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giovedì 22 dicembre 2022

SICILIA! - six clapperboards by Straub/Huillet







Pedro CostaOù gît votre sourire enfoui?, 2001

 

martedì 13 dicembre 2022

lunedì 31 ottobre 2022

L'avventura: yesterday and today locations










Schisina, village of Francavilla di Sicilia in the Province of Messina, Italy
Screenshot from Michelangelo Antonioni L'avventura (1960)
Today's photo Sandro Messina
Gino Paoli, Anche se, sung Ornella Vanoni, Ennio Morricone arrangement and orchestra.

domenica 29 maggio 2022

Clara Calamai


Clara Calamai, 1909 - 1998

“Clara Calamai fu una sua vera e propria invenzione: credo non ci fosse allora nel cinema italiano una figura femminile che avesse la possibilità di diventare sullo schermo sesso e simbolo come fece Clara Calamai. Odorava di fieno, di campagna, di osteria, odorava di campagna”. Giuseppe De Santis


 

mercoledì 18 maggio 2022

Natalie's - color book - Kalmus










Charles VidorThe Desperadoes, 1943
Natalie Kalmus Technicolor Director
 

domenica 1 maggio 2022

Renato Terra, una vita al margine del cinema




Renato Terra
Napoli, 26 luglio 1922 – Roma, 28 novembre 2010
Con Pietro Germi, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini e molti, molti altri.
Da napoletano divenne sullo schermo siciliano e soprattutto calabrese.



 

lunedì 11 aprile 2022

Is he a psychopath?

Look at these images from celebrated filmmaker Quentin Tarantino.
What happened to this man as a child?
What did America do to him that he should make such images for people to watch?
Is he a psychopath?
No. He is simply re-interpreting the western cult of death he grew up with for new generations of consumer zombies who crave seeing their fellow humans mutilated in new and inventive ways.
This cult of death is rooted in the Bible which the Imperialist slaves believe is actually the word of God.
The same God that's used to send them to kill humans on the other side of the world because they have a different God.
"God and country are an unbeatable team; they break all records for oppression and bloodshed." Luis Bunuel.
 
Guarda queste immagini del celebre regista Quentin Tarantino. Che cosa è accaduto a quest'uomo da bambino?
Cosa fa l'America per creare questo tipo di immagini che la gente può vedere?
È uno psicopatico?
No, sta solo reinterpretando il culto occidentale della morte con cui è cresciuto per le nuove generazioni di zombi consumatori che desiderano vedere i loro simili mutilati in modi nuovi e fantasiosi
Questo culto della morte ha le sue radici nella Bibbia che gli schiavi imperialisti credono sia in realtà la Parola di Dio.
Lo stesso Dio li mandava ad uccidere gli esseri umani dall'altra parte del mondo, poiché abbiamo un Dio diverso.
"Dio e il paese sono una squadra imbattibile, che batte tutti i record di oppressione e spargimento di sangue". - Luis Bunuel
Slavko Martinov, Propaganda, 2012

martedì 22 marzo 2022

Natalie Kalmus Technicolor Director for Fritz Lang

Western Union, 1941
Virginia Gilmore, Randolph Scott & Barton MacLane




The return of Frank James, 1940
Gene Tierney & Henry Fonda







 

mercoledì 16 marzo 2022

Bad Guy Dan

 Dan Duryea (1907 – 1968) 

Dan Duryea era uno di quelli che sullo schermo rubavano le scene ai protagonisti; bastano, per ricordarlo, solo le volte con Fritz Lang: La donna del ritratto (The Woman in the Window), nel 1944, Strada scarlatta (Scarlet Street), nel 1945 e prima ancora nel 1944 in Il prigioniero del terrore (Ministry of Fear); ma sopratutto disturbava lo spettatore in Winchester '73, del 1950, diretto da Anthony Mann. La violenza in lui scaturiva dalla sua natura di simpatico e gioviale.

mercoledì 2 marzo 2022

La bella, Stefania, di Lodi



La bella di Lodi il film di Mario Missiroli del 1963 è una di quelle sorprese che uno non si aspetta, viziato si è dalle critiche che lo stroncarono alla sua uscita. Rivisto oggi lo si può benissimo affiancare a Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci, Vive sa vie di Jean Luc Godard e sulla falsa riga della commedia all’italiana. A questa conclusione ci porta il trattamento che ne hanno fatto Alberto Arbasino e Mario Missiroli. Tutto per merito di Stefania Sandrelli, Adriana Asti che la doppia e Goffredo Rocchetti che la trucca. Con loro uno stuolo di nomi oggi assisi sull’olimpo del grande cinema: Fernando Franchi, Enzo Ocone, Andreina Casini, Giuseppe Ruzzolini, Angelo Novi, Danilo Donati, Nino Baragli, Piero Umiliani, Tonino Delli Colli, Manolo Bolognini, Alfredo Bini. In ultimo, lo strato sonoro dovuto alle melodie di allora confluite nel film come dopo avrebbe fatto Martin Scorsese.
 

martedì 18 gennaio 2022

CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA



 

L’INAUGURAZIONE
DEL “CENTRO”

MUSSOLINI giunse alle undici del mattino e visitò tutte le aule, tutti i reparti della grande scuola di cinematografia: vi si stava recitando una scena del fu Mattia pascal o vi si stavano facendo delle prove di voce e controllandone l'impressione; o disegnando un bozzetto di camera da pranzo, o sceneggiando un brano di Goldoni. Egli s'interessò di tutto, vivamente, cordialmente. Udita recitare la nostra Beghi, ad esempio, le chiese come si chiamasse, e più tardi ne domandò notizie al Direttore; nel teatro di posa chiamò a sé, amichevolmente, Blasetti che dirigeva la scena; si occupò in dettaglio dei metodi di recitazione, dell'importanza della sceneggiatura, di tutto. La giornata, dapprima nebbiosa, si era fatta bellissima, e l'attività nelle diverse sezioni della scuola ne
metteva in evidenza i grandi mezzi, con i quali le è commesso il dovere di preparare il cinema italiano di domani; e insomma, diremo senza indugio, apriva i cuori alla speranza d'un avvenire migliore.
Un paio di giorni prima il Direttore del «Centro», nel suo lucido studio in Settecento nuovo, ci aveva parlato della scuola, del modo in cui sono divisi gli insegnamenti, del lungo e preciso studio che precede l'adozione di determinati criteri; ed anche più persuasiva era riuscita una visita ai locali, con la loro attrezzatura e la loro comodità, la loro chiara pulizia e insomma la voglia di lavorare che essi mettevano. Il lettore non deve ingannarsi sulla portata della scuola: essa è veramente una cosa in grandissime proporzioni.
Non a caso abbiamo sentito di doverne fare oggetto almeno d'un articolo di fondo in questa che a ragione o a torto è ritenuta la più autorevole rivista italiana di cinema. Da questo Centro Sperimentale di Cinematografia bisogna che nascano molte cose.
Il concetto medesimo di attività cinematografica deve mutare in Italia. Le «buone famiglie», poniamo, non debbono aver paura a lasciare che le loro figlie studino per cercare di fare del cinema.
Questa scuola dovrebbe avere una popolazione studentesca, diciamo, del genere di quella dei Regi Conservatori: con un senso di collettività e familiarità nel lavoro, e di entusiasmo addirittura fissato, maniaco. Non a caso nella sua relazione sul cinema in Italia, Alessandro Pavolini ha alluso ai giovani e al loro sentimento «intransigente». Noi lo vediamo ogni giorno. Ad una redazione di rivista cinematografica del genere di questa, giungono lettere che rivelano una serietà ed una passione così cocciute e particolari, che alle volte si stenta a credere ai propri occhi. Non ingannatevi, non è la passione di chi chiede l'indirizzo di Greta Garbo o il vero nome di Robert Taylor. Né è soltanto quella di chi manda un paio di fotografie e chiede come si possa venire assunti a Cinecittà. È invece un atteggiamento ragionato, meticoloso, che mette noi stessi in guardia perché ci accorgiamo di essere letti, scrutati sino all'ultima sillaba. Tutto questo è molto importante, perché è da tale magnifica e disinteressata pignoleria che possono nascere grandi cose. Il ministro Pavolini, il quale, scrittore egli stesso e uomo di gusto, indubbiamente deve avere una sensazione personale e definita di che cosa sia l'amore per un'arte, ha indicato i primi difetti che generano decadenza nel cinema: l'affarismo, il cattivo gusto, la corruzione borghese. In fondo sono tutti e tre legati fra loro, sono cugini: formano quel complesso di incompetenza e di imbroglio, di materiale avidità e di bassezza del costume, i quali in ogni ora vanno denunciati severamente.
E poi fra l'altro non bisogna dimenticare neppure in questo campo, anzi, meno che mai in questo campo, che la storia d'Europa attraversa un momento alquanto serio. Dare il giusto posto al film di ricreazione va molto bene; e se in questo periodo, in cui la produzione in certi Paesi è scarsa, tali opere si esporteranno su larga scala, andrà magnificamente bene; ma d'altro canto, l'opportunità di produrre cose serie e non meno esportabili, che esprimano per mezzo della più popolare fra le arti una loro alta parola nella gravità del momento, è, da un punto di vista morale oltre che economico, altrettanto magnificamente chiaro.
I giornali hanno riportato per esteso la cronaca e i discorsi. Diremo che Mussolini, che aveva seguito il rapporto di Pavolini con una partecipazione continua, brevi cenni, significative espressioni, alla fine gli disse a voce bassa: «Avete fatto un bellissimo discorso». Poi pronunciò le sue brevi frasi. La scuola, nella sua nuova sede, era solennemente inaugurata; la grande prova del nuovo «Centro» incominciava.
Tanto che quella mattina, mentre il Direttore Chiarini, circondato dalle autorità, aveva l'onore di accompagnare intorno il Capo del Governo e indicargli le varie parti del Centro e le loro funzioni e
attribuzioni, noi pensavamo alla immensa responsabilità che questo Direttore ed i suoi collaboratori si sono assunta, all'onere spaventosamente impegnativo che essi hanno contratto non solo riguardo ai superiori ma riguardo a noi, spettatori e magari uomini di cultura, a noi colto pubblico. La responsabilità di preparare gli uomini e le donne che faranno i film italiani. La responsabilità della loro cultura, del loro stile, dell'educazione del loro gusto, della loro specifica preparazione tecnica. La responsabilità del renderli degni di rappresentarci nel mezzo artistico più popolare e diffuso; e quando dico rappresentarci dico rappresentare l'Italia,
la sua realtà, la sua storia, la sua educazione, il livello altamente impegnativo del suo gusto, mostrato e stavamo per dire compromesso da alcuni memorandi primati in altre arti più antiche ed illustri.
In altri termini, adesso, dopo il fervore dell'inaugurazione, adesso viene il bello. E una scuola di cinematografo nella quale tanti mezzi governativi siano stati profusi e che goda di sanzioni tanto 
alte ed autorevoli, è un fatto che di generale diviene in certo modo personale: cioè impegna tutti noi e quindi ciascuno di noi. Ci impegna a seguirla con vivo interesse nello sviluppo delle sue attività, ci impegna a farne oggetto della nostra particolare attenzione, della nostra solidarietà, delle nostre pretese.
P. M. PASINETTI


CINEMA quindicinale di divulgazione cinematografica ANNO V – 25 gennaio 1940 XVIII

mercoledì 8 dicembre 2021

Tolstoy, Garbo & Mussolini



LA COPPA MUSSOLINI DELLA III MOSTRA
INTERNAZIONALE CINEMATOGRAFICA
DI VENEZIA È STATA ASSEGNATA AL
FILM METRO GOLDWYN MAYER
ANNA KARENINA
CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE:
L’alta interpretazione di Greta Garbo, unita ad una traduzione in immagini visive del capolavoro tolstoiano quanto mai efficace ed umano, fa di questo film un’opera di indubbio valore artistico. La realizzazione non si limita all’esteriorità della vicenda ma raggiunge con sobrietà di mezzi il nucleo psicologico del dramma. Così che essa diventa opera d’arte.

Clarence Brown, Anna Karerina,1935


 

lunedì 29 novembre 2021

CHARLES FARREL is back

Un giovanotto snello, robusto, dalle chiome increspate e dalla fisionomia dolce, un uomo semplice dal sorriso franco e ingenuo, un giovanotto dall’aria socievole e bonario, ecco in brevi parole la presentazione di Charles Farrel.
Questo attore che improvvisamente si è elevato alla categoria di “ astro ” nel firmamento cinematografico, era circa due anni fa uno dei tanti innominati che lavoravano nella settima arte, uno degli innumerevoli che aspiravano a poter circondare il proprio nome dell’aureola della fama. Gli è bastata una opportunità e ha saputo raggiungere di colpo il posto che tanti e tanti si erano sforzati invano di raggiungere e che non erano mai riusciti a conseguire. La dea fortuna ama i giovani e specialmente i giovani dal sorriso luminoso come Charles Farrel, e un bel giorno la tanta sospirata dea si è lasciata conquistare anche essa dal bel fanciullo e gli ha concesso la gloria e la ricchezza.
Ciò che colpisce la fantasia di molti aspiranti agli onori dello schermo è la facilità con cui sembra si possa raggiungere tale scopo, ma invece non è così; non basta possedere buoni muscoli, un’andatura elegante, o un viso regolare per poter riuscire, la cinematografia ha una grandezza spirituale sua propria e soltanto chi riesce ad esprimerla raggiunge la notorietà. Le complesse attitudini dell’animo umano richiedono una comprensione che solo un cervello raffinato e una sensibilità squisita possono raggiungere; la bellezza il più delle volte si accompagna con la povertà d’intelletto e quindi il successo che talvolta è facilmente raggiunto è effimero come la vita di un fiore e con eguale prestezza viene dimenticato.
Nel caso di Charles Farrel abbiamo invece un giovane pieno di naturalezza e intelligenza che ha perseguito la sua meta con pazienza, con tenacia, con sacrificio fino a che nel giorno della prova la preparazione ha dato i suoi frutti ed ecco che in Settimo Cielo segna un trionfo con la creazione di un personaggio che resterà indimenticabile in quanti hanno avuto la fortuna di vederlo. In tutte le parti del mondo il nome di Charles Farrel è passato su tutte le bocche con ammirazione, con meraviglia, con entusiasmo.
Nessun altro attore nella storia della Cinematografia ha saputo raggiungere così di colpo la fama e la notorietà conseguite da Charles Farrel nell’interpretazione di Settimo Cielo  e non è ha dirsi che il successo del giovane attore sia stato dovuto a un caso fortuito perché dopo Settimo Cielo Charles Farrel ha entusiasmato i pubblici di tutto il mondo nella sua interpretazione di Danzatrice Rossa e Angelo della Strada e ora ha riportato un grande successo nel film Il Fiume e si prepara a un nuovo trionfo nel suo grande capolavoro per la prossima stagione La stella della fortuna.

Come tutti i giovani attori celebri anche egli ha trovato una rispondenza, diremmo quasi un comunione di sentimento con Janet Gaynor, la piccola grande attrice che come nessuna altra ha saputo interpretare il film già sopra nominato, e la direzione di un uomo di nobile intelletto come Frank Borzage con fine intuito e squisita sensibilità ha saputo comprendere l’animo dei due attori appassionandoli nella interpretazione dei drammi da lui diretti.
Come Janet Gaynor si direbbe creata per interpretare i drammi cinematografici accanto a Charles Farrel così reciprocamente si potrebbe dire che Charles Farrel è l’unico uomo che può stare accanto a Janet Gaynor, e infatti a riprova di ciò basterebbe considerare l’interpretazione che Charles Farrel ha fatto accanto a un’altra grande attrice, a la Greta Nissen nel film L’oasi dell’amore.
Per quanto il successo sia stato caldo e universale ciò non pertanto tutti gli ammiratori dello schermo cercavano invano accanto alla maschia figura del giovane la piccola ombra di Janet Gaynor, si avvertiva nell’azione dell’eroe del dramma come un vuoto, una mancanza non ben definita e tutto il bellissimo film ricordava stranamente una sinfonia incompleta, una musica mirabile a cui pertanto mancava una nota, la nota della perfezione e cioè la suggestiva interpretazione di Janet Gaynor.
Charles Farrel inoltre a differenza di molti altri attori del cinematografo si è laureato regolarmente in legge presso l’Università di Boston e molto probabilmente avrebbe seguitato la sua regolare professione se il richiamo di Hollywood non fosse stato più forte e più invitante di quello delle pratiche legali.
Come ogni giovane americano che si rispetti è anch’egli uno sportivo eccellente, tira di boxe con rara abilità; prima di cominciare la sua carriera vinse parecchi tornei studenteschi, anche il foot-ball esercita una grande attrattiva per il giovane attore e indubbiamente conferisce al suo corpo la elasticità di cui egli è orgoglioso.
Con l’avvento della cinematografia sonora Charles Farrel è uno dei pochi attori della scena muta che ha superato con successo la prova del film parlato e non è probabile che nella prossima stagione i suoi ammiratori possano sentire la sua voce calda e armoniosa; la sua giovine età (egli è appena  ventisettenne) gli assicura un avvenire luminoso e per molti anni ancora egli seguiterà a interpretare sullo schermo la figura del giovane buono e innamorato un po’ ingenuo e un pò sentimentale: l’eterna figura dell’eroe romantico e dell’amante appassionato.
Bollettino della Fox Film Corp. 1 giugno 1929 (VII), numero 8

mercoledì 5 maggio 2021

To find out what is inside a face


 "A man does not try to find out what is inside (a face). He does not try to scratch the surface. If he did, he might find something much more beautiful than the shape of a nose or the color of an eye."

 "Un uomo non cerca di scoprire cosa c'è dentro (un volto). Non cerca di graffiare la superficie. Se lo facesse, potrebbe trovare qualcosa di molto più bello della forma di un naso o del colore di un occhio".

 HedyHedwig Eva Maria Kiesler, Lamarr1914 – 2000