lunedì 30 marzo 2015

Asili in Calabria

OGGI
in contemporanea con
http://daplatiaciurrame.blogspot.it/2015/03/bambini-del-sud-reg-michele-gandin-1959.html
L'asilo di Platì




Bambini del Sud (tit. originale), 1959
Soggetto:  Umberto Zanotti Bianco
Sceneggiatura: Paolo Balbo, Michele Gandin, Giuseppe Isnardi
Organizzazione: Luciano Pesciaroli
Commento: Stelio Martini
Fotografia: Dario Damicelli (A. I. C.)
Musica e adattamenti: Mario Nascimbene
Voce: Riccardo Cucciolla
Regia: Michele Gandin

giovedì 26 marzo 2015

Western Siddharta




La visione di Zachariah (1971) di George Englund fa ergersi nella mente del mangiatore di film tutta una serie di accostamenti con altre opere cinematografiche  sue contemporanee o anteriori. Esse abbracciano lavori di autori intellettuali europei come di abili commercianti hollywoodiani. Ma questo dato è comune a tutti i film della counterculture  sia che venissero realizzati nella coste west o  east  statunitensi.  Zachariah è pressoché inedito in Italia. Non attirò dapprima i distributori italici come successivamente i canali televisivi. Per fortuna c’è il “ vostro/nostro tubo “.
Per alzare il tono gli autori fanno ricorso a Herman Hesse, scrittore molto in voga tra i giovani di allora. Zachariah cerca l’avventura e il rischio per colpa della sua pistola comprata per corrispondenza, finendo col meditare sulla vacuità e vanità degli uomini.
Oggi a noi interessa l’aspetto musicale del film che si amalgama bene col progressivo svolgimento delle immagini, facendo  uso ora di partiture originali di Jimmie Haskel, ora di musica roots alla maniera di Dug Kershaw, ora di un arrangiamento velocizzato dell’overture del Guglielmo rossiniano, ora della folk-psichedelia di Country Joe and the Fish, dell’acid rock della James Gang e, infine, data la presenza del bronzeo Elvin Jones  esecutore  di un tellurico assolo di tamburi, del jazz d’annata. Non poteva essere altrimenti data la mole di contaminazioni dissipate nell’opera da parte di chi ha scritto e sceneggiato Zachariah.

mercoledì 25 marzo 2015

martedì 24 marzo 2015

Palma senza punteruolo rosso

20 Best Cannes Palme d’Or Winners

By Film Comment

Taxi Driver
1. Taxi Driver Martin Scorsese, 1976
The Leopard
2. The Leopard Luchino Visconti, 1963
Viridiana Luis Buñuel
3. Viridiana Luis Buñuel, 1961
The Conversation
4. The Conversation Francis Ford Coppola, 1979
The Third Man
5. The Third Man Carol Reed, 1949
The Umbrellas of Cherbourg
6. The Umbrellas of Cherbourg Jacques Demy, 1964
Rosetta
7. Rosetta Jean-Pierre & Luc Dardenne, 1999
Blow-Up
8. Blow-Up Michelangelo Antonioni, 1967
Apocalypse Now
9. Apocalypse Now Francis Ford Coppola, 1979
The Wages of Fear
10. The Wages of Fear Henri-Georges Clouzot, 1953
La Dolce Vita
11. La Dolce Vita Federico Fellini, 1960
Othello Orson Welles
12. Othello Orson Welles, 1952
Under the Sun
13. Under the Sun of Satan Maurice Pialat, 1987
Taste of Cherry
14. Taste of Cherry Abbas Kiarostami, 1997
If... Lindsay Anderson
15. If… Lindsay Anderson, 1969
The Wooden Clogs
16. The Tree of Wooden Clogs Ermanno Olmi, 1978
The Cranes Are Flying
17. The Cranes are Flying Mikhail Kalatozov, 1958
Kagemusha
18. Kagemusha Akira Kurosawa, 1980
Padre Padrone
19. Padre Padrone Paolo & Vittorio Taviani, 1977
4 Months, 3 Weeks and 2 Days Cristian Mungiu
20. 4 Months, 3 Weeks and 2 Days Cristian Mungiu, 2007
L'originale è qui:
http://www.filmcomment.com/article/film-comments-trivial-top-20-expanded-to-30-best-cannes-palme-dor-winners

lunedì 23 marzo 2015

Non fare il cinema o farlo


Per esempio, Un uomo a metà era uno straordinario film. lo ho fatto le musiche di cui sono ancora oggi orgoglioso; una delle poche musiche da me composte che porto nelle sale da concerti quando posso. Ebbene quel film è stato distrutto dalla critica a Venezia, perché era straordinario come noi sentiamo che è straordinario. Quello è stato il mio primo colpo e il momento in cui ho capito che cosa era realmente il cinema. Non era più possibile andare avanti su quella via. De Seta, il regista, non ha fatto più film per parecchi anni. Lui aveva messo tutti i suoi soldi in quel film e lo aveva fatto straordinariamente bene. Non ha avuto nessun guadagno. E stato rovinato. Queste cose non posso non considerarle. La scelta è o non fare il cinema o farlo.

Ennio Morricone, Il cinema è musica
Centro Studi Cinematografici Anno XX n. 1-2 gennaio/aprile 1990


giovedì 19 marzo 2015

Bavaresi e co

OGGI



Per sgombrare l'aria e renderla respirabile dirò subito che a me Mario Bava ci crea molte perplessità. La sua pecca è che non doveva abbandonare la sua arte nelle invenzioni come nei trucchi così come nel posare le luci. Questi i valori nei suoi film. Peggio di lui i suoi emuli: Argento e Fulci. L'unico a incuterci  terrore è stato Ingmar Bergman e con lui Sigmund Freud. Il cinema di Bava in fin dei conti è approssimato: nella scrittura, nella regia e peggio nell'editing e nella post produzione. Io di cinema non capisco niente, mi piacciono i Sergio e accanto vi metto i grandi del Sol Levante. Come non faccio distinzione tra Michelangelo Antonioni e John Ford, conoscitori dell'animo umano, e la compassione la trovo sia in Rossellini sia in Totò. A Charlot accosto Franco & Ciccio; non mi accade però di accostare accanto a Bava Kaneto Shindo. Shindo è i Sergio; Bava, Wood (Ed o Sam). Ora se io sono fatto così accetto che ad altri piacciano i bavaresi e gli argenti.



mercoledì 18 marzo 2015

Prossimamente d'arte



Possiamo considerare questo prossimamente di Iginio Lardani il punto più alto delle sue creazioni. Questo lo si deve senz'altro alla sua collaborazione con Pier Paolo Pasolini. Al solito il maestro Igino non ha accreditamenti di sorta per questa ennesima fatica.

martedì 17 marzo 2015

Addio Aurora

Ancora oggi lo stabile dell’ex Cinema Aurora, a sua volta ex Cinema Italia, in via XXVII Luglio, si presenta così, sebbene ristrutturato e riconvertito. Senza pensarci,  nel 1943 gli americani ci passarono sopra con i loro bombardieri, sebbene prima vi erano stati onorati con le loro pellicole. 


lunedì 16 marzo 2015

La scoperta di una verità morale




Alba fatale (regista William A. Wellman, USA, 1943). Due cow boys, capitati in un paese appartato dopo anni d’assenza, sono costretti ad assistere a un linciaggio. Guidati da un signorotto, residuo delle armate sudiste, e da una virago sguaiata, i proprietari del luogo, infuriati per un furto di bestiame; mettono il laccio al collo a tre poveretti su cui gravano indizi solo apparentemente rivelatori. Invano il capo della piccola carovana, accusato di furto, supplica i manigoldi di soprassedere all’esecuzione in modo che egli possa provare la propria innocenza; invoca i figli ignari e la tenera moglie che lo attendono a casa: all’alba sarà impiccato con i suoi occasionali compagni, un vecchietto svanito e uno straniero indesiderabile. Sulla via del ritorno gli assassini verranno a sapere di avere ucciso tre innocenti. William A. Welhnan, un onesto e provato regista, ci ha dato con Alba fatale un capolavoro perché ha saputo rivelarci una evidente verità morale, cioè che a nessuno è lecito farsi giustizia da sé, accompagnandola con una rivelazione più insidiosa e sottile: di quanta crudeltà e perfidia sia capace certa gente sotto il manto della più virtuosa indignazione. Il racconto è rapido, serrato, per nulla sentimentale, con una apertura rustica all'inizio di assoluta efficacia.
1951
Petro Bianchi,op. cit.


domenica 15 marzo 2015

Una volta avevano i secoli davanti


I protagonisti de L'avventura, Monica Vitti e Gabriele Ferzetti, a Noto SR arrivarono veramente. Per l'esattezza la ciltà culto del barocco siciliano dista da Schisina ME 150 km circa. 
Oggi la città di Noto, quella del film di Antonioni, rivive grazie alle immagini di Salvatore Carannante già citato nella precedente pubblicazione. Un atto dovuto visto che il buon Carannante ha aperto le vie della fotografia a parecchi di noi.
La veritiera citazione d'apertura è pronunciata nel film da Gabriele Ferzetti.







Sceenshot Aldo Scavarda cinematographer
Foto a colori Salvatore Carannante

giovedì 5 marzo 2015

Anche se ...L'AVVENTURA



Senza nulla togliere a  Aldo Scavarda, Giovanni Fusco, Eraldo Da Roma e Fausto Ancillai, rispettivamente cinematographer, musicista, montatore e missagista, mi sono brigato, da brigante, a fare incontrare, per una volta, due insegne del cinema italiano, che mai hanno avuto modo di far fiorire le loro menti all’unisono . Il mezzo è questo frammento de L’avventura (1960) e un testo molto pertinente alla sostanza del film (sembra proprio uscire da quelle immagini) di Gino Paoli, Anche se, cantato da Ornella Vanoni, colorizzato dal Maestro Morricone, in quel tempo ascending verso l’universo bachiano.

L’occasione è data da un pellegrinaggio a Schisina,Villaggio del comune di Francavilla di Sicilia, S. S. 185 di Portella Mandrazzi,  in provincia di Messina, per ricatturare pochi shots  dell’opera di Michelangelo Antonioni. Lavoro poco rimarchevole senza l’aiuto del boss della foto messinese: Sandro Messina. Ma si, c’erano pure, lasciata per poco la loro sede cattedratica, Carannante e Mondello, passati, ahimè quelli, e noi, dalla camera analogica alla digitale. Ormai siamo tutti digitalizzati digitalizzanti digitalioti, orfani dell’analogico, come direbbe Carlo Emilio Gadda.







Screenshot Aldo Scavarda, L'avventura, Michelangelo Antonioni, 1960
Foto: Sandro Messina
Sequenza dell'arrivo a Schisina (nel film ribattezzato Noto) SR musicalizzata con Anche se di Gino Paoli cantata da Ornella Vanoni, colorizzata dal Maestro Morricone.