Cecilio dei mille

OGGI


In questi nostri giorni li chiamano eventi, segno' un epoca al Cinema Loreto di Platì, sei tempi, mai visti in nessun altro cinema. Mimmo Addabbo percorreva le vie del paese con un altoparlante in cima ad una macchina "bandiandu" di accorrere e non mancare. Entrammo per la proezione pomeridiana che era giorno ed uscimmo a notte inoltrata, sazi e contenti, come dopo una merenda a base di " ihancareiu i pani cu pumadoru stricatu" . Uno spettacolo garantito, eppure ancora, quando fu girato, il cinemascope doveva essere inventato, sebbene Cecilio fosse un boia maccartista alla gionwaine.



Detesto il provvisorio - Antoine, Christine, Fabienne


Antoine sfugge dal militare ma non dalle donne; passando da un impiego all'altro si innamora di una signora sposata, nella vita si perdono gli amici per questo, successivamente sposa la sua fidanzatina che non lo ha dimenticato.
E' il primo film a colori della serie e su tutto domina la canzone di Charles Trenet Que reste-t-il de nos amours?
In Baci rubati appare per 20 secondi, in un'unica sequenza, incrociando Antoine mentre attraversa la strada col marito e il figlio, la Colette del precedente film




nell'anno di Baci rubati Jean-PierreLeaud girava con Pasolini Porcile

mercoledì 25 gennaio 2012

Il cinema d'arte e d'essai



Il primo film che vidi al DON ORIONE fu Un uomo da marciapiede di John Schlesinger del 1969, inserito in un ciclo di film d'arte e d'essai. Quella fu la prima volta che incontrai Dustin Hoffman ma soprattutto le musiche di John Barry.
Ero emozionato perchè la mia intenzione era quella di entrare a far parte dei collaboratori del Cineforum, ancora dovevo aspettare perché avevo paura di dire a papà che era mia intenzione abbandonare l'università. La sala non ha mai avuto riadattamenti, ma è chiusa da anni. E' stata omaggiata involontariamente anche da Michelangelo Antonioni ne L'avventura (1960), ma nessuno se ne accorto. La locandina CINE ORIONE è alle spalle di Gabriele Ferzetti.


Il cinema è stato anche un muretto accanto all'ingresso della sala  o dell'istituto dove per molti anni Cicco Pino è stato il vero punto punto di riferimento, senza dimenticare don Ciccio Nastasi lo zio di Orazio che amava detergersi con l'aglio, e nessuno gli resisteva quando al primo spettacolo entrava a vedere il film in programmazione. Loro non ci sono più ed il muretto soffre per il disturbo arrecatovi da un tram giunto, per fortuna, successivamente.

martedì 24 gennaio 2012

Akira

L'uomo dimentica di essere parte della natura e non una belva che si accanisce contro di essa. Bisognerebbe gridarlo di continuo.
Akira Kurosawa 23/03/1910 - 06/09/1998