Dopo
che Samuel Goldfisih I°(Goldwyn) aveva acquistato i diritti del romanzo « Mc
Teague » di Frank Norris, più o meno direttamente ispirato a « L'assommoir ››
di Emilio Zola (il triangolo Trina-Marcus-Mc Teague ricorda quello formato da
Gervaise-Coupeau-Lantier), nell’accingersi a trasporlo sullo schermo, Erich von
Stroheim ebbe a dichiarare: « È possibile raccontare una grande storia per mezzo
del cinema in maniera tale che lo spettatore venga portato la considerare reale
lo spettacolo che si svolge davanti ai suoi occhi. È in questo modo che
Dickens, Maupassant, Zola e Frank Norris hanno colto e rispecchiato la vita nei
loro romanzi. È in questo stesso spirito che intendo adattare « Mc Teague » di
Frank Norris ››.
Assieme a Theodore Dreiser, Hamlin Garland, William
Dean Howells, Frank Norris (il cui vero nome era Benjamin Franklin Norris) è
stato uno dei più grandi rappresentanti del naturalismo nella letteratura
americana. Norris era diventato scrittore naturalista grazie allo stesso odio nei
confronti della letteratura pura che in Europa aveva dato origine agli studi
sociali di Emilio Zola e negli Stati Uniti alla ribellione di tutti quegli
autori che consideravano Henry James uno smorfioso o una « vecchietta ››, dopo
che questi aveva spietatamente liquidato ogni finalità « morale » del romanzo.
Pure, il progetto letterario di Henry James non era cosi diverso da quello degli
scrittori naturalisti. Ai romanzieri del futuro James si era rivolto con queste
parole: « Godetela [la liberta del romanziere] come va goduta: prendetene
possesso, esploratela fino ai limiti delle sue possibilità, pubblicatela,
sentitene la gioia. Tutta la vita vi appartiene: non date ascolto né a chi
vorrebbe persuadervi che questa messaggera celeste aleggi addirittura al di
fuori della vita, respirando un'aria rarefatta e distogliendo lo sguardo dalla
verità delle cose. Non vi è impressione della vita, non vi è modo di vederla o
di sentirla, che non trovi il suo posto nell'opera del romanziere ». L'unica
differenza semmai era data dall'estensione che essi assegnavano all'esperienza
e alla sua possibile intelligibilità. In realtà Henry James condusse la sua
campagna per il romanzo su di un piano che nessun scrittore naturalista avrebbe
mai raggiunto. Ogni suo romanzo non era che l’esplorazione di successivi mutamenti
di punti di vista. La sfilata di tutta una serie di personaggi, nella coscienza
dei quali a turno si calava quella dell'autore, non aveva che lo scopo di
contemplare con occhi differenti un oggetto che per conto suo rimaneva impenetrabilmente
lo stesso. Così suonava «la legge degli aspetti successivi ›› di cui molti suoi
romanzi sono applicazioni molto precise. Senza aggirarsi nei meandri e nei
labirinti delle fusioni e delle relazioni, nella « terribile fluidità
della rivelazione di se ››, in una moltitudine vibratile, cangiante, fatta di
contatti ripetuti, di tenui contiguità, di avvenimenti cosi serrati da sfidare
lo spirito ad enumerarli ed esaurirli, gli scrittori naturalisti raggianti di
indignazione e di scontento sociale, taccuino alla mano, preferirono cacciarsi
nei miasmi della metropoli, nel fetore degli obitori, nelle fogne, nei
bassifondi, nelle infermerie delle prigioni, nei gabinetti da dentista. nei
bordelli, nelle miniere e nelle fabbriche, convinti anch'essi che non dovessero
esserci limiti alla loro esperienza. Il pericolo implicito in una
posizione del genere era dato da una congenita arrendevolezza nei confronti di
quel gretto materialismo e buon senso calcolatore che miravano a svergognare.
Non era lontano il giorno in cui il naturalismo venne a trovarsi schiacciato
sotto il peso del culto del dato di fatto.
Greed e Salvation
Hunters evitarono questo pericolo e si posero come tentativi autonomi di
mediazione tra il punito di vista (anzi, i punti di vista) di Henry James e
quello dei naturalisti. (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾