giovedì 13 novembre 2025

Yasuzō Masumura* - Storia del cinema nipponico dal 1896 al 1954 - 1, gli albori


1896 Il Vitascope di T. A. Edison

  Il primo film che il popolo giapponese ebbe occasione di-vedere fu uno dei cortometraggi della «Vitascope» di Edison, proiettato nel 1896 nella città portuale di Kobe. L’anno successive venne importato in Giappone il proiettore cinematografico dei Lumiére. Questa meravigliosa invenzione della scienza moderna venne entusiasticamente accolta dal popolo giapponese che, dopo la vittoria riportata sulla Cina nel 1895, era particolarmente avido di aggiornarsi sulle conquiste della civiltà occidentale. Un giornale del tempo scrisse: «I misteri del XX secolo, caratterizzati dalla magia della scienza, le città del mondo occidentale, simili a fantasiosi paesaggi di sogno, vennero con somma evidenza mostrati agli spettatori comodamente seduti nella sala di proiezione».
  Il primo film giapponese venne realizzato nel I898 da un fotografo di Tokyo: era un cortometraggio che riproduceva la vita quotidiana di questa città. Il primo dilm con un intreccio e dei protagonisti apparve nel 1899. Portava sullo schermo un episodio di cronaca, un coraggioso poliziotto che arrestava un feroce assassino dopo un conflitto sanguinoso. L’anno dopo venne girato a Kyoto, l’antica capitale del Giappone, un film che riproduceva alcune scene dell’antico teatro «Kabuki». Da allora in poi vennero successivamente prodotti molti film di poco meno di 150 metri ciascuno. Nel 1904 venne costruito a Tokyo il primo studio cinematografico del Giappone e l’anno successivo sorse il secondo a Kyoto.
  In base alla tendenza generale lo studio di Tokyo produsse film tratti da avvenimenti contemporanei, interpretati da attori senza esperienza teatrale; viceversa, lo studio di Kyoto realizzava pellicole che riproducevano alcuni drammi famosi del Kabuki, con attori di teatro. I film prodotti a Tokyo vennero chiamati «Gendaigeki» (film contemporanei) e quelli di Kyoto «Jidaigeki» (rappresentazioni in costume). Questa suddivisione avrebbe costituito una rigida tradizione dellacinematografica nipponica, dovuta al fatto che la vecchia città di Kyoto rappresentava il luogo più adatto, dal punto di vista artistico ed economico, alla produzione di film in costume, mentre la nuova capitale, Tokyo, era tutta protesa verso il progresso.
  Alla fine dell’Era Meiji* (1912), il Giappone era dotato di cinque teatri, di posa e di innumerevoli sale cinematografiche: soltanto a Tokyo ve n’erano settecento. Ma tutti i film prodotti in questo periodo erano delle opere assolutamente primitive, riproduzioni semplici e dirette di episodi di vita reale o di scene del teatro drammatico, lontane da qualsiasi interpretazione artistica.

BIANCO e NERO ANNO XV - 1954, n. 11-12


 

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