domenica 5 febbraio 2012

Harvest

Nel millenovecentottanta/ottantuno, l’anno di The River di Bruce Springsteen, ero arrivato al limite massimo per presentare domanda di rinvio, vidimata la cartolina alla stazione ferroviaria partii per il servizio di leva.
Un momento però, prima di continuare, obbligatoriamente devo licenziarmi con Gianni Parlagreco. “Siggnoggianni quannu u fa “Lo sgualo”.
Se ne andato in silenzio, una mattina, dentro la sua casa, il cinema. Come un personaggio di Sam Peckimpah, come Slim Pickens in Pat Garret & Billy the kid, knokin’ on heaven’s door.
I tempi lo avevano sorpassato, il suo sogno, avere una sala di cui non dare conto ad altri l’aveva realizzato. Anni prima lo incontrai alla Banca del Sud, aspettava di entrare per un colloquio con il dottor Vella, mi disse: “Luigi, niscia pacciu, vogghiu u mi ccattu l’Iris e ci fazzu na multisala”, e cosi è stato.
Ora, vi dico un mio pensiero: ha realizzato la multisala Iris, ma il Cinema era l’Orientale.
Un giorno mi telefonò che doveva proiettare per contratto C’era una volta il west, anche per un giorno. Scappai, allo spettacolo delle sedici ero solo in sala. Quel film non l’ho mai visto né prima né dopo come in quella proiezione. Aveva , come il Garden, lo schermo più bello di Messina, e come il Garden, ad una altezza tale, rispetto al pavimento, che al primo posto della prima fila di destra, al centro, mi sentivo dentro il film. Quella è stata la prima volta in cui percepii il dolly più copiato della storia del cinema, agganciato alla musica che nessun film aveva mai avuto e mai avrà.
Lasciando la periferia, andò a gestire dapprima il Garden e il Capitol ex Orfeo, poi l’Odeon e il Lux ed infine l’Aurora. In quelle sale l’avrei rivisto per alcuni anni, solo come spettatore, insieme a colei che avrebbe sparato al cuore del mio cinema.


giovedì 2 febbraio 2012

Don Fanucci

Gastone Moschin a Taormina (foto Mittiga)

mercoledì 1 febbraio 2012

Cecilio dei mille

OGGI


In questi nostri giorni li chiamano eventi, segno' un epoca al Cinema Loreto di Platì, sei tempi, mai visti in nessun altro cinema. Mimmo Addabbo percorreva le vie del paese con un altoparlante in cima ad una macchina "bandiandu" di accorrere e non mancare. Entrammo per la proezione pomeridiana che era giorno ed uscimmo a notte inoltrata, sazi e contenti, come dopo una merenda a base di " ihancareiu i pani cu pumadoru stricatu" . Uno spettacolo garantito, eppure ancora, quando fu girato, il cinemascope doveva essere inventato, sebbene Cecilio fosse un boia maccartista alla gionwaine.



Detesto il provvisorio - Antoine, Christine, Fabienne


Antoine sfugge dal militare ma non dalle donne; passando da un impiego all'altro si innamora di una signora sposata, nella vita si perdono gli amici per questo, successivamente sposa la sua fidanzatina che non lo ha dimenticato.
E' il primo film a colori della serie e su tutto domina la canzone di Charles Trenet Que reste-t-il de nos amours?
In Baci rubati appare per 20 secondi, in un'unica sequenza, incrociando Antoine mentre attraversa la strada col marito e il figlio, la Colette del precedente film




nell'anno di Baci rubati Jean-PierreLeaud girava con Pasolini Porcile

mercoledì 25 gennaio 2012

Il cinema d'arte e d'essai



Il primo film che vidi al DON ORIONE fu Un uomo da marciapiede di John Schlesinger del 1969, inserito in un ciclo di film d'arte e d'essai. Quella fu la prima volta che incontrai Dustin Hoffman ma soprattutto le musiche di John Barry.
Ero emozionato perchè la mia intenzione era quella di entrare a far parte dei collaboratori del Cineforum, ancora dovevo aspettare perché avevo paura di dire a papà che era mia intenzione abbandonare l'università. La sala non ha mai avuto riadattamenti, ma è chiusa da anni. E' stata omaggiata involontariamente anche da Michelangelo Antonioni ne L'avventura (1960), ma nessuno se ne accorto. La locandina CINE ORIONE è alle spalle di Gabriele Ferzetti.


Il cinema è stato anche un muretto accanto all'ingresso della sala  o dell'istituto dove per molti anni Cicco Pino è stato il vero punto punto di riferimento, senza dimenticare don Ciccio Nastasi lo zio di Orazio che amava detergersi con l'aglio, e nessuno gli resisteva quando al primo spettacolo entrava a vedere il film in programmazione. Loro non ci sono più ed il muretto soffre per il disturbo arrecatovi da un tram giunto, per fortuna, successivamente.

martedì 24 gennaio 2012

Akira

L'uomo dimentica di essere parte della natura e non una belva che si accanisce contro di essa. Bisognerebbe gridarlo di continuo.
Akira Kurosawa 23/03/1910 - 06/09/1998

lunedì 23 gennaio 2012

Vittime di guerra

OGGI
AL CINEFORUM PEPPUCCIO TORNATORE

Forse perché tratto da un lavoro teatrale, questo, tra i film di guerra, è molto personale e riuscito, come Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick. Al suo buon fine concorrono, indubbiamente uno stuolo di attori che in altri film li vedrete caratteristi ma qui emergono in prima linea, tra tutti Jack Palance.
Robert Aldrich al suo sesto lavoro si dimostra un direttore epico ed un narratore omerico nel descrivere i rapporti tra commilitoni: a volte, in guerra, si combatte contro il proprio plotone.
 "Non v'è riscatto, né patriottismo, né enfasi. L'uomo non ha scampo, mai." Fernaldo Di Giammmatteo in: Dizionario del cinema americano
Guardate la finezza di questi sette minuti iniziali con i titolo di Saul Bass:






ed ancora questa presentazione