OGGI
AL CINEFORUM PEPPUCCIO TORNATORE
“ Non avevo bisogno di una sceneggiatura e tutto quello che volevo era una modesta somma di denaro, bambini, una macchina da presa e una spiaggia …se il libro di Goding è un concentrato della storia dell’uomo, la storia della realizzazione di questo film è come un concentrato della storia del cinema, che fa luce su tutte le insidie, le tentazioni e le sofferenze patite a diversi livelli “. Peter Brook
In un’isola dell’oceano indiano precipita un aereo che trasporta bambini nel tentativo di allontanarli da un prossimo conflitto, questa volta nucleare, in Europa; dal Regno Unito erano diretti in Australia. Sono rampolli di gente al potere: nobili, militari, borghesi, insomma ricconi e con i soldi in Svizzera. Provengono da svariati collages con solide basi lutero-calviniste o da esso derivati come anglicani.
Una volta riuniti i piccoli superstiti ed eletto un capo comincia la lotta di prevaricazione da parte del sottocapo, colui che comanda i cacciatori ma soprattutto comanda gli addetti al fuoco, acceso come segnale di avvistamento. E’ davvero una lotta intestina che porta all’annientamento dei più miti e dei più saggi, condotta a termine da coloro che sono ritornati ad uno stato di imbarbarimento sfrenato.
Sul capolavoro di William Golding ,1911 – 1993, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1983, da cui il film è tratto si è detto di tutto e con competenza specifica, lo stesso accadde e continua ad accadere oggi al film di Peter Brook, un’opera che lascia sbalorditi soprattutto per l’aiuto che il regista ha avuto da Tom Hollyman e Gerald Feil sul piano figurativo.
Quello che mi pare non evidenziato, sia per il romanzo originale sia per il film di Peter Brook, è l’aspetto ludico preferendo mettere l’accento sulla metafora, che i due certamente propongono, col, mondo degli adulti e la progressiva affermazione dei poteri nell’avanzata della civiltà.
Bambini e ragazzi non smettono di giocare, un po’ come avveniva nei piccoli spettatori del cinema Loreto di Platì che dopo aver assistito alle nefande avventure dei grandi, usciti dal cinema, ispirati, cercavano di riprodurle sotto forma di gioco nella fiumara.
Nel romanzo come nel film il male è reale ed il sangue è rosso.