lunedì 5 marzo 2012

Linguaggio cinematografico

Noi siamo i figli del linguaggio cinematografico. I nostri genitori sono Griffith, Hawks, Dreyer e Bazin, e Langlois e non voi, e del resto le strutture, senza immagini e senza suoni, come potete parlarne?
Jean-Luc Godard

domenica 4 marzo 2012

Harvest



E ancora. Quando la notte, per scansare qualche servizio più pesante, mi mettevo di PAO, Picchetto Armato Ordinario, accendendo la piccola radio a transistor Philips 80, capitava che l’angelo di deejay di una emittente locale,  molto simile a Radio Messina Quartiere nelle scelte musicali, faceva girare sul piatto The River del Boss, e lo faceva anche in quelle notti fredde e più lente da trascorrere, in cui ero sull’altana a guardare oltre la parte illuminata intorno alla caserma. Di certo non mi ha fatto sentire inutile. E ci fu una mattina quando dopo una notte passata al comando, era stato nel frattempo nominato caporalmaggiore, del drappello di guardia alla porta centrale, al momento dell’alzabandiera, al cospetto di tutta la caserma “Pasquali”, ufficiali, sott’ufficiali e truppa, mentre urlavo il presentat arm, con la banda che intonava l’inno di Mameli, che mi avrebbero potuto ordinare di invadere nuovamente la Polonia per come mi sentivo in quel momento, dentro un film epico di Anthony Mann.
Rock’Roll animal di Lou Reed, in cassetta, lo faceva serpeggiare per le camerate un catanese che aveva solo una pecca, era l’unica cassetta in suo possesso e lui ce la faceva ascoltare dall’alba al tramonto. Costui la notte, prima di andare in missione a mollare buste di plastica piene di acqua ed altre porcherie, si preparava ascoltando l’intro con quell’assolo di chitarra che rimane una delle cose più belle di Lou Reed. Erano note di terrore in quell’istante, che annunciavano all’ignaro malcapitato la pena per una infrazione al codice del nonnismo. Un urlo disumano volava nei corridoi, attestava che la busta si era deflagrata sul malcapitato di turno ed il sonno poteva riprendere tranquillamente per quella notte.
Quello fu l’anno in cui il battaglione a cui ero assegnato ebbe l’onore delle cronache radiotelevisive e giornalistiche. Un giovane muratore che lavorava dentro la caserma mise in moto un cingolato anfibio, sfondò il muro di cinta e dopo un percorso di qualche chilometro si fermò al casello dell’autostrada Roma-L’Aquila per prendere il biglietto. Voleva andare dalla sua fidanzata e farle fare un giretto. Come un film a velocità raddoppiata ci armammo e montando su qualsiasi mezzo scappammo a riprenderlo in tempo. I giudici,stranamente, furono molto clementi vista la giovane età.



in quell'anno, nel tour di the river  quando il boss attaccava Badlands Roy Bittan introitava al piano c'era una volta il west del Maestro prima dell'esplosione

“Lights out tonight
trouble in the heartland
Got a head-on collision
smashin’ in my guts, man
Luci spente questa notte
problemi nel centro
ho la testa che mi scoppia
e lo stomaco in subbuglio, amico

giovedì 1 marzo 2012

Ignatius J. Reilly


Quando la ruota della Fortuna gira verso il basso, vattene al cinema e dimentica tutto il resto.
John Kennedy Toole, Una banda dui idioti

mercoledì 29 febbraio 2012

Kirk Douglas il vero grinta

 per tutti, grandi e piccini



Un regista di tutto rispetto, attori di tutto rispetto, cast tecnico di tutto rispetto e lo spettacolo è assicurato, questo è I Vichinghi. Col crescere degli anni questo tipo di cinema impone la nostalgia dell'infanzia e il tramonto di un epoca del cinema ancora quando i trucchi erano creati manualmente e non da elaboratori elettronici, da professionisti dediti solo a questa mansione, gente talvolta emersa agli onori della regia dalle cantine di quelle officine di sogni.




questo il tema di Mario Nascimbene:

martedì 28 febbraio 2012

Belmondo, Karina, Godard ... Samuel Fuller

 Un film è come una battaglia:
l'amore
l'odio
l'azione
la violenza
la morte
in poche parole è l'emozione.
Samuel Fuller in Pierrot le fou

lunedì 27 febbraio 2012

I cameramen

OGGI
AL CINEFORUM PEPPUCCIO TORNATORE



 Il cinema australiano deve, quando l'ha avuta, la sua fortuna in Europa, a Taormina  ed anche Philipp Noyce, prima di andare ad Hollywood passò per Taormina, dove Newsfront fu proiettato, grazie al professor Sandro Anastasi dentro la Settimana del Filmnuovo del 1978, successivamente quando diventò Arte fu organizzata tutta una retrospettiva su quel cinema.
In sintesi è la storia di due fratelli cameramen di cinegiornali che venderebbero la propria madre pur di avere sempre nuovi filmati da consegnare. I fratelli sono diversi caratterialmente e politicamente: uno legato al passato ed uno attento ai cambiamenti. E' anche un pezzo di storia australiana raccontata e recitata superbamente, senza incanti e senza cadute di ritmo durante lo spettacolo rappresentato.




domenica 26 febbraio 2012