lunedì 16 ottobre 2017

domenica 15 ottobre 2017

Luna autunnale


“Quella notte,
sotto una luna piena autunnale
così chiara da non lasciare ombre,
i fratelli uscirono in giardino a giocare
e videro delle oche selvatiche volare chissà dove.
Di quelle cinque oche selvatiche,
una doveva essere il padre, una la madre e le altre tre i piccoli.
Tu sei il fratello minore, io il maggiore,
e sebbene nostra madre sia davvero nostra madre …”

Kei KumaiIl mare sta guardando (海は見ていた Umi wa miteita), 2002

venerdì 13 ottobre 2017

for Michael Cimino by Raymond Carver



The Juggler at “Heaven's Gate
by Raymond Carver, 1985
                                                                
                                                                 for Michael Cimino


Behind the dirty table where Kristofferson is having
breakfast, there's a window that looks onto a nineteenth-
century street in Sweetwater, Wyoming. A juggler
is at work out there, wearing a top hat and a frock coat,
a little reed of a fellow keeping three sticks
in the air. Think about this for a minute.
This juggler. This amazing act of the mind and hands.
A man who juggles for a living.
Everyone in his time has known a star,
or a gunfighter. Somebody, anyway, who pushes somebody
around. But a juggler! Blue smoke hangs inside
this awful café, and over that dirty table where two
grownup men talk about a woman's future. And something,
something about the Cattlemen's Association.
But the eye keeps going back to that juggler.
That tiny spectacle. At this minute, Ella's plight
or the fate of the emigrants
is not nearly so important as this juggler's exploits.
How'd he get into the act, anyway? What's his story?
That's the story I want to know. Anybody
can wear a gun and swagger around. Or fall in love
with somebody who loves somebody else. But to juggle
for God's sake! To give your life to that.
To go with that. Juggling.


mercoledì 11 ottobre 2017

Giulietta Degli Spiriti in Fellini




Federico Fellini used pure blacks, whites and reds to create a dreamlike reality in Giulietta degli spiriti (1965)
L'originale è qui: https://eastman.org/technicolor/4d-italy-images

domenica 8 ottobre 2017

Una Trilogia per Michael Cimino


Per molte ragioni, penso che sia utile e necessario stabilire un legame tra i film, mettendo I Cancelli del cielo per primo, Il Cacciatore per secondo e per terzo L’Anno del Dragone si ottiene una specie di trilogia, un trittico. E infatti si può sentire una continuità tra certi temi. Mi è stato utile, a diversi livelli, concepire L’Anno del Dragone come seguito de Il Cacciatore, con il personaggio di Michael Bronski dieci anni dopo. Era un emblema che mi permetteva di andare avanti. Avevo anche in mente questa frase di Don McCullin, il grande fotografo di guerra inglese: “Un film di guerra girato in tempo di pace”.
Michael Cimino in Cahiers du Cinéma n. 377, 1985

venerdì 6 ottobre 2017

L'industria del Western

Il modo in cui si confeziona un Western, merita un po’ di attenzione perché spiega le ragioni della puerilità di molti film che la critica, giustamente, non risparmia. Il principio base che guida la confezione di questo prodotto industriale può essere così riassunto: fabbricare a buon mercato un prodotto di sicuro guadagno. Nel paese della standardizzazione, del taylorismo, della estrema suddivisione del lavoro specializzato, l’industria cinematografica non poteva rimanere estranea a questi concetti.
Il film americano, prodotto con sistemi industriali, è il risultato di varie specializzazioni sicché la fabbricazione di un Western Z non dififferisce molto da quella di un'automobile nelle ofifficine di Cleveland o di Detroit.
Sull'esempio del colonnello Selig e di Griffith, le “ horse opera  - definizione professionale di questo tipo di film - vengono girate alla periferia di Hollywood: il luogo preferito, Owens Valley (1) offre i più disparati paesaggi raccolti in brevissimo spazio, le montagne antiche e quelle più giovani di questa regione, possono raffigurare, secondo le necessita dei registi, gli altipiani del Tibet, il deserto dell'Australia, o le steppe russe. Un numero indefinibile di film, e non solo Western, furono girati in questo posto.
Ma i Western sono senza dubbio la maggioranza. In questi casi il costo delle trasferte, estremamente ridotto, non pesa sul preventivo e se, inoltre, si evitano le innovazioni costose, il prezzo di costo di un Western è necessariamente basso. Altro luogo molto sfruttato è il ranch Iverson, vicino a Los Angeles, che afitta alle diverse Case specializzate una zona ben delimitata del suo territorio; il villaggio speciale che ogni studio di Hollywodd possiede, fu smontato e trasportato su questo terreno perché Rio Grande Raiders avesse il su sfondo indispensabile. Sotto questo punto di vista è preferibile trasferire la troupe a Owens Valley dove si trovano ancora dei villaggi di minatori abbandonati, con i saloon e i marciapiedi di legno che abbiamo visto in Yellow Sky.
Owens Valley e Iverson Ranch debbono oggi premunirsi contro la concorrenza pericolosa derivante dalla creazione nell'Utah di una “ città del Western “: Kanab, scoperta nel 1934 dai registi di Western in serie, attirò l’attenzione dei maestri del (( genere )) per la sua notevole organizzazione. Vi furono girate alcune (< big productions ›) che sono rimaste famose nella storia del Western, per esempio Stagecoaoh. La ricchezza di Ka- nab, vera madre della “ horse opera”, non deriva dal paesaggio, poco differente da quello di Owens Valley (il quale, a sua volta, si trova riprodotto a decine di esemplari, nelle Montagne Rocciose). Kanab, frutto di una organizzazione razionale e metodica, offre al regista tutto ciò che gli serve, essendo questa città, di qualche migliaio di abitanti, un vasto magazzino di generi Western. Con 10 dollari al giorno il regista potrà affittare un «autentico» carro Conestoga; potrà inoltre avere a sua disposizione settecento cavalli selvaggi, non meno autentici, per le scene di panico (la polvere viene affittata senza alcun supplemento, insieme al terreno). Oltre a questi elementi ingombranti e turbolenti, egli potrà arricchire la sua scena di piccoli effetti di forte colore locale affittando in loco serpenti a sonagli che un qualsiasi trovarobe gli offrirà a dozzine. Inutile portarsi dietro le comparse perché la quasi totalità della popolazione di Kanab fa questo mestiere; infatti quando il periodo in cui si girano i film si avvicina (dal 15 maggio al 15 ottobre), gli abitanti cessano ogni altra attività e si mettono a disposizione delle agenzie di collocamento. Abbandonate le loro botteghe si trasformano in fuori legge, in cow boy, in pionieri, in sudisti o nordisti.
Durante questo periodo gli uomini si lasciano volentieri crescere la barba e i baffi per i quali chiedono però un premio supplementare. Questo materiale umano è completato da un lotto di Indiani Navajos senza i quali non può essere fatto un vero Western (2).
Kanab compensa dunque con la sua organizzazione la lontananza da Hollywood, ma la o altrove i procedimenti produttivi rimangono gli stessi. Scelto il luogo e la storia - una scelta facilitata dal fatto di essere limitata a cinque tipi: fattorie ipotecate, diritti su una proprietà, assalto alla diligenza, furto di bestiame, uomini politici senza scrupoli --, al regista inviato per esempio a Owens Valley, non rimane che portare sul posto gli interpreti principali (due al massimo), trenta o quaranta comparse, i cavalli, i carri, le macchine da presa e gli apparecchi per la registrazione sonora. Tutto questo personale specializzato attende istruzioni: il leading man (l”eroe) e la leading lady (l’eroina) si fanno spiegare ogni scena, la qual cosa non richiede molto tempo; il regista si raccomanda all’attrezzista affinché ai revolver dei banditi non manchino le cartucce. Egli dirà a questi quando debbono sparare, su chi e dove debbono cadere le rispettive vittime, mentre l’aiuto regista tiene esatto conto del materiale da sacrificare nelle scene di tafferuglio (bottiglie, tavoli e sedie di compensato).
Si lavora dalle 6 alle 12 ore al giorno. Solo le scene indispensabili, quelle cioè in cui appaiono l’eroe e l’eroina, saranno oggetto di un lavoro minuzioso mentre le sparatorie, le galoppate, i combattimenti «anonimi » e stereotipati saranno presi nella cineteca specializzata (3) dello Studio. Il montaggio darà poi al film la sua unita camuffando i trucchi; d’altra parte i «fans» , di bocca buona, non se la prendono per uno sbaglio di montaggio né per un salto di luce nella fotografia. Film come Texas Renegades o I giustizieri del Far West quando escono dagli stabilimenti hanno assicurata una trionfale carriera negli Stati del Sud e del Sud Ovest per i quali sono stati espressamente confezionati ; il guaio è che, sospinti da non si sa quale vento, arrivano anche sui nostri schermi... L’Ovest quello dei veri cow boy, ama effettivamente rivivere storie del vecchio tempo, ma questa predilezione è affiancata dalla più severa delle censure. Perché il Western del sabato pomeriggio deve rispettare le tradizioni. I devoti di questo genere non permettono che la trama dei film che adorano siano modificate alla leggera.
La ragion d'essere del Western << ordinario ›> (in serie) è centrata sull'eroe di cui ogni film racconta una avventura. L'attore William Boyd, il più popolare di tutti, è Hopalong Cassidy ; Clayton Moore è «The Lone Ranger»  (il cow boy solitario); Charles Starret: Durango Kid. L'eroe, bravo, forte e onesto, non beve e non fuma; degno emulo di Rio Jim e di Tom Mix, deve preferire il cavallo alla ragazza.

(1) Ai piedi del versante meridionale della Sierra Nevada, alla altezza del monte Waitney: scoscendimenti, burroni, colli molto alti, caratterizzano la vallata del fiume Owens. Regione della celebre Vallata della morte.
(2) Da un articolo apparso su Life il 10 ottobre 1949.
(3) I «stock shots», o scene d'archivio, costituiscono talvolta 1/5 della lunghezza totale di un film che dura dai 40 ai '70 minuti.

I.L. Rieupeyrout e A. Bazin, IL WESTERN ovvero ILCINEMA AMERICANO PER ECCELLENZA, Cappelli Editore,1957 – Traduzione Franco Calderoni


mercoledì 4 ottobre 2017