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lunedì 31 ottobre 2011

al Messico che vorrei

Prodotto da Alberto Grimaldi, per la prima volta Corbucci si avvale del lavoro di Jack Palance ed è uno dei migliori film che trattano della rivoluzione messicana vista con spirito sessantottesco, come in altri, in questo, e lo diceva lo stesso regista, Corbucci rivisita l'ultimo film prodotto da Grimaldi per Sergio Leone. Assieme a molti altri lo vidi all'Orfeo in via Nino Bixio. Grande colonna di maestro Morricone, usata pure nel tarantiniano Kill Bill!
Quello che mi piace delle tarantinate è la decontestualizzazione della musica creata per altre situazioni, ma  l'avevamo già fatto con i matrimoni Valerio ed io, scusate l'immodestia.








martedì 18 ottobre 2011

L'altro Sergio

Sergio Corbucci 06/12/1927 - 02/12/1990

Con questo inizio una breve restrospettiva sul vero re dello spaghetti western, nei priossimi post vi dirò perché, questo, girato con a sua personale maestria, è il primo di cui si avvale della musica di maestro Morricone, lo vidi all'Orfeo. Il tema del film fu pure usato per un carosello Gli Incontentabili diretto da Luciano Emmer con Giampiero Alberini prima e Adoldo Celi dopo.





domenica 21 agosto 2011

Nel più alto dei cieli


Solaris fu importato in Italia dalla Euro International Film, a mio avviso la più grande casa distributrice italiana, di proprietà dei romani conti Cicogna, quella di C'era una volta il west,Giù la testa, Metti una sera a cena ecc per intenderci. Per il lancio la ditta Lucherini-Rossetti-Spinola si affidò a contrapporlo, come risposta sovietica, a 2001, Odissea nello spazio. A parte lo "spazio"scenico, i due film non hanno niente in comune, anzi mi viene in mente una contrapposizione: Richard Strauss contro J. S. Bach, ma finiamola qui, come si può contrapporre il preludio corale BWV 639 a qualsiasi altro brano musicale pur inserito in un capolavoro come 2001.
Al 25° festival di Cannes vinse il Grand Prix speciale della giuria.
La sua forza visiva rimarrà sempre intatta e la poesia di Tarkovskij non morirà mai.
Qualche anno fa, Steven Soderbergh ne fece un remake niente male con George Clooney.






Andréi Tarkovski - Message to young directors from Christian Compagnon on Vimeo.

giovedì 21 luglio 2011

Arte e Vita

ANDREI RUBLEV




Andrei Rublev viene considerata l'opera massima di Tarkovskij. Siamo solo al suo secondo film.
In 3 ore e 25 minuti ci da la sua visione dell'arte e dell'artista, non solo una biografia. Ovviamente i soviet non ne vollero sapere e per sei anni ne tardarono l'esportazione.
La sua struttura lo rende ancora oggi fresco ed attuale e si può dire eterno, richiede solo una visione paziente e attenta.

lunedì 11 luglio 2011

Andrej Arsen'evič Tarkovskij, Zavrazie, 4 aprile 1932 – Parigi, 29 dicembre 1986


 Andrej Tarkovskij non c’è più da quindici anni. Di questi tempi probabilmente non avrebbe più trovato nessuno per finanziare un qualsiasi suo soggetto cinematografico.
 Vista col senno di poi L’infanzia di Ivan rappresenta uno di quei debutti le cui immagini fanno presagire un futuro maestro. La  tematica lascerebbe intendere che il regista si muoverà sulle direttive dei dirigenti sovietici di quegli anni, ma le successive critiche di calligrafismo e formalismo alieneranno , si può dire per sempre, il futuro di Tarkovskij agli occhi bendati dei capi partito.
Il film vinse nel 1962 il leone d’oro alla mostra di Venezia, ex-aequo con Cronaca familiare di Valerio Zurlino.
Il suo espressionismo e simbolismo svilupparono una tecnica molto usata successivamente dai registi di video-clip negli anni ’80 e la sua visione dell’infanzia è da associare con I 400 colpi di François Truffaut, Zazie nel metrò di Louis Malle e, qualche tempo dopo,  Incompreso di Luigi Comencini.
A  questo punto mi auguro che Giuseppe Tornatore , un altro che dà l’anima quando dirige i bambini, porti sullo schermo Il sentiero dei nidi di ragno il più bel libro di Italo Calvino, prima che lo deturpino un  Soldini o Sorrentino di turno.