mercoledì 4 gennaio 2012

Da Caulonia con Ardore


Mi leggerete poco, scrivendo di cinema, sulle opere contemporanee, specie di quelle nostrali. Ma imbattendomi per caso, sul blog di Carlo Bronson, in questi due film di Michelangelo Frammartino non ho potuto evitare di segnalarveli. E' vero si chiama Michelangelo, ma le opere dell'altro Michelangelo diventano piccoli drammi urbani al confronto con Il Dono e Le quattro volte, come  Nanni Moretti diventa uno Steven Spielberg caciaro ed il suo accolito Calopresti un Nunzio Malasomma dell'epoca del fascio.
Michelangelo Frammartino dipinge la Calabria per com'è: bella come Nastassja Rostova e terribile come Rogozin, e alle volte ci chiede del fegato per vedere le sue sequenze: non ci butta in faccia buste di sangue finto, no,  ma il bello e triste passaggio sulla terra di alberi, animali ed umani.





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