Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
lunedì 16 ottobre 2017
domenica 15 ottobre 2017
Luna autunnale
“Quella notte,
sotto una luna piena autunnale
così chiara da non lasciare ombre,
i fratelli uscirono in giardino a giocare
e videro delle oche selvatiche volare chissà dove.
Di quelle cinque oche selvatiche,
una doveva essere il padre, una la madre e le altre tre i piccoli.
Tu sei il fratello minore, io il maggiore,
e sebbene nostra madre sia davvero nostra madre …”
venerdì 13 ottobre 2017
for Michael Cimino by Raymond Carver
The Juggler
at “Heaven's Gate
by Raymond Carver, 1985
for Michael Cimino
Behind the dirty table where Kristofferson is having
breakfast, there's a window that looks onto a nineteenth-
century street in Sweetwater, Wyoming. A juggler
is at work out there, wearing a top hat and a frock coat,
a little reed of a fellow keeping three sticks
in the air. Think about this for a minute.
This juggler. This amazing act of the mind and hands.
A man who juggles for a living.
Everyone in his time has known a star,
or a gunfighter. Somebody, anyway, who pushes somebody
around. But a juggler! Blue smoke hangs inside
this awful café, and over that dirty table where two
grownup men talk about a woman's future. And something,
something about the Cattlemen's Association.
But the eye keeps going back to that juggler.
That tiny spectacle. At this minute, Ella's plight
or the fate of the emigrants
is not nearly so important as this juggler's exploits.
How'd he get into the act, anyway? What's his story?
That's the story I want to know. Anybody
can wear a gun and swagger around. Or fall in love
with somebody who loves somebody else. But to juggle
for God's sake! To give your life to that.
To go with that. Juggling.
for Michael Cimino
Behind the dirty table where Kristofferson is having
breakfast, there's a window that looks onto a nineteenth-
century street in Sweetwater, Wyoming. A juggler
is at work out there, wearing a top hat and a frock coat,
a little reed of a fellow keeping three sticks
in the air. Think about this for a minute.
This juggler. This amazing act of the mind and hands.
A man who juggles for a living.
Everyone in his time has known a star,
or a gunfighter. Somebody, anyway, who pushes somebody
around. But a juggler! Blue smoke hangs inside
this awful café, and over that dirty table where two
grownup men talk about a woman's future. And something,
something about the Cattlemen's Association.
But the eye keeps going back to that juggler.
That tiny spectacle. At this minute, Ella's plight
or the fate of the emigrants
is not nearly so important as this juggler's exploits.
How'd he get into the act, anyway? What's his story?
That's the story I want to know. Anybody
can wear a gun and swagger around. Or fall in love
with somebody who loves somebody else. But to juggle
for God's sake! To give your life to that.
To go with that. Juggling.
mercoledì 11 ottobre 2017
Giulietta Degli Spiriti in Fellini
Federico Fellini used pure blacks, whites and reds to create a dreamlike reality in Giulietta degli spiriti (1965)
L'originale è qui: https://eastman.org/technicolor/4d-italy-images
domenica 8 ottobre 2017
Una Trilogia per Michael Cimino
Per molte ragioni, penso che sia utile e necessario stabilire un legame tra i film, mettendo I Cancelli del cielo per primo, Il Cacciatore per secondo e per terzo L’Anno del Dragone si ottiene una specie di trilogia, un trittico. E infatti si può sentire una continuità tra certi temi. Mi è stato utile, a diversi livelli, concepire L’Anno del Dragone come seguito de Il Cacciatore, con il personaggio di Michael Bronski dieci anni dopo. Era un emblema che mi permetteva di andare avanti. Avevo anche in mente questa frase di Don McCullin, il grande fotografo di guerra inglese: “Un film di guerra girato in tempo di pace”.
Michael Cimino in Cahiers du Cinéma n. 377, 1985
venerdì 6 ottobre 2017
L'industria del Western
Il modo in cui si confeziona un Western, merita un po’ di attenzione
perché spiega le ragioni della puerilità di molti film che la critica,
giustamente, non risparmia. Il principio base che guida la confezione di questo
prodotto industriale può essere così riassunto: fabbricare a buon mercato un
prodotto di sicuro guadagno. Nel paese della standardizzazione, del taylorismo,
della estrema suddivisione del lavoro specializzato, l’industria cinematografica
non poteva rimanere estranea a questi concetti.
Il film americano, prodotto con sistemi industriali, è il risultato di
varie specializzazioni sicché la fabbricazione di un Western Z non dififferisce
molto da quella di un'automobile nelle ofifficine di Cleveland o di Detroit.
Sull'esempio del colonnello Selig e di Griffith, le “ horse opera - definizione professionale di questo tipo di
film - vengono girate alla periferia di Hollywood: il luogo preferito, Owens
Valley (1) offre i più disparati paesaggi raccolti in brevissimo spazio, le montagne
antiche e quelle più giovani di questa regione, possono raffigurare, secondo le
necessita dei registi, gli altipiani del Tibet, il deserto dell'Australia, o le
steppe russe. Un numero indefinibile di film, e non solo Western, furono girati
in questo posto.
Ma i Western sono senza dubbio la maggioranza. In questi casi il costo
delle trasferte, estremamente ridotto, non pesa sul preventivo e se, inoltre,
si evitano le innovazioni costose, il prezzo di costo di un Western è
necessariamente basso. Altro luogo molto sfruttato è il ranch Iverson, vicino a
Los Angeles, che afitta alle diverse Case specializzate una zona ben delimitata
del suo territorio; il villaggio speciale che ogni studio di Hollywodd
possiede, fu smontato e trasportato su questo terreno perché Rio Grande Raiders avesse il su sfondo
indispensabile. Sotto questo punto di vista è preferibile trasferire la troupe
a Owens Valley dove si trovano ancora dei villaggi di minatori abbandonati, con
i saloon e i marciapiedi di legno che abbiamo visto in Yellow Sky.
Owens Valley e Iverson Ranch debbono oggi premunirsi contro la
concorrenza pericolosa derivante dalla creazione nell'Utah di una “ città del Western “: Kanab, scoperta nel
1934 dai registi di Western in serie, attirò l’attenzione dei maestri del (( genere )) per la sua notevole
organizzazione. Vi furono girate alcune (< big productions ›) che sono rimaste
famose nella storia del Western, per esempio Stagecoaoh. La ricchezza di Ka- nab, vera madre della “ horse
opera”, non deriva dal paesaggio, poco differente da quello di Owens Valley (il
quale, a sua volta, si trova riprodotto a decine di esemplari, nelle Montagne
Rocciose). Kanab, frutto di una organizzazione razionale e metodica, offre al
regista tutto ciò che gli serve, essendo questa città, di qualche migliaio di
abitanti, un vasto magazzino di generi Western. Con 10 dollari al giorno il
regista potrà affittare un «autentico» carro Conestoga; potrà inoltre avere a
sua disposizione settecento cavalli selvaggi, non meno autentici, per le scene
di panico (la polvere viene affittata senza alcun supplemento, insieme al terreno).
Oltre a questi elementi ingombranti e turbolenti, egli potrà arricchire la sua
scena di piccoli effetti di forte colore locale affittando in loco serpenti a sonagli
che un qualsiasi trovarobe gli offrirà a dozzine. Inutile portarsi dietro le
comparse perché la quasi totalità della popolazione di Kanab fa questo
mestiere; infatti quando il periodo in cui si girano i film si avvicina (dal 15
maggio al 15 ottobre), gli abitanti cessano ogni altra attività e si mettono a
disposizione delle agenzie di collocamento. Abbandonate le loro botteghe si
trasformano in fuori legge, in cow boy, in pionieri, in sudisti o nordisti.
Durante questo periodo gli uomini si lasciano volentieri crescere la barba
e i baffi per i quali chiedono però un premio supplementare. Questo materiale
umano è completato da un lotto di Indiani Navajos senza i quali non può essere fatto un vero Western (2).
Kanab compensa dunque con la sua organizzazione la lontananza da Hollywood,
ma la o altrove i procedimenti produttivi rimangono gli stessi. Scelto il luogo
e la storia - una scelta facilitata dal fatto di essere limitata a cinque tipi:
fattorie ipotecate, diritti su una proprietà, assalto alla diligenza, furto di
bestiame, uomini politici senza scrupoli --, al regista inviato per esempio a
Owens Valley, non rimane che portare sul posto gli interpreti principali (due
al massimo), trenta o quaranta comparse, i cavalli, i carri, le macchine da
presa e gli apparecchi per la registrazione sonora. Tutto questo personale
specializzato attende istruzioni: il leading
man (l”eroe) e la leading lady
(l’eroina) si fanno spiegare ogni scena, la qual cosa non richiede molto tempo;
il regista si raccomanda all’attrezzista affinché ai revolver dei banditi non
manchino le cartucce. Egli dirà a questi quando debbono sparare, su chi e dove
debbono cadere le rispettive vittime, mentre l’aiuto regista tiene esatto conto
del materiale da sacrificare nelle scene di tafferuglio (bottiglie, tavoli e
sedie di compensato).
Si lavora dalle 6 alle 12 ore al giorno. Solo le scene indispensabili,
quelle cioè in cui appaiono l’eroe e l’eroina, saranno oggetto di un lavoro minuzioso mentre le sparatorie,
le galoppate, i combattimenti «anonimi » e stereotipati saranno presi nella
cineteca specializzata (3) dello Studio. Il montaggio darà poi al film la sua unita camuffando i trucchi; d’altra parte i «fans» , di
bocca buona, non se la prendono per uno sbaglio di montaggio né per un salto di luce nella fotografia. Film come
Texas Renegades o I giustizieri del Far West quando escono
dagli stabilimenti hanno assicurata una trionfale carriera negli Stati del Sud e del Sud Ovest per i quali sono stati espressamente confezionati ; il
guaio è che, sospinti da non si sa quale vento, arrivano anche sui nostri schermi... L’Ovest quello dei veri cow
boy, ama effettivamente rivivere storie del vecchio tempo, ma questa predilezione è affiancata dalla più
severa delle censure. Perché il Western del sabato pomeriggio deve rispettare
le tradizioni. I devoti di questo genere non permettono che la trama dei film
che adorano siano modificate alla leggera.
La ragion d'essere del Western << ordinario ›> (in serie) è
centrata sull'eroe di cui ogni film racconta una avventura. L'attore William Boyd, il più popolare di tutti, è Hopalong
Cassidy ; Clayton Moore è «The Lone Ranger» (il cow boy solitario); Charles Starret: Durango
Kid. L'eroe, bravo, forte e onesto, non beve e non fuma; degno emulo di Rio Jim
e di Tom Mix, deve preferire il cavallo alla ragazza.
(1) Ai piedi del versante meridionale della Sierra Nevada, alla altezza
del monte Waitney: scoscendimenti, burroni, colli molto alti, caratterizzano la
vallata del fiume Owens. Regione della celebre Vallata della morte.
(2) Da un articolo apparso su Life il 10 ottobre 1949.
(3) I «stock shots», o scene d'archivio, costituiscono talvolta 1/5
della lunghezza totale di un film che dura dai 40 ai '70 minuti.
I.L. Rieupeyrout e A. Bazin, IL
WESTERN ovvero ILCINEMA AMERICANO PER ECCELLENZA, Cappelli Editore,1957 –
Traduzione Franco Calderoni
mercoledì 4 ottobre 2017
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