Peter Bogdanovich, nell’epoca in cui faceva il critico, era praticamente il solo americano a condividere l’amore sviscerato e un poco isterico per Hollywood, docile ai dettami dei “Cahiers du Cinéma” e alla loro politica degli autori. Straniero in terra straniera, si perdeva, solitario, nelle sottili variazioni che un film noir, un western, un musical, offrono a chi li frequenta. Tutto quello che la critica americana non poteva neppure concepire, vergognosa dei Ford, degli Hawks, dei Minnelli, Bogdanovich ne faceva ne faceva oggetto di studi esaltanti. Una volta divenuto l’acclamato regista di L’ultimo spettacolo, Ma papà ti manda sola? , Paper moon (ha) fatto del ciarpame in bianco e nero, essendo i suoi film il povero calco polveroso e pedante dei modelli amati tanto edipicamente.
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