lunedì 30 ottobre 2017

All healing comes from the divine within



"There is nothing as important as DNA. It carries the hereditary information that determines the structure of proteins. The only substance that directs cells to grow and divide are encoded by it. DNA. Deoxyribonucleic acid. It is the essential constituent of life." Watson and Crick, The Double Helix, 1953.

"All healing comes from the divine within. Absolute faith makes fear and worry an impossibility." Edgar Cayce, 1943.

It seem the rain will never let up
I try to keep my head up
And still keep from getting wet up
It's funny when it rain, it pours
They got money for wars
But can't feed the poor
Tupac, 1994.


Non c’è niente che sia più importante del DNA, esso porta nella sua struttura l’informazione ereditaria che determina la struttura delle proteine. Tutte che dicono alle cellule di crescere e dividersi sono codificate in esso. DNA Acido Desossiribonucleico. E’ il componente essenziale della vita”. Watson and Crick, The Double Helix, 1953

Tutte le guarigioni vengono dal divino che è dentro di noi. La fede assoluta rende il timore e l’ansietà impossibili”. Edgar Cayce, 1943.

La pioggia cade e non si ferma
La testa in alto tieni dritta
 se i capelli non ti vuoi bagnare
I generali sono figli di puttana
danno i soldi per la guerra
ma non i poveri della terra.
Tupac, 1994


Michael Cimino, The Sunchaser (Verso il sole), 1996

martedì 24 ottobre 2017

Solo per critici (sempre) distratti






Vittorio De Sica, Sciuscià, 1946





Sergio Leone, C'era una volta in America, 1984


L'analogia è evidente ma ancora nessuno l'ha percepita, eppure tutta la parte dell'infanzia di Noodles è modellata sul film di De Sica, complici Franco Kim Arcalli, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, cavallo compreso!


lunedì 23 ottobre 2017

The 7th Last Movie

Making a possible new cinema:
1984






1996






SDG

domenica 22 ottobre 2017

Salvatore Giuliano pizza in New Jersey


- But why don't you go to America?
- And do what?

- Work.
- In a pizzeria... in New Jersey?

No, thanks.

Here, I am Giuliano.

Michael Cimino, The Sicilian, 1987

mercoledì 18 ottobre 2017

How a Masterpiece is Born
















                Henry Fonda, Furio Meniconi, Enzo Santaniello, Franco Di Giacomo &  last but not least,
Sergio LeoneC'era una volta il West, 1968
Foto di Angelo Novi

dulcis in  background: The Maestro


To Be Played At Maximum Volume


martedì 17 ottobre 2017

Acque smosse: dedicato a Gino Mauro e Pompeo Oliva

Rassegna: parole solo parole

Mantenendo la promessa fatta, il presidente dell'EPT Eugenio Longo ha organizzato nei locali della Camera di Commercio, l`11 settembre scorso, la seconda riunione con i circoli cinematografici allargata agli altri componenti del mondo politico e culturale.
Assente qualsiasi rappresentante del Municipio, assente Sandro Anastasi, erano presenti alla riunione, oltre naturalmente al Presidente, al prof. Carmelo Cavallaro ed al capo ufficio stampa della Rassegna Stelio Vitale Modica, i rappresentanti dei tre maggiori partiti politici (D.C., P.C.I. e P.S.I.) e quelli del circolo di cultura cinematografica “U. Barbaro” aderente all'ARCI e dell`ARCI stessa, dei Cineforum “Orione”, “Lorenzo Milani” e “Ganzirri” aderenti al CINIT, tutti di Messina e, tra i circoli della provincia, il “Vittorini” di Taormina aderente all'ARCI e “Nuova Presenza” di Santa Teresa Riva.
In particolare, il “Vittorini” ha parlato di legame con la realtà sociale e culturale e di spostamento della Rassegna d'inverno al Palazzo dei congressi a Taormina; il “Barbaro” ha rinnovato le sue proposte relative alla gestione diretta della Rassegna da parte dei circoli cinematografici, all’istituzione di una cineteca e di una biblioteca, l”ARCI ha affermato che bisogna pervenire ad un superamento della scissione tra turismo e cultura, e che il discorso sulla Rassegna deve coinvolgere in maniera diretta, le forze politiche e gli enti locali; Gino Mauro, che ha detto di intervenire a titolo personale anche se è responsabile della D.C. (e del “Lorenzo Milani”), ha parlato di mancanza di credibilità della Rassegna rispetto, per es., a Venezia (ma, ci chiediamo, se ciò è vero, a chi è da imputare questa mancanza di credibilità?) ed ha proposto ancora una volta la creazione di un Ente stabile Regionale, a cui invece il rappresentante del P.S.I., Pompeo Oliva, ha contrapposto la creazione di un consorzio di enti, (perché un ente stabile comporterebbe una dotazione di fondi eccessiva rispetto al finanziamento regionale); al contrario Mario Bolognari del P.C.I. si è dichiarato
diffidente verso strutture nuove, siano esse Ente o Consorzio, proponendo che i due miliardi a disposizione dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana siano concentrati su quelle dieci-quindici manifestazioni, tra cui in primo luogo la Rassegna, più ricche dal punto di vista qualitativo e culturale.
Tutto è apparso comunque molto vago, confuso, nebuloso e tale è apparsa anche la relazione introduttiva del Presidente E. Longo che ha tenuto a precisare come le responsabilità principali del decadimento della Rassegna siano da addebitarsi alle forze politiche e sociali messinesi e soprattutto a quelle regionali alle quali spetta il compito di decidere in merito al futuro della manifestazione, che l'EPT peró, senza le dovute garanzie, non è più disposta a gestire.
A conclusione della seduta, nel riprendere la parola egli ha detto che la riunione è servita, se non altro, “a smuovere le acque”, rinnovando il suo invito ai cinecircoli all’impegno ed alla collaborazione.
E doveroso però precisare che le acque sono state smosse già prima proprio dalle associazioni culturali di base e dai loro documenti di protesta, che l’impegno a collaborare seriamente per “salvare” la rassegna i
Circoli l`hanno già offerto da anni, rimanendo inascoltati, ma che essi non intendono nel modo più assoluto né essere strumentalizzati, né, tanto meno, offrire il “paravento” culturale a “manovre” poco chiare.
Al Presidente, comunque, è da ascrivere, per ora, il merito indiscusso di aver recepito nel loro giusto significato le salutari critiche dei Cinecircoli e di non essersi dimostrato “insensibile” al grido di dolore che
da tante parti giungeva alle sue orecchie.
A quando la prossima riunione (possibilmente però con meno parole e più fatti concreti)?
Nino Genovese
settimanale ilPunto, 1979
La foto è di mastru Vizzini


lunedì 16 ottobre 2017

domenica 15 ottobre 2017

Luna autunnale


“Quella notte,
sotto una luna piena autunnale
così chiara da non lasciare ombre,
i fratelli uscirono in giardino a giocare
e videro delle oche selvatiche volare chissà dove.
Di quelle cinque oche selvatiche,
una doveva essere il padre, una la madre e le altre tre i piccoli.
Tu sei il fratello minore, io il maggiore,
e sebbene nostra madre sia davvero nostra madre …”

Kei KumaiIl mare sta guardando (海は見ていた Umi wa miteita), 2002

venerdì 13 ottobre 2017

for Michael Cimino by Raymond Carver



The Juggler at “Heaven's Gate
by Raymond Carver, 1985
                                                                
                                                                 for Michael Cimino


Behind the dirty table where Kristofferson is having
breakfast, there's a window that looks onto a nineteenth-
century street in Sweetwater, Wyoming. A juggler
is at work out there, wearing a top hat and a frock coat,
a little reed of a fellow keeping three sticks
in the air. Think about this for a minute.
This juggler. This amazing act of the mind and hands.
A man who juggles for a living.
Everyone in his time has known a star,
or a gunfighter. Somebody, anyway, who pushes somebody
around. But a juggler! Blue smoke hangs inside
this awful café, and over that dirty table where two
grownup men talk about a woman's future. And something,
something about the Cattlemen's Association.
But the eye keeps going back to that juggler.
That tiny spectacle. At this minute, Ella's plight
or the fate of the emigrants
is not nearly so important as this juggler's exploits.
How'd he get into the act, anyway? What's his story?
That's the story I want to know. Anybody
can wear a gun and swagger around. Or fall in love
with somebody who loves somebody else. But to juggle
for God's sake! To give your life to that.
To go with that. Juggling.


mercoledì 11 ottobre 2017

Giulietta Degli Spiriti in Fellini




Federico Fellini used pure blacks, whites and reds to create a dreamlike reality in Giulietta degli spiriti (1965)
L'originale è qui: https://eastman.org/technicolor/4d-italy-images

domenica 8 ottobre 2017

Una Trilogia per Michael Cimino


Per molte ragioni, penso che sia utile e necessario stabilire un legame tra i film, mettendo I Cancelli del cielo per primo, Il Cacciatore per secondo e per terzo L’Anno del Dragone si ottiene una specie di trilogia, un trittico. E infatti si può sentire una continuità tra certi temi. Mi è stato utile, a diversi livelli, concepire L’Anno del Dragone come seguito de Il Cacciatore, con il personaggio di Michael Bronski dieci anni dopo. Era un emblema che mi permetteva di andare avanti. Avevo anche in mente questa frase di Don McCullin, il grande fotografo di guerra inglese: “Un film di guerra girato in tempo di pace”.
Michael Cimino in Cahiers du Cinéma n. 377, 1985

venerdì 6 ottobre 2017

L'industria del Western

Il modo in cui si confeziona un Western, merita un po’ di attenzione perché spiega le ragioni della puerilità di molti film che la critica, giustamente, non risparmia. Il principio base che guida la confezione di questo prodotto industriale può essere così riassunto: fabbricare a buon mercato un prodotto di sicuro guadagno. Nel paese della standardizzazione, del taylorismo, della estrema suddivisione del lavoro specializzato, l’industria cinematografica non poteva rimanere estranea a questi concetti.
Il film americano, prodotto con sistemi industriali, è il risultato di varie specializzazioni sicché la fabbricazione di un Western Z non dififferisce molto da quella di un'automobile nelle ofifficine di Cleveland o di Detroit.
Sull'esempio del colonnello Selig e di Griffith, le “ horse opera  - definizione professionale di questo tipo di film - vengono girate alla periferia di Hollywood: il luogo preferito, Owens Valley (1) offre i più disparati paesaggi raccolti in brevissimo spazio, le montagne antiche e quelle più giovani di questa regione, possono raffigurare, secondo le necessita dei registi, gli altipiani del Tibet, il deserto dell'Australia, o le steppe russe. Un numero indefinibile di film, e non solo Western, furono girati in questo posto.
Ma i Western sono senza dubbio la maggioranza. In questi casi il costo delle trasferte, estremamente ridotto, non pesa sul preventivo e se, inoltre, si evitano le innovazioni costose, il prezzo di costo di un Western è necessariamente basso. Altro luogo molto sfruttato è il ranch Iverson, vicino a Los Angeles, che afitta alle diverse Case specializzate una zona ben delimitata del suo territorio; il villaggio speciale che ogni studio di Hollywodd possiede, fu smontato e trasportato su questo terreno perché Rio Grande Raiders avesse il su sfondo indispensabile. Sotto questo punto di vista è preferibile trasferire la troupe a Owens Valley dove si trovano ancora dei villaggi di minatori abbandonati, con i saloon e i marciapiedi di legno che abbiamo visto in Yellow Sky.
Owens Valley e Iverson Ranch debbono oggi premunirsi contro la concorrenza pericolosa derivante dalla creazione nell'Utah di una “ città del Western “: Kanab, scoperta nel 1934 dai registi di Western in serie, attirò l’attenzione dei maestri del (( genere )) per la sua notevole organizzazione. Vi furono girate alcune (< big productions ›) che sono rimaste famose nella storia del Western, per esempio Stagecoaoh. La ricchezza di Ka- nab, vera madre della “ horse opera”, non deriva dal paesaggio, poco differente da quello di Owens Valley (il quale, a sua volta, si trova riprodotto a decine di esemplari, nelle Montagne Rocciose). Kanab, frutto di una organizzazione razionale e metodica, offre al regista tutto ciò che gli serve, essendo questa città, di qualche migliaio di abitanti, un vasto magazzino di generi Western. Con 10 dollari al giorno il regista potrà affittare un «autentico» carro Conestoga; potrà inoltre avere a sua disposizione settecento cavalli selvaggi, non meno autentici, per le scene di panico (la polvere viene affittata senza alcun supplemento, insieme al terreno). Oltre a questi elementi ingombranti e turbolenti, egli potrà arricchire la sua scena di piccoli effetti di forte colore locale affittando in loco serpenti a sonagli che un qualsiasi trovarobe gli offrirà a dozzine. Inutile portarsi dietro le comparse perché la quasi totalità della popolazione di Kanab fa questo mestiere; infatti quando il periodo in cui si girano i film si avvicina (dal 15 maggio al 15 ottobre), gli abitanti cessano ogni altra attività e si mettono a disposizione delle agenzie di collocamento. Abbandonate le loro botteghe si trasformano in fuori legge, in cow boy, in pionieri, in sudisti o nordisti.
Durante questo periodo gli uomini si lasciano volentieri crescere la barba e i baffi per i quali chiedono però un premio supplementare. Questo materiale umano è completato da un lotto di Indiani Navajos senza i quali non può essere fatto un vero Western (2).
Kanab compensa dunque con la sua organizzazione la lontananza da Hollywood, ma la o altrove i procedimenti produttivi rimangono gli stessi. Scelto il luogo e la storia - una scelta facilitata dal fatto di essere limitata a cinque tipi: fattorie ipotecate, diritti su una proprietà, assalto alla diligenza, furto di bestiame, uomini politici senza scrupoli --, al regista inviato per esempio a Owens Valley, non rimane che portare sul posto gli interpreti principali (due al massimo), trenta o quaranta comparse, i cavalli, i carri, le macchine da presa e gli apparecchi per la registrazione sonora. Tutto questo personale specializzato attende istruzioni: il leading man (l”eroe) e la leading lady (l’eroina) si fanno spiegare ogni scena, la qual cosa non richiede molto tempo; il regista si raccomanda all’attrezzista affinché ai revolver dei banditi non manchino le cartucce. Egli dirà a questi quando debbono sparare, su chi e dove debbono cadere le rispettive vittime, mentre l’aiuto regista tiene esatto conto del materiale da sacrificare nelle scene di tafferuglio (bottiglie, tavoli e sedie di compensato).
Si lavora dalle 6 alle 12 ore al giorno. Solo le scene indispensabili, quelle cioè in cui appaiono l’eroe e l’eroina, saranno oggetto di un lavoro minuzioso mentre le sparatorie, le galoppate, i combattimenti «anonimi » e stereotipati saranno presi nella cineteca specializzata (3) dello Studio. Il montaggio darà poi al film la sua unita camuffando i trucchi; d’altra parte i «fans» , di bocca buona, non se la prendono per uno sbaglio di montaggio né per un salto di luce nella fotografia. Film come Texas Renegades o I giustizieri del Far West quando escono dagli stabilimenti hanno assicurata una trionfale carriera negli Stati del Sud e del Sud Ovest per i quali sono stati espressamente confezionati ; il guaio è che, sospinti da non si sa quale vento, arrivano anche sui nostri schermi... L’Ovest quello dei veri cow boy, ama effettivamente rivivere storie del vecchio tempo, ma questa predilezione è affiancata dalla più severa delle censure. Perché il Western del sabato pomeriggio deve rispettare le tradizioni. I devoti di questo genere non permettono che la trama dei film che adorano siano modificate alla leggera.
La ragion d'essere del Western << ordinario ›> (in serie) è centrata sull'eroe di cui ogni film racconta una avventura. L'attore William Boyd, il più popolare di tutti, è Hopalong Cassidy ; Clayton Moore è «The Lone Ranger»  (il cow boy solitario); Charles Starret: Durango Kid. L'eroe, bravo, forte e onesto, non beve e non fuma; degno emulo di Rio Jim e di Tom Mix, deve preferire il cavallo alla ragazza.

(1) Ai piedi del versante meridionale della Sierra Nevada, alla altezza del monte Waitney: scoscendimenti, burroni, colli molto alti, caratterizzano la vallata del fiume Owens. Regione della celebre Vallata della morte.
(2) Da un articolo apparso su Life il 10 ottobre 1949.
(3) I «stock shots», o scene d'archivio, costituiscono talvolta 1/5 della lunghezza totale di un film che dura dai 40 ai '70 minuti.

I.L. Rieupeyrout e A. Bazin, IL WESTERN ovvero ILCINEMA AMERICANO PER ECCELLENZA, Cappelli Editore,1957 – Traduzione Franco Calderoni


mercoledì 4 ottobre 2017

lunedì 2 ottobre 2017

El Camino




... de los que no entendieron bien,
de los que murieron sin ver la aurora,
de sacrificios ciegos y no retribuidos,
de los que van quedando en el camino,
también se hizo la revolucion.  CHE


Miguel Littin, La Tierra Prometida, 1973

domenica 1 ottobre 2017

Michael "Hunter" Cimino


I never studied cinema. I never knew how to make a film, and I still don’t know. Michael Cimino, Filmmakermagazine, 2005